Mitsubishi scompare: addio a questo mercato

M Magarini
Mitsubishi lascia un grosso mercato in maniera definitiva: il rovinoso crollo delle vendite la porta a chiamarsi definitivamente fuori.
Mitsubishi Colt

Mitsubishi chiude con la Cina. Dopo lo stop produttivo all’impianto di Human, avvenuto nel marzo scorso, la Casa nipponica avrebbe preso la decisione definitiva di lasciare il Paese asiatico. Reggere il passo della concorrenza deve evidentemente essere apparso un obiettivo fuori portata. Attraverso vetture sempre di qualità superiore, combinate a prezzi molto accessibili, le realtà locali hanno guadagnato parecchie quote. E adesso mettono nel mirino pure l’Europa, basti vedere il numero dei modelli esposti al Salone di Monaco, tenutosi a inizio mese.

Mitsubishi lascia il mercato cinese: basta JV con GAC

Mitsubishi Colt

Mitsubishi opera nel territorio sotto forma di co-fondatore della joint venture con Guangzhou Automobile Group, fondata nel 2012. La società ha raggiunto il picco del proprio successo commerciale nel 2018, con 140 mila unità vendute. Quindi, ha imboccata la parabola discendente fino a toccare il fondo lo scorso anno, con sole 38.550 targhe, il 60 per cento in meno rispetto al 2021. Già la precedente interruzione delle attività nello stabilimento conduceva a ipotizzarne l’addio; tuttavia, era rimasto aperto uno spiraglio di luce. In seguito ad approfondite riflessioni, la compagine avrebbe preferito chiamarsi fuori, consapevole di non avere i mezzi di fronteggiare le emergenti potenze nazionali.

La fabbrica rimarrà, comunque, aperta poiché GAC pare sul punto di utilizzarla nella fabbricazione dei veicoli elettrici. La JV andrà avanti, nonostante il ritiro dell’azienda del Sol Levante, la quale detiene la metà delle quote, divise tra il 30 per cento intestate alla divisione Motors e il restante 20 per cento al reparto commerciale Corp. I fondi saranno investiti in una differente regione, quella del sud-est e dell’Oceania, dove totalizza un terzo delle sue immatricolazioni.

Nuova Mitsubishi Colt

Il provvedimento adottato mira a riportare un po’ d’ordine nei conti. In precedenza, Mitsubishi aveva annunciato l’addio all’Europa, salvo poi ritrattare. Con la Colt presentata da poco intende rilanciarsi nel Vecchio Continente, senza azzardarsi di fare il passo più lungo della gamba. Cosa ciò significhi è presto detto: le uscite saranno razionalizzate al massimo. Non verrà speso un centesimo in progetti poco convincenti e, laddove possibile, saranno sfruttate le risorse dell’Alleanza.

Ne abbiamo avuto la conferma proprio dalla Colt, quasi un’operazione di rebadging della Renault Clio. Probabilmente ad avere inciso sulla scelta di abbandonare lo Stato dei Dragoni è stata pure la forte diffusione delle bev, il che comporta un investimento non indifferente. Sommato alla pesante flessione delle registrazioni, questa sembra essere anche la soluzione più logica.

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