Multe stradali da autovelox e altre telecamere: i Comuni fanno indigestione nel 2024

Ippolito Visconti Autore News Auto
Comuni italiani in festa grazie a una caterva di verbali da Codice della strada.
autovelox

I sindaci stappano bottiglie di champagne: multe stradali da autovelox e altre telecamere e altri metodi, i Comuni fanno indigestione di soldi grazie a una caterva di verbali. Gli incassi volano a 1,3 miliardi di euro solo nei primi 10 mesi del 2024. In proiezione, se gli enti locali proseguono nella loro cavalcata straordinaria verso il trionfo economico, arriviamo a 1,56 miliardi di euro in un anno, con una media godereccia di 130 milioni di euro al mese. Lo dice il Codacons.

Autovelox senza omologazione: misteri d’Italia

Merito di autovelox, tante altre telecamere, ausiliari della sosta, Zone a traffico limitato coi varchi elettronici, Area B Milano, Area C Milano, e mille altri modi di appioppare contravvenzioni. Un Grande Fratello ingordo, che ingrassa e gode. Sì, lo sappiamo: chi va piano e rispetta le regole non prende multe. Se è per questo, le regole valgono anche per i Comuni. Codice della strada (articolo 142) e Cassazione (ordinanza 10505/2024) impongono l’omologazione degli autovelox, non basta l’approvazione. L’omologa è impossibile perché manca il decreto: allora come fanno i Comuni a usare i velox? Mistero d’Italia.

Occhio alla fake: stando ad alcune circolari, le normative prescrivono indifferentemente l’approvazione o l’omologazione (parere del ministero delle Infrastrutture del 22 marzo 2007 e circolare 8176/2020 dello stesso ministero). Vero. Problema: la legge (il Codice della strada) è superiore alle circolari. La legge vuole l’omologazione. Anche la Cassazione. Dura lex, sed lex. 

Milano una furia scatenata

La Lombardia detiene il primato degli incassi con 324 milioni di euro, seguita da Lazio (130 milioni) ed Emilia Romagna (129 milioni). Fanalino di coda il Molise con 1,4 milioni di euro. Più auto, più velox, più telecamere e più multe: è logico. Tra le grandi città, Milano è in testa alla classifica delle entrate da multe con 128,7 milioni di euro di proventi, distaccando nettamente Roma (al secondo posto con 88 milioni) e Torino (al terzo con 43,7 milioni). Prestazione spettacolare di Palazzo Marino che incamera addirittura 13 milioni di euro al mese. I piccoli Comuni con meno di 5mila abitanti hanno raccolto grazie alle sanzioni stradali 72,7 milioni di euro, cifra che sale a 93 milioni se si considerano i Comuni tra i 5mila e i 10mila abitanti. Oltre 410 milioni gli incassi totali delle amministrazioni con più di 250mila abitanti. I piccoli Comuni detengono una quota di proventi del 12,8%, mentre quasi un terzo delle entrate è garantito dalle metropoli. Quali i cittadini che pagano più multe? Quelli della Liguria: valore pro-capite delle sanzioni si di 40,1 euro. 

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L’Osservatorio che non osserva un bel niente

Parliamo della trasparenza circa l’utilizzo di tali risorse da parte delle amministrazioni locali. Secondo mistero: l’Osservatorio sulle multe stradali del ministero delle Infrastrutture del decreto legge Pubblica amministrazione bis del 2023 sarebbe dovuto entrare in funzione già lo scorso anno. Invece non c’è: perché? Giudicate voi, date una risposta voi.

L’Osservatorio, se esistente, avrebbe il compito di realizzare una relazione annuale “contenente in particolare i dati relativi agli incidenti stradali e alla regolarità e trasparenza nell’utilizzo dei proventi delle sanzioni amministrative pecuniarie e nell’uso dei dispositivi elettronici di controllo della velocità”. Zero Osservatorio, zero controlli. Chi controlla i controllori, ossia i Comuni?

Per legge dove dovrebbero finire i soldi delle multe

I proventi sono destinati anche per il finanziamento delle attività connesse all’attuazione del Piano nazionale della sicurezza stradale. Una quota pari al 50 per cento dei proventi spettanti agli enti va in misura non inferiore a un quarto della quota, a interventi di sostituzione, di ammodernamento, di potenziamento, dimessa a norma e di manutenzione della segnaletica delle strade di proprietà dell’ente. 

E, in misura non inferiore a un quarto della quota, al potenziamento delle attività di controllo e di accertamento delle violazioni in materia di circolazione stradale, anche attraverso l’acquisto di automezzi, mezzi e attrezzature dei Corpi e dei servizi di Polizia provinciale e Municipale. E va altre finalità connesse al miglioramento della sicurezza stradale, relative alla manutenzione delle strade di proprietà dell’ente, all’installazione, all’ammodernamento, al potenziamento, alla messa a norma e alla manutenzione delle barriere e alla sistemazione del manto stradale delle medesime strade. 

Ma pure a interventi per la sicurezza stradale a tutela degli utenti vulnerabili, quali bambini, anziani, disabili, pedoni e ciclisti, allo svolgimento, da parte degli organi di polizia locale, nelle scuole di ogni ordine e grado, di corsi didattici finalizzati all’educazione stradale, e a interventi a favore della mobilità ciclistica.

Terzo mistero d’Italia: allora, con tutti questi soldi, perché le strade delle nostre città sono in condizioni così pietose? Perché così tante buche? Serve che qualcuno controlli i controllori. Bisogna assolutamente proteggere i deboli: chi va a piedi, in bici, su monopattino elettrico. Non basta qualche riga per terra qua e là definendola corsia ciclabile valicabile anche dalle betoniere: urge tutelare tutti.

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