Ancora una volta, lo stabilimento Maserati di Torino si trova ad affrontare un periodo di difficoltà. A pochi giorni dall’incontro con i sindacati metalmeccanici in programma per il 20 marzo, i vertici italiani di Stellantis potrebbero annunciare la necessità di ulteriori ammortizzatori sociali. Non sembra, insomma, esserci pace presso l’impianto piemontese, un tempo ruggente ma nel recente periodo precipitato in una spirale negativo, dalla quale sembra proprio non saperne uscire.
Futuro incerto per Maserati a Mirafiori: produzione ridotta e cassa integrazione
Il centro si trova in cassa integrazione da febbraio, con quasi 3.000 addetti coinvolti, sian sulle linee della 500e che su quelle di Maserati. La cassa integrazione andrà avanti fino al 20 aprile, dopo i deludenti dati di vendita della Cinquina, sulla quale venivano riposte delle grandi speranze. Con il passare dei mesi, l’entusiasmo ha lasciato campo allo sconforto. Purtroppo, l’operazione ha poco funzionato, almeno nei nostri confini, dove le BEV continuano a rappresentare una sparuta nicchia.
Gli elevati prezzi di listino, in un Paese dove il reddito medio della popolazione è inferiore rispetto a certi vicini di casa, si fa sentire. Nei primi due mesi del 2024, la 500 a batteria ha figurato peggio persino della Volkswagen ID.3 (la cui gamma viene ora ampliata dall’arrivo della GTX), lungi dal definirsi una best seller, al punto da aver obbligato il Costruttore tedesco ad attuare dei notevoli cambiamenti in anticipo rispetto alla tabella di marcia iniziale.
La prossima settimana arriverà l’ennesimo boccone amaro da ingerire: il pensionamento del SUV Levante, che assicura 25 delle 33 unità realizzate quotidianamente. Il successore resta in fase di sviluppo e dovrebbe peraltro cambiare casa, trasferito allo stabilimento di Cassino (Piedimonte San Germano) su architettura STLA. Per le vetture del Tridente rimaste in linea a Torino, Gran Cabrio e Gran Turismo, modelli di alto profilo con un mercato limitato. Nelle previsioni degli analisti, avrà un anno segnato da bassi volumi, inferiori a 10 esemplar realizzati al giorno.
Ora vien da chiedersi quali saranno le contromosse adottate da Stellantis: in ballo c’è il destino di intere famiglie; pertanto, occorre prendersi tutto il tempo necessario per individuare le giuste contromisure, senza attardarsi, però, pena l’inasprimento di una situazione già oggi complicata. Per mille dipendenti Maserati di Torino, dopo tre mesi di cassa integrazione, scatterà forse il contratto di solidarietà, con una riduzione dell’orario di lavoro dell’80%.
Il lancio di new entry in listino, con un design accattivante e tecnologie innovative, è fondamentale nell’operazione riscatto di Maserati. L’azienda dovrebbe esplorare ulteriori emergenti, come quelli emergenti, al fine di aumentare la tiratura complessiva. Inoltre, un punto chiave è rappresentato dall’investimento nella divisione ricerca e sviluppo, affinché le innovazioni siano in grado di tener testa alle numerose concorrenti. Il domani di Maserati è incerto, ma una certezza permane: continuerà a essere una realtà completamente Made in Italy.