Ancora una volta a Mirafiori si ragiona sulla possibilità di mettere a disposizione uscite incentivate in accordo con un piano messo in pratica da Stellantis e alcune sigle sindacali, ad eccezione della FIOM che non ha firmato il piano proposto dalle parti. Si parla quindi di 480 addetti allo stabilimento torinese ex Fiat impiegati nei reparti Carrozzerie, Meccaniche e Presse – Costruzione Stampi che potranno lasciare Stellantis in accordo con un incentivo variabile fra i 75.000 e 55.000 euro.
I 480 esuberi incentivati che si vedranno a Mirafiori si sommano quindi ad una ulteriore riduzione di 160 addetti che erano stati già caratterizzati da un accordo firmato a luglio dello scorso anno. Il nuovo contratto prevede una priorità garantita ai dipendenti che si trovano ormai prossimi alla pensione. Volendo entrare nello specifico, le uscite incentivate saranno 370 per il reparto Carrozzerie, 30 per il comparto Presse e Costruzione Stampi quindi 80 per il reparto ex Meccaniche. Va sottolineato che dal momento in cui Stellantis ha cominciato a gestire la questione, hanno lasciato il Gruppo circa 2.300 dipendenti.
A Mirafiori si scenderà sotto i 3mila addetti alla manifattura
Gli esuberi incentivati che saranno praticati a Mirafiori permetteranno di scegliere sotto le 3.000 unità di addetti alla manifattura, si comprende quindi il malumore di alcune sigle sindacali a cominciare dalla FIOM che non ha voluto firmare l’accordo o provvedimenti di questa portata.
“L’elemento qualificante dell’accordo è la priorità inserita per i lavoratori che raggiungono i requisiti pensionistici. Questo migliora quello siglato da tutti, FIOM compresa, il 20 luglio del 2021 per 160 unità. Nell’accordo precedente uscivano i giovani e non rimanevano posti a sufficienza per le persone con i requisiti pensionistici. Il tempo era l’unico criterio. Oggi non è più così”, ha ammesso il segretario generale della FIM torinese, Davide Provenzano.
Secondo la UILM, l’accordo permette di dare l’opportunità ai lavoratori che possiedono i requisiti per motivi di anzianità di accedere ad un percorso che li accompagnerà alla pensione. D’altronde, come fa notare Luigi Paone che è segretario generale della UILM Torino oggi a Mirafiori lavorano dipendenti di età più elevata rispetto alla media degli altri stabilimenti della Penisola.
La FIOM non ha quindi firmato l’accordo poiché produce “un ulteriore taglio di personale senza che ci sia un progetto preciso per il rilancio di Mirafiori”, ha ammesso il segretario generale di FIOM CGIL Torino, Edi Lazzi e Gianni Mannori che è responsabile della FIOM di Mirafiori. Il timore della FIOM è che si riducano i lavoratori di Mirafiori a poche unità, “con ricadute devastanti per l’economia dell’area metropolitana torinese”.