Sebbene in maniera meno decisa rispetto ai due mesi precedenti (più 40 per cento a marzo, più 29,2 per cento ad aprile), il mercato auto Italia si conferma in ripresa pure a maggio 2023. Con un totale di 149.411 targhe, i dati, diffusi dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, segnalano un aumento del 23,1 per cento rispetto a dodici mesi prima. Segno che qualcosa si muove, grazie a due fattori decisivi nella risalita di un centrale nell’economia nazionale. In primo luogo, i problemi di approvvigionamento sofferti lo scorso anno sono rientrati. Lo scoppio dell’emergenza sanitaria aveva inceppato i regolari ingranaggi, fino al punto in cui le aziende non erano più riuscite a soddisfare la domanda. Adesso però le difficoltà avvertite in passato sono praticamente scomparse e così i Costruttori si sono lanciati nella corsa allo smaltimento dei numerosi ordini arretrati.
Il secondo aspetto, non meno pregno di rilevanza nei giochi di potere dell’industria delle quattro ruote, verte sui bassi valori registrati nel 2022. Uno dei punti più bassi sofferti dall’automotive da decenni a questa parte, frutto di criticità alle quali nessun operatore della filiera si sarebbe potuto far trovare pronto. Anche se con indici di gravità differenti, qualsiasi Casa ha patito le pene dell’inferno, mentre oggi sembra di scorgere la luce in fondo al tunnel. Tuttavia, prima di cantar vittoria è meglio attendere perché c’è ancora parecchia strada da fare.
Difatti, come sottolinea l’Unrae, per un confronto attendibile bisogna prendere a riferimento il 2019, ovvero l’ultimo anno prima dell’insorgere del Covid. Ebbene, il referto non risulta tanto incoraggiante, anzi. Difatti, nel paragone, relativo al mese di aprile, si ravvisa una flessione di ben il 24 per cento. Il cumulato annuo, invece, sebbene con le 702.339 immatricolazioni risulti in crescita del 26,1 per cento sul 2022, la perdita supera il 22 per cento. Insomma, nel giro di quattro anni i volumi si sono ridotti di circa un quarto.
Mercato auto Italia maggio 2023: Stellantis e Volkswagen Group si rinforzano
Chi ne esce rinforzato è Stellantis. Il mercato auto italiano a maggio ha premiato le politiche societarie del conglomerato italo-francese-americano, diretto da Carlos Tavares, con un incremento del 3,99 per cento di registrazioni, pari a 49.493. La prevalenza dei marchi ha dato un importante contributo, comprese quelle rientranti nel comparto premium, delle quali spicca il rendimento eccellente di Alfa Romeo, con un più 130,97 per cento, a fronte di 2.677 targhe.
Il Costruttore del Biscione vive un periodo di splendore, sotto la direzione di Jean-Philippe Imparato, grazie al lancio nelle concessionarie di best seller assolute, tipo la Tonale. A proposito del suv, il primo a trazione elettrificata della compagnia di Arese, è ormai imminente lo sbarco negli Stati Uniti. Completati i test EPA, tesi a rilevarne le emissioni e le capacità effettive di autonomia di percorrenza a zero emissioni, lo sport utility è sul punto di approdare negli States. In diversi incontri con la stampa, il numero uno del brand ha spiegato di riporre notevoli speranze per l’espansione internazionale. Reduce da un periodo piuttosto travagliato, in seguito al cambio di guida sembra aver imboccato la strada giusta. Staremo a vedere se riuscirà a continuare sullo stesso andazzo.
Altrettanto soddisfacenti il più 95,64 per cento di DS (1.031 unità), il più 176,3 per cento di Maserati (373) e il più 21,27 per cento di Jeep (6.898 per cento). Anche se, almeno per il momento, non ha inserito in listino nessuna novità, pure la Lancia chiude in positivo, con un più 10,4 per cento (4.701). Attualmente, la realtà piemontese annovera soltanto la Ypsilon, ma da qui alla fine del decennio proporrà tre new entry.
