Si parla tanto dell’emendamento sulle multe UE alle Case che il presidente della Commissione Ursula von der Leyen presenterà nei prossimi giorni: non sarà un rinvio delle ammende, ma un nuovo calcolo delle emissioni. Oggi, la regola impone multe nel 2026 per le emissioni 2025 (sulla gamma venduta). Come spiega Andrea Cardinali (direttore generale Unrae Case estere in Italia), quello proposto è solo il calcolo delle emissioni medie su 3 anni (2025-27) anziché sul singolo anno (2025). Si chiama “banking & borrowing”: se nel 2025 non raggiungo il target, poi dovrò fare meglio per compensare.
Cosa non sarà
La nuova futura norma, se approvata, non sarà un rinvio. Né una riduzione del prezzo unitario delle sanzioni. Né un “phase-in” (il calcolo delle emissioni sul 90-95% migliore delle immatricolazioni totali). “È stato scelto per evitare un ‘liberi tutti’ e premiare i risultati di chi è più avanti, che non avrà handicap da recuperare nel 2026-27”, dice Cardinali.

La base non cambia
In realtà, se l’emendamento diverrà realtà, la base non cambierà: Green Deal 2019 e ban termico 2035. Neppure con Piano d’Azione. Insomma si prende tempo senza cambiare nulla dell’impianto originale. Per la cronaca, nessuna idea di nessun politico sulle multe UE è stata minimamente presa in considerazione.
Durissima reazione
La potente lobby verde T&E critica l’idea del presidente Ursula von der Leyen: la Commissione UE indebolirà l’obiettivo di CO2 del 2025 per le Case automobilistiche consentendo loro di conformarsi in tre anni anziché in uno. “Un regalo senza precedenti all’industria automobilistica europea nel bel mezzo di un anno di conformità”. La Commissione ha affermato che avrebbe proposto di estendere la finestra di conformità per l’obiettivo del 2025 fino al 2027. Se implementata, questa flessibilità “consentirebbe alle società di vendere meno auto pulite nel 2025 in cambio della vendita di più modelli puliti nel 2026-27”. Ciò ritarderebbe l’aumento della produzione di veicoli elettrici in Europa e rimuoverebbe la pressione sull’industria per lanciare modelli di veicoli elettrici più economici nel 2025. William Todts, direttore esecutivo di T&E: “L’indebolimento delle norme UE sulle auto pulite premia i ritardatari e fa poco per l’industria automobilistica europea, se non lasciarla ulteriormente indietro rispetto alla Cina sui veicoli elettrici. L’UE rischia di creare un’incertezza molto dannosa sulla transizione dei veicoli elettrici in Europa”. Modificando la finestra di conformità a tre anni, le case automobilistiche saranno meno sotto pressione per fornire modelli più accessibili come la Renault R5 e la Citroën C3, entrambe programmate per contribuire a soddisfare l’obiettivo del 2025, la chiosa.