A settembre 2021, il metano auto costava un euro al kg. Oggi, almeno il doppio, se non il triplo. Il settore del metano per autotrazione chiede un sostegno alle Istituzioni per contrastare l’impennata del prezzo del gas naturale. Che da mesi si è abbattuta sul comparto. E che si è acuita dopo lo scoppio del conflitto in Ucraina: le associazioni Assogasmetano, Assopetroli-Assoenergia e Federmetano da mesi ribadiscono la necessità di interventi mirati. Obiettivo: una diminuzione dei prezzi di vendita di questo carburante al pubblico. Come per benzina e diesel.
Metano auto: cosa fare
Quali soluzioni? Una riduzione dell’IVA dal 22% al 5% (già accordata per gli usi civili e industriali). Cui si aggiunge l’estensione del credito d’imposta per gli autotrasportatori anche al CNG. Nel caso in cui nel prossimo provvedimento utile dovessero essere nuovamente ignorate le istanze presentate, il settore andrà in sciopero. Ecco quando: 4, 5, 6 maggio 2022.
La filiera del metano per autotrazione conta nel nostro Paese circa 20.000 addetti, oltre 1500 punti vendita, 1.100.000 famiglie a basso-medio reddito, autotrasportatori e aziende di trasporto pubblico locale. Che hanno scelto il metano per la loro mobilità: motivate dall’economicità e dai vantaggi ecologici del gas naturale. E ben un 30% di biometano già distribuito in rete per uso autotrazione.
Settore metano dimenticato. Perché? Eppure la strategia energetica del nostro Paese (come in altri Stati) non può prescindere dall’uso del metano (sia in fase liquida sia gassosa). Questo è un ponte strategico verso la produzione e l’uso massiccio del biometano.
Associazioni sul piede di guerra
Dicono le associazioni: si è parlato a lungo, in questi mesi, della necessità di decarbonizzazione del settore trasporti. Ma poca enfasi è stata data al fatto che i veicoli alimentati a biometano non solo sono dei veri ZEV ma addirittura, a seconda della matrice di produzione del biometano, NEV (negative emission vehicles).
Il prezzo del gas è fuori controllo. Consumatori e distributori sono stremati, mentre il Governo da mesi lucra un extragettito IVA dovuto all’aumento dei prezzi: l’accusa.
Sono risorse che vanno restituite immediatamente ai consumatori sotto forma di taglio dell’IVA, o qualunque altro tipo di calmiere, dicono le sigle.
Per Davide Tabarelli, fondatore e presidente di NE Nomisma Energia, appare privo di giustificazione il pessimo trattamento avuto da questo segmento della mobilità delle persone, tutte tradizionalmente più sensibili ai costi e, allo stesso tempo, più attente all’impatto sull’ambiente.