Condono e sanatoria dovevano essere e condono e sanatoria sarà perché la Legge di Bilancio su cui il Governo ha deciso di mettere la fiducia, ha un contenitore di norme fiscali tra cui anche la cancellazione d’ufficio delle cartelle esattoriali fino al 2015 e la nuova rottamazione. La fiducia significa testo bloccato e nessuna possibilità di correttivi. In pratica la sanatoria delle cartelle è fatta e come tale adesso, dovrà essere sfruttata dai contribuenti indebitati. Ma come? soprattutto su bollo auto, multe del Codice della Strada e altri tributi collegati al mondo delle auto occorre fare un chiarimento. Perché è proprio su alcuni di questi debiti che qualcosa è cambiato rispetto al testo originale. A tal punto che molte delle multe precedentemente inserite dentro la cancellazione, adesso tornano a restare da pagare.
Le multe e la sanatoria, come funziona con le cartelle dei Comuni?
“Sono automaticamente annullati, alla data del 31 gennaio 2023, i debiti di importo residuo, alla data di entrata in vigore della presente legge di Bilancio, fino a 1.000 euro, comprensivo di capitale, interessi per ritardata iscrizione a ruolo e sanzioni, risultanti dai singoli carichi affidati agli agenti della riscossione dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2015”, questo è il testo della parte relativa alla cancellazione delle cartelle, della Legge di Bilancio prima versione. Poi arrivarono le lamentele e i reclami dei Sindaci. Per il tramite dell’ANCI, cioè dell’associazione dei sindaci italiani, al Governo di fatto è stato imposto il passo indietro. Niente più cancellazione delle cartelle relative alle tasse ed ai tributi dei Comuni. A rischio i bilanci di questi Enti. Ed anche le multe comminate dalla Polizia Locale, con autovelox e non, entrano dentro questa retromarcia sulla sanatoria.
La nuova versione della cancellazione delle cartelle
Chi pensava di non dover più pagare le cartelle esattoriali relative alle vecchie multe del Codice della Strada dovrà ricredersi. Andranno pagate, anche se magari con sconti sugli interessi. Ed anche quelle passate ad essere affidate all’Agente della riscossione entro il 2015. Si tratta di quelle cartelle che come detto prima, sarebbero dovute essere cancellate d’ufficio. Adesso la palla passa ai Comuni, che dovranno dare l’ok a far rientrare queste cartelle nella cancellazione d’ufficio. Visto lo stato di salute della stragrande maggioranza dei Comuni italiani, non è azzardato ipotizzare che tutto finirà con gli enti e le loro Giunte, che decideranno di concedere sconti, ma non di cancellare queste cartelle.
Stralcio cartelle, si parte da marzo 2023
Il primo effetto evidente è lo slittamento dell’avvio dello stralcio che dal 31 gennaio slitta al 31 marzo. Una via presa dal Governo per assecondare le richieste dei Comuni, sempre con il già citato ANCI. Più tempo offerto agli Enti per definire il bilancio, e per verificare il da farsi su quello che andranno a decidere sulle cartelle prima citate. Lo stralcio delle mini-cartelle (come le chiama il Sole 24 Ore in un suo approfondimento), fino a 1.000 euro affidate fino al 2015 al concessionario alla riscossione, dipenderà dai Comuni. Per l’IMU, la TARI, ma anche per le multe dei Vigili Urbani, la cancellazione automatica e d’ufficio riguarderà solo interessi di mora e sanzioni, e per le multe solo gli interessi.