Multe Case auto: ennesimo no europeo al governo Meloni

Ippolito Visconti Autore News Auto
Wopke Hoekstra torna a respingere qualsiasi ipotesi di revisione delle attuali normative europee.
Wopke Hoekstra

Nel giro di un semestre, c’è l’ennesimo no europeo al governo Meloni: il commissario europeo con delega alla Politica climatica Wopke Hoekstra torna a respingere qualsiasi ipotesi di revisione delle attuali normative europee. Tutto resta così sulle emissioni di anidride carbonica: sì alle sanzioni per i costruttori che sforeranno i limiti entrati in vigore nel 2025.

Il muro dei Paesi Bassi contro l’Italia 

Hoekstra (Paesi Bassi), successore del connazionale Frans Timmermans (papà del Green Deal), ha ribadito la sua posizione rispondendo a un’interrogazione parlamentare: “Cambiare le regole danneggerebbe la concorrenza”. Pertanto, politica irremovibile, nonostante le crescenti pressioni delle Case. Interessante: una nazione senza costruttori auto che decide la sorte degli stessi in Ue e dei suoi dipendenti e dell’indotto. Se questa cosa la vengono a sapere in Cina e in Usa, non smettono più di ridere per la nostra debolezza che ci devasta dall’interno.

Sanno tutto

“La Commissione è consapevole del fatto che alcuni produttori temono di non raggiungere gli obiettivi – illustra Hoekstra -, ma molti altri grandi produttori sono fiduciosi e non vogliono cambiare il quadro: modificare le regole causerebbe distorsioni di condizioni di parità e metterebbe questi produttori in una posizione di svantaggio competitivo. Alcuni chiedono un rallentamento, ma altri hanno già fatto investimenti significativi e vogliono certezze”. Comunque, dice, il settore potrà evitare le sanzioni anche con i modelli ibridi, plug-in e auto più piccole ed efficienti. Di base, servono le elettriche. Esiste un problemuccio: le full electric – anche a causa della mancanza di colonnine in numero adeguato – se le filano in pochi.

Wopke Hoekstra

Clausola di revisione: come prima

Nemmeno l’Ue intende anticipare al 2025 la clausola di revisione della normativa che porterà al bando delle nuove auto endotermiche nel 2035: “Nel 2026, la Commissione esaminerà l’efficacia e gli effetti del regolamento e la revisione si baserà sulla relazione sullo stato di avanzamento prevista entro la fine del 2025”, sostiene Hoekstra. Quindi, l’Italia ha chiesto: niente multe; anticipo della clausola di revisione. Bruxelles ha risposto picche in entrambi i casi. Quale la colpa della nostra nazione? Nessuna. Nella cosiddetta Unione europea, l’Italia ha un peso specifico bassissimo. È rimasta sola nella battaglia sulle emissioni auto. Francia e Germania, con governi di sinistra, in linea con la Commissione a base sinistroide, si sono defilate. Senza Parigi e Berlino, i Paesi Bassi (storicamente grandi amici dei teutonici) fanno e disfano. Se ne riparla dopo le elezioni in terra tedesca e francese, con possibili ripercussioni delle dimensioni di uno tsunami sull’Ue.

Quel precedente in piena pandemia

Qualche mese fa, è stato il presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, a proporre Hoekstra (il membro dell’uscente governo Rutte) per il ruolo di commissario Ue nel settore clima. Esponente di spicco del partito olandese Appello cristiano democratico (Cda), nell’ottobre 2020, in piena pandemia, si oppose al rilascio di finanziamenti a fondo perduto previsti dal Recovery fund. In quel periodo Paesi Bassi, Austria, Danimarca e Svezia avevano formato il blocco dei cosiddetti “Paesi frugali”, il versante parsimonioso dei Ventisette. Voleva misure più morigerate anti Covid. L’olandese fece richiesta alla Commissione europea di indagare sul perché Italia e Spagna non disponessero dei margini di bilancio necessari per far fronte alla situazione. La sua collega e connazionale, Sophie in ‘t Veld del partito Volt, in un post su X ha scritto che il risultato europeo più importante di Hoekstra consiste nell’aver insultato intensamente gli italiani durante la crisi coronavirus. Da lì alle multe auto con ripercussioni su dipendenti e indotto il passo è breve.

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