Mini Strip: design senza orpelli per una Mini da artista by Paul Smith

Natale LiVecchi Autore Auto
Mini Strip

Ci sono vetture iconiche che possiedono tratti caratteristici di forte impatto estetico capaci di creare un modello indissolubile, fisso nel tempo e consegnato al futuro. Stravolgerne il design potrà apparire quindi complicato se non assolutamente difficile da ipotizzare. Però Paul Smith, esteta e guru di moda e design, ha provato ad intervenire su una Mini introducendo l’interessante Mini Strip. È nata così una specialissima variante della piacevole vettura simbolo del Regno Unito ma oggi in mano al Gruppo BMW.

Mini Strip

Paul Smith, volendo ragionare su quella che sarebbe stata effettivamente la Mini Strip, ha customizzato un esemplare così come si poteva intuire dalla già annunciata collaborazione fra la stessa Mini e Smith a novembre dello scorso anno. Alla base dei piccoli ma mirati stravolgimenti introdotti sulla mini ci sono almeno tre mantra assoluti nel pensiero di Paul Smith rivolto alla sua creatura su quattro ruote: “Semplicità, Trasparenza e Sostenibilità”. Un set di convinzioni difficili da eludere, ovvero praticamente alla base del pensiero odierno applicato a molteplici campi. Alla base del progetto di Smith c’è una Mini Cooper SE che è stata completamente smontata fino a raggiungere la sua essenza strutturale.

Quindi il processo guidato da Smith, ma patrocinato da Mini, ha previsto un importante principio di massima riduzione utile a generare un design minimalista di certo fortemente non convenzionale. Tutti gli elementi ora disposti sulla Mini Strip sono il frutto di una scelta precisa. La carrozzeria della Mini è stata infatti lasciata allo stato grezzo: non prevede infatti l’applicazione della vernice, ma le lamiere sono state ricoperte soltanto da una vernice trasparente quantomeno utile per proteggere la vettura dalla corrosione. Le lamiere non sono state nemmeno trattate per escludere i segni lasciati dalla fabbricazione che appaiono quindi caratterizzati da un aspetto a tratti brutale della lamiera in acciaio zincato. Un effetto perfettamente intenzionale definito dallo stesso Paul Smith come “perfetta imperfezione”.

Mini Strip
Mini Strip e Paul Smith

Essenzialità e poca tecnologia

La Mini Strip dispone quindi di viti a vista che permetterebbero addirittura uno smontaggio particolarmente semplice. Gli inserti funzionali e distintivi della vettura, a cominciare dai listelli della griglia anteriore, vengono prodotti partendo dalla plastica riciclata (Perspex riciclato) tramite processi di stampa 3D. La griglia anteriore e i copriruota contribuiscono a ridurre i valori di resistenza aerodinamica sfruttando metodologie sempre più diffuse sulle vetture elettriche incrementando quindi la possibilità di disporre di dati sull’autonomia migliorati.

Mini Strip

Inoltre anche il tetto panoramico è stato realizzato in Perspex riciclato permettendo quindi a chiunque incrocia la Mini Strip di intravedere la struttura interna della scocca praticamente lasciata a vista. Alcuni dettagli contribuiscono ad accrescere le considerazioni sulla piccola Mini di Paul Smith. È ad esempio questo il caso dello sportello di ricarica che quando viene aperto si colora di verde neon con il disegno della spina elettrica inciso su di questo disegnato proprio da Paul Smith.

Manca ogni rifinitura secondo un processo volutamente realizzato in questo modo, ad eccezione del ripiano portapacchi, del cruscotto e del topper pad. La scocca diviene quindi caratteristica visiva dominante dell’abitacolo verniciata in blu si richiesta sempre di Smith. Il cruscotto viene realizzato mediante un’unica ampia sezione semi trasparente con finitura in vetro fumé. Manca lo strumento centrale tipico delle Mini che può essere sostituito dal proprio smartphone che diventa l’elemento utile per realizzare multimedialità e infotainment. La consolle centrale ospita in basso gli unici comandi fisici presenti a bordo con i soliti interruttori a levetta per la funzione Start&Stop e per gli alzacristalli elettrici.

Mini Strip

Interni privati di tutto

All’interno manca ogni rifinitura e particolarità dell’abitacolo. I sedili sono rivestiti in tessuto a maglia e il design nel complesso è mono materiale per i rivestimenti dei sedili in modo da risultare perfettamente riciclabile rendendo al meglio il concetto di circolarità. I tappetini sono in gomma riciclata con motivo simile alla pavimentazione di un terrazzo ottenuto tramite un processo di riciclo specifico. Interessante l’utilizzo del sughero per il cuscinetto del cruscotto, l’interno delle portiere e il ripiano del portapacchi: secondo Mini potrebbe risultare anche un ottimo materiale sostitutivo al posto della plastica espansa nel prossimo futuro. I motivi chiaramente vanno ricercati nella riciclabilità e nella capacità di trattenere l’anidride carbonica durante la produzione con possibilità di ridurre (potenzialmente) i gas serra.

Il volante presenta un rivestimento in nastro da manubrio derivato dalle bici da corsa. La corona viene collegata da tre razze di alluminio collegate all’ammortizzatore del volante che grazie al rivestimento in rete rende visibile l’airbag alle sue spalle. Le maniglie delle portiere vengono realizzate in corda da arrampicata avvolta che rimandano al medesimo colore utilizzato per le cinture di sicurezza: un arancione brillante che spicca subito all’interno dell’abitacolo di questa Mini Strip.

Mini Strip

“Conosco e amo l’auto esistente, ma rispettando il passato e guardando al futuro abbiamo creato qualcosa di molto speciale. Mi sento davvero privilegiato dal fatto che il team Mini mi abbia dato la fiducia e la libertà di ripensare in modo laterale l’approccio al design della vettura. Credo che insieme abbiamo creato qualcosa di veramente unico, tornando alle basi, riducendo al minimo e spogliando l’auto”, ha ammesso Paul Smith.

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