Mirafiori a rischio: Stellantis verso il Brasile, l’Italia trema

M Magarini
Il futuro dell’automotive in Italia è incerto. Stellantis investe in Brasile, ma il suo futuro in Italia è nebuloso
Stellantis Mirafiori

L’industria automobilistica italiana si trova dinanzi a un bivio. Da un lato, la transizione ecologica in atto impone una profonda riconversione del settore, con l’abbandono del motore endotermico e l’avvento di tecnologie alternative, meno impattanti sull’ecosistema. Dall’altro, la concorrenza internazionale, in particolare quella cinese, si fa sempre più agguerrita, minacciando la leadership nel Vecchio Continente. In questo contesto, Stellantis è chiamata ad assumere delle grandi decisioni, potenzialmente anche impopolari, come il disinvestimento dalle fabbriche italiane.

Stellantis: si teme il peggio per Mirafiori e l’Italia

Stellantis Mirafiori

Non è chiaro fin dove il gruppo, nato nel 2021 dalla fusione tra FCA e PSA Groupe, intenda puntare sulla nostra penisola. I segnali contraddittori vanno avanti da parecchio ormai, e bisognerebbe essere un membro dei piani alti per capire la reale visione del management.

Di certo, incrementa il timore la decisione del conglomerato di investire pesantemente in Brasile e di correggere le manovre commerciali in Europa. Da qui sorgono le preoccupazioni della forza lavoro, intimorita dalle prospettive suggerite, benché Carlos Tavares sia rassicurante, almeno nelle parole. Dopo aver ventilato il ridimensionamento delle strategie nel Belpaese, il generoso incentivo stanziato dal Governo italiano per i veicoli a basse e zero emissioni sembra averlo calmato.

Eppure, i problemi persistono, ad esempio in quel di Mirafiori, dove l’attività produttiva ha subito l’ennesimo stop. Fino al 20 aprile rimarranno ferme le linee della Fiat 500 e delle Maserati. Nello specifico, la city car del Lingotto preoccupa, dati i numeri di mercato inferiori alle premesse.

A tal riguardo, Rai News ha interpellato un esperto come Giuseppe Sabella, direttore di Oikonova, think tank specializzato sul tema lavoro e occupazione. Che ammette la possibilità di una trasformazione del complesso in un “deserto dei Tartari”, cioè che gli uomini sprechino il tempo in attesa di qualcosa di indefinito. Tuttavia, crede convenga sia a Stellantis sia all’esecutivo capitanato da Giorgia Meloni individuare una soluzione efficace.

Oggi il colosso dei motori non appare più così interessato ai luoghi simbolo dell’azienda diretta da Olivier François: tra la chiusura di Grugliasco e altre prese di posizione, Mirafiori rimane l’unico impianto dove vengono fabbricate full electric senza la piattaforma STLA. Forse, si tratta di un indizio ulteriore circa la scarsa considerazione riscossa dallo Stivale in Stellantis. Almeno per il momento, all’Italia viene preferito il Brasile, ha aggiunto Sabella.

Stellantis Atessa

Comunque, limitare le speranze a un unico player della filiera lo ritiene controproducente. Una delle ipotesi vagliate, il tentativo di richiamare Toyota gli pare il più realistico e funzionale. Lo ritiene l’unico modo di far crescere l’industria automotive locale. Non è, invece, convinto che le intenzioni di Palazzo Chigi trovino corrispondenza nella volontà di CEO di avviare a Mirafiori la produzione della cinese Leapmotor.

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