Oltre alla Ypsilon, che verrà riconcepita alla radice, il “giocattolo” di Luca Napolitano proporrà due proposte il cui nome dovrebbe rievocare storici successi del passato. Sorridono pure gli uomini Peugeot, dato il più 66,58 per cento (10.678). Passando alle note negative, spiccano il meno 24,82 per cento di Fiat e il meno 23,06 per cento di Citroen, che hanno, rispettivamente, chiuso con 14.691 e 3.994 esemplari venduti. Non ha motivo di festeggiare neppure la Opel, con un meno 5,04 per cento (4.450).
Nel complesso, il gruppo Volkswagen ha motivo di vedere il bicchiere mezzo pieno, con un incremento delle targhe totali del 9,86, quantificate in 23.436 esemplari. A trascinarlo Audi, con un più 43,64 per cento (6.428 registrazioni) e Skoda, con un più 28,98 per cento (3.013). Ciò ha permesso di compensare il calo, non risibile, di Seat (meno 26,23 per cento, 1.308 unità) e Lamborghini (meno 20,97 per cento, 49). Stabili VW (meno 0,4 per cento, 11.090), e Cupra (meno 0,19 per cento, 1.548). Si conferma la posizione di predominio della spin-off Cupra su Seat: la giovane azienda, specializzata nella produzione di vetture dinamiche e di fascia medio-alta, ha preso il sopravvento sulla controparte, dalla cui costola è nata soltanto pochi mesi fa.
Mercato auto Italia: Renault e Ford
Proseguendo con il gruppo Renault, il colosso della mobilità, affidato alle sapienti cure di Luca de Meo, ha messo a segno un più 67,27 per cento, con 14.703 immatricolazioni. Del totale, 6.825 portano impresso l’iconico logo della Losanga (più 62,19 per cento) e 7.878 appartengono alla Dacia (più 71,93 per cento). A sua volta, la Ford, che ha sofferto negli ultimi mesi in territorio europeo (al punto da ridimensionare le sue velleità, con un taglio al personale), ben figura, visto che le 8.399 targhe valgono un più 38,96 per cento.
In confronto allo stesso mese del 2022, la stessa BMW si consolida, con le 7.302 immatricolazioni che implicano un più 37,54 per cento. Se il marchio dell’Elica mette a segno un più 28,1 per cento (5.306 targhe), la Mini vola, con un più 71,04 per cento (1.996). Bene pure la Mercedes-Benz con un più 11,97 per cento e 4.638 vetture registrate. Ad avere inciso in misura decisiva la forza commerciale di Stoccarda, che sale del 15,47 per cento (4.223), che rispondono al meno 14,92 per cento della Smart (405).
Le asiatiche
E le nipponiche? Il gruppo Toyota conclude con un più 27,75 per cento (11.283 targhe), compiaciuta sia dall’andamento del brand delle Tre Ellissi, che totalizza un più 25,67 per cento (10.713 immatricolazioni), e della Lexus, in grado di concludere con un più 85,67 per cento (570). Pollice alto per la Suzuki (più 212,2 per cento, 3.915 unità), la Mazda (più 67,6 per cento, 1.138) e la Subaru (più 104,95 per cento, 207), basso per la Nissan (meno 17,32 per cento, 2.253), la Honda (meno 42,81 per cento, 473) e la Mitsubishi (meno 73,83 per cento, 84). In merito alle coreane, la Hyundai sale del 10,85 per cento (4.353 auto registrate), mentre la consociata Kia riporta un più 29,1 per cento (4.783).
Premium e sportive
Del comparto premium, Volvo guadagna il 35,29 per cento (2.093 vetture). Il gruppo Jaguar Land Rover totalizza un più 9,8 per cento (1.087), con il miglioramento dei fuoristrada (più 16,71 per cento, 859) e la contrazione del Giaguaro (meno 10,24 per cento, 228). La Tesla comincia a uscire da una ristrettissima nicchia, che da 14 immatricolazioni di maggio 2022 schizza a 1.477 (+10.450%).
Cresce altresì l’interesse attorno alle sportive, con il più 30,92 per cento della Porsche (686 targhe) e il più 10,53 per cento della Ferrari (63). Dal canto suo, la Polestar da zero di un anno fa chiude a 91. Infine, proseguono l’andamento positivo la MG, che da 273 si porta a 3.027 vetture, la Lynk & Co (più 5,46 per cento, 425) e, soprattutto, la molisana, DR, che raddoppia i numeri precedenti, con un più 99,24 per cento e 3.670 veicoli.