Matteo Salvini, impegnato nel gestire le difficoltà del sistema ferroviario, mostra grande entusiasmo per i dati relativi agli incidenti stradali per giustificare il suo operato. Il ministro dei Trasporti ha presentato, per la seconda volta in due settimane, i numeri relativi agli effetti del nuovo Codice della Strada, sottolineando un calo significativo degli incidenti e delle vittime a un mese dall’entrata in vigore delle nuove normative.
Secondo i dati comunicati, risulterebbero diminuiti gli incidenti (-8,6%), le vittime (-34%) e i feriti (-12,7%) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Tuttavia, c’è chi solleva dubbi sulla veridicità e sull’accuratezza di questi numeri.
Le statistiche diffuse provengono esclusivamente dai dati raccolti dalla Polizia di Stato e dai Carabinieri, che non comprendono il grosso degli incidenti urbani rilevati dalle Polizie Municipali. Questo limita considerevolmente la rappresentatività dei dati, come sottolineato da Stefano Guarnieri, fondatore dell’associazione Lorenzo Guarnieri, che evidenzia come la metodologia di raccolta degli incidenti sia incompleta e imprecisa.
Guarnieri, a causa della tragica perdita del figlio Lorenzo in un incidente stradale causato da un guidatore in condizioni molto alterate, ha criticato la rapidità con cui Salvini ha presentato i dati senza considerare la complessità della situazione. Insomma, il Codice potrebbe entrarci molto poco con i dati raccontati. Anche il Ministero delle Infrastrutture ha ammesso che i dati delle polizie locali non sono ancora disponibili, poiché l’Istat impiega diversi mesi per elaborarli. Questo significa che gli incidenti urbani, che coinvolgono pedoni e ciclisti, le categorie particolarmente vulnerabili, non sono inclusi nel bilancio.
Secondo le stime dell’ASAPS, questi incidenti con ciclisti e pedoni rappresentano circa il 66% degli incidenti con lesioni in Italia, e quindi, il dato diffuso dal ministro risulta parziale. Il fondatore dell’associazione sottolinea, inoltre, che 30 giorni sono statisticamente troppo pochi per trarre conclusioni definitive sull’efficacia del nuovo Codice della Strada. Non si può altresì sostenere che la diminuzione degli incidenti dipenda esclusivamente dalle nuove regole, visto che si tratta di un periodo troppo breve e di un numero limitato di rilevazioni.
Guarnieri invita anche a una maggiore prudenza nell’interpretare i numeri, soprattutto considerando che la velocità, una delle principali cause di mortalità stradale, non è stata affrontata in maniera adeguata nel nuovo Codice.
Oltre alla questione dei numeri, i dati sui controlli e le violazioni sono interessanti, ma non sorprendono. Secondo il Ministero, nel primo mese di applicazione del nuovo Codice, risultano registrate oltre 107.000 violazioni, con 14.000 sanzioni per eccesso di velocità, 6.429 per mancato uso delle cinture di sicurezza e 2.499 per uso del cellulare alla guida. Inoltre, si registrano 66.145 controlli con etilometri, con sanzioni per 1.146 conducenti in stato di ebbrezza e 138 sotto effetto di droghe. Più di 5.000 patenti risultano ritirate, metà delle quali per l’uso del cellulare durante la guida, una violazione che comporta anche la decurtazione dei punti patente.