L’auto elettrica costa troppo, tenendo alla larga i consumatori europei, ma c’è un secondo fattore chiave da evidenziare, forse più pesante del primo: il pieno di elettroni è scomodo e costoso. Interviene sul tema Christian Reinicke, presidente dell’ADAC (Allgemeine Deutscher Automobilclub), il più grande club automobilistico d’Europa: “Abbiamo urgente bisogno di comparabilità dei prezzi, proprio come per il rifornimento di carburante”, ha detto ai giornali del gruppo mediatico Funke. “Non esiste una ragione plausibile per cui una cosa del genere non esista”. In particolare, chiede che presso le stazioni di ricarica sia possibile vedere “quanto è effettivamente alto il prezzo dell’elettricità”, ha affermato.
Il pieno comodo e quello scomodo
Se fai il pieno di benzina o diesel, sei comodo: tutto in fretta e trasparente. Ogni tanto, mele marce: carburante allungato ed evasione Iva. Ma si tratta di alcuni marchi minori ultra low-cost, dove pensi di fare l’affare e invece ti ritrovi il motore ko. Invece, se fai il pieno di elettroni, sei scomodo. È tutto macchinoso, burocratico, con app non sempre all’altezza. “Allora anche gli automobilisti di auto elettriche si recherebbero spontaneamente alla stazione di ricarica quando questa è più economica”. In sostanza, il presidente del più grande club europeo per la mobilità chiede maggiore affidabilità per quanto riguarda i prezzi di ricarica nelle stazioni di ricarica pubbliche.
Altro guaio: il prezzo dell’elettricità
“Il prezzo della ricarica elettrica è decisamente troppo alto e difficilmente scenderà nel prossimo futuro. I politici devono fare tutto il possibile per rendere i prezzi della ricarica elettrica più economici per i consumatori”, ha affermato Reinicke. Secondo il presidente dell’ADAC, potrebbe essere utile un cosiddetto ufficio per la trasparenza del mercato, come quello che esiste per i prezzi del carburante. Si trova presso l’Ufficio federale antitrust. A esempio, i consumatori possono utilizzare un’app per informarsi in qualsiasi momento sui prezzi del carburante. “È uno strumento semplice con cui i consumatori hanno familiarità. E questo porterebbe automaticamente alla concorrenza tra i provider e anche a prezzi di ricarica più bassi”.
Auto termica in relax
Chiaro che l’auto a benzina o diesel, sinonimo di comodità e libertà, stravincano in Europa. Chiediamo: coi consumatori stressati dal caro vita e dalla disoccupazione, perché mai si dovrebbe comprare un mezzo elettrico costoso e che dà complicazioni? I Supercharger rendono Tesla un caso vincente a sé: prima l’ecosistema, poi le elettriche, ecco il genio di Musk.
![Il presidente dell’ADAC (Allgemeine Deutscher Automobilclub) Christian Reinicke interviene sul tema auto termica.](https://www.motorisumotori.it/wp-content/uploads/2025/02/2-4.jpg)
I numeri dell’indagine
Secondo un’analisi del portale di comparazione Verivox, nella prima metà del 2024 ricaricare un’auto elettrica presso una stazione di ricarica pubblica è risultato fino al 79% più costoso rispetto alla ricarica tramite una wallbox: la stazione domestica. Il prezzo medio dell’elettricità per le famiglie tedesche era di 35,96 centesimi/kWh. Nelle stazioni di ricarica pubbliche, il prezzo medio del kilowattora era di 54,25 centesimi/kWh (ricarica normale con corrente alternata) o di 64,44 centesimi/kWh (ricarica rapida con corrente continua). “A volte sento di offerte in cui i proprietari di appartamenti devono pagare 50-75 euro al mese alla società di servizi pubblici municipale, solo per avere la possibilità di addebitare. Questo non include i prezzi dell’elettricità”, ha aggiunto il numero uno dell’Allgemeine Deutscher Automobilclub.
Sono green, ma non masochista
“I consumatori non compreranno un’auto elettrica solo per motivi di tutela del clima, soprattutto se sia il prezzo di acquisto che il suo funzionamento risultano costosi”, sostiene il capo dell’Adac. Come dire: va bene essere green, ma mai masochisti, facendosi del male con la scomoda auto elettrica. In Germania lo scorso anno il numero di immatricolazioni di auto elettriche è diminuito drasticamente. Anche perché la coalizione del semaforo ha tagliato i finanziamenti pro elettrico a cavallo tra il 2023 e il 2024 a causa di buchi di bilancio. Hanno fatto malissimo i conti, reputando che i bonus statali non fossero più necessari. E non spingendo per l’infrastruttura delle colonnine di ricarica veloce e capillare, e con elettricità a prezzi ragionevoli.
Urge pianificare
Il presidente dell’Adac Reinicke è fortemente critico: “L’affidabilità e la fiducia nell’azione politica sono importanti. E poi annullare un bonus di acquisto del genere nel fine settimana è stato un grave errore. Ciò non deve accadere di nuovo”. I politici devono invece garantire che venga creato un ambiente chiaro, pianificabile e prevedibile in cui l’elettromobilità possa entrare nel mercato. Un vantaggio fiscale per l’acquisto di un’auto elettrica? “Se non ho soldi, non posso promettere agevolazioni fiscali che potrei non riuscire a mantenere o che potrei dover annullare. Bisogna creare un’infrastruttura di ricarica affidabile in tutto il Paese, ma anche affidabilità in termini di prezzi”.
Situazione in Italia
Le auto elettriche circolanti in Italia al 31 gennaio 2025 sono 282.902. Obiettivo del governo: 4,3 milioni per il 2030. Le immatricolazioni full electric da inizio anno sono pari a 6.721 unità, in aumento del 132,24% rispetto allo stesso periodo del 2024. Ma il full electric era e resta una micro nicchia. Poche le colonnine per il boom, sebbene il numero sia adeguato alla quantità risibile di vetture a batteria in viaggio oggi. Inoltre, le colonnine veloci – aggiungiamo – sono poche. E il 20% circa dei 60.000 punti (30.000 stazioni, perché ognuna ha due prese) è scollegato: come se non ci fosse.