Mini Aceman elettrica di BMW prodotta in Cina: il dazio record Ue è una sciagura

Ippolito Visconti Autore News Auto
Che brutta botta per BMW: per la Mini Aceman elettrica di BMW prodotta in Cina ed esportata nel Vecchio Continente, dazio record del 38,1%.
Mini Aceman elettrica 1

Che brutta botta per BMW: per la Mini Aceman elettrica di BMW prodotta in Cina ed esportata nel Vecchio Continente, dazio record del 38,1%, riporta Automotive News. Perché le tariffe della Commissione europea non distinguono fra Casa cinese che fa auto nella nazione del Dragone ed esporta in Ue, e Casa europea che fa auto nel Paese della Grande Muraglia ed esporta qui da noi. Un potenziale colpo letale per le prospettive di vendita delle auto di fascia media: la Mini Aceman full electric sfida la Jeep Avenger. La produzione in serie del veicolo da circa 35.000 euro, prodotto da una joint venture tra BMW e Great Wall Motor, è iniziata a fine 2023. Con la produzione ancora agli inizi, la joint venture non è stata in grado di soddisfare le richieste della Commissione europea: questa desiderava dettagli minuziosi. BMW non è stata classificata come società che non collabora fattivamente: pertanto ecco la penalizzazione pesantissima. Dal gruppo tedesco no comment.

Mini Cooper con Great Wall e BMW iX3 con Brilliance: sono dolori da dazi

Il problema non riguarda solo la crossover Aceman elettrica, ma anche la berlina full electric Cooper fatte dalla joint venture di BMW con Great Wall. Le aziende considerate cooperanti con l’Ue sono state soggette a tariffe più basse: dal 17,4 per cento al 21 per cento, secondo un documento della Commissione europea visionato da Reuters. È inclusa la BMW Brilliance Automotive, un’altra joint venture che produce la iX3 elettrica per l’esportazione in Europa dalla Cina dal 2021.

Mini Cooper e Aceman in Inghilterra dal 2026

Dal 2026, la possibile soluzione: BMW aggiungerà la produzione della Cooper e della Aceman elettriche nel suo stabilimento di Oxford, Inghilterra per i mercati europei a seguito di investimenti di 600 milioni di sterline. Il ceo della BMW Oliver Zipse ha dichiarato che le tariffe erano la “strada sbagliata da percorrere”, facendo eco alle preoccupazioni di altre Case automobilistiche tedesche: temono che una guerra commerciale sfoci in controdazi sulle auto esportate dalla Germania alla Cina: macchine di grossa cilindrata BMW, Mercedes e Volkswagen. Il termine per imporre le misure provvisorie è il 4 luglio, poi inizierà l’inchiesta sino alla fine di ottobre. Questo lascia tempo a Pechino e Bruxelles di raggiungere un accordo per misure più morbide. Occhio a non sottovalutare l’ipotesi contraria: le posizioni si fanno più distanti e i dazi crescono ulteriormente.

mini aceman elettrica dietro

Germania e Cina: santa alleanza anti dazi Ue

Una ragione in più per cui la Germania alza la voce, vuole fare una santa alleanza economica, commerciale e politica con Pechino: no ai dazi. Che sarebbero contro le regole degli scambi internazionali.

Il governo del Cancelliere Olaf Scholz sta spingendo per quella che definisce una soluzione “amichevole”. Quella teutonica era e resta la più grande economia europea: riuscirà a imporre il proprio volere anche stavolta? Tra i vari obiettivi, evitare misure di ritorsione cinese che possano danneggiare l’attività tedesca nell’immenso mercato cinese. La Germania chiama a raccolta alla Cina: vuole un movimento serio, comune, solidale. Il ministro dell’Economia Robert Habeck volerà in Cina la prossima settimana. “Nessuno vuole una guerra commerciale con la Cina  – ha detto Volker Wissing, ministro dei Trasporti -. Sarebbe una catastrofe per la Germania, nessun vantaggio nemmeno per l’Unione europea”. 

Dall’auto alla carne di maiale: guerra di dazi

Si profila la contromossa cinese sulla carne di maiale europea: dazi cinesi che farebbero schizzare alle stelle il prezzo. Tanto da renderla non competitiva. Perché la carne suina? Pechino non vuole danneggiare la Germania, che sta contribuendo a prevenire o ammorbidire le tariffe Ue. Spagna e Francia, che sono i principali fornitori di carne di maiale, sono a favore dei dazi, e pertanto ne subiranno le conseguenze. Il tutto mentre il mondo si sta ancora riprendendo da vari fattori negativi: shock economici derivanti dalla pandemia, aumento dell’inflazione e dei tassi di interesse, crisi energetica dopo l’invasione russa dell’Ucraina nel 2022.

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