Mercato auto Italia a febbraio 2025: disastro incentivi europei fantasma

Ippolito Visconti Autore News Auto
Immatricolate nel mese 137.922 vetture, quasi 9.300 meno dello scorso anno.
vendite auto

Non si ferma più la flessione del mercato auto italiano: a febbraio 2025, le immatricolazioni si sono attestate a 137.922 unità, in calo del 6,3%. Settimo crollo di seguito. Il primo bimestre dell’anno si chiude quindi con 271.638, con un pesante -21% rispetto al 2019, che è il vero paragone da fare.

I motivi della crisi

Fra le ragioni della crisi del mercato italiano, anche l’inflazione. Ma attenzione, aggiungiamo, all’effetto attesa dato dagli incentivi europei fantasma. Molti politici parlano di bonus UE per chi compra auto poco inquinanti. Chiaro che nessuno ora acquisti macchine né elettriche né ibride: tutti attendono gli sconti UE. È il tremendo effetto attesa, che attanaglia l’Italia sia prima dei bonus nostrani sia prima dei bonus europei.

Infatti, a febbraio la quota di auto elettriche si attesta solo al 5%, in crescita rispetto al 3,4% di febbraio 2024, che risentiva dell’attesa dell’avvio degli incentivi, ma in linea con il 5% di gennaio. Le auto ibride plug-in salgono al 4,5% rispetto al 3,6% di gennaio e al 3,2% di febbraio 2024. Complessivamente, le auto elettrificate raggiungono una quota di mercato del 9,5%. Bassissima.

Meno male che ci sono le km 0

 A febbraio, i dealer hanno contribuito con circa 11.000 auto immatricolazioni: le macchine a km 0. Preziose per centrare i target di vendita in generale e per abbassare la media delle emissioni del venduto.

UE lentissima: altro guaio

Il 26 febbraio è stato presentato il Clean Industrial Deal, la Comunicazione della Commissione Europea finalizzata ad accelerare al tempo stesso la decarbonizzazione: zero misure specifiche per il rilancio del settore automotive. Si aspetta il Piano d’Azione per il settore automobilistico, che sarà presentato il prossimo 5 marzo. Possibili raccomandazioni agli Stati membri per valorizzare le best practices e individuare possibili fonti di finanziamento per supportarne l’implementazione.

Multe UE: tempi lunghissimi

Il presidente Ursula von der Leyen vuole proporre un emendamento sui regolamenti riguardanti le sanzioni per il mancato rispetto dei target di emissione di CO2, tenendo conto delle reali difficoltà di mercato: per risultare efficace, la proposta, che consentirebbe di calcolare le emissioni sulla media di tre anni, dovrà essere rapidamente approvata da Parlamento e Consiglio Europeo, dice l’Unrae Case estere. Quindi, serve la battaglia politica fra fazioni, aggiungiamo noi.

Federauto stronca l’idea sul posticipo multe

Rispondere ai target e alle scadenze sfidanti – ma in realtà irrealistiche – poste dalla Commissione Europea unicamente posticipando le scadenze, nella speranza che prima o poi il mercato cambi idea sulla scarsa appetibilità dell’auto elettrica, e non cambiando invece nettamente la strategia, mettendo al centro i target di decarbonizzazione, anziché dell’elettrificazione, significa cincischiare sull’orlo dell’abisso: l’accusa di Federauto. Che dice no anche a iniziative dirigistiche quali il Greening Corporate Fleet: obbligo a carico delle aziende di comprare auto elettriche.

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Che accade in Italia

Tra le prossime tappe, l’11 marzo ci sarà il Tavolo Automotive promosso dal ministero delle Imprese e del Made in Italy. Per l’Unrae serve un piano pluriennale di sostegno alla domanda di veicoli a zero o bassissime emissioni e di accelerare lo sviluppo delle infrastrutture di ricarica e di rifornimento di idrogeno. Necessario anche riformare in tempi brevi il regime fiscale delle auto aziendali, oggi inadeguato e penalizzante rispetto agli altri Paesi europei, di modulare la detraibilità IVA e deducibilità dei costi in base alle emissioni di CO2, con riduzione del periodo di ammortamento a 3 anni.

Privati in fuga

L’analisi della struttura del mercato del mese, sotto il profilo degli utilizzatori, evidenzia una flessione dei privati che li porta a perdere 2,8 punti di quota, al 54,3% del totale. Recupera il noleggio a lungo termine che guadagna 3,8 punti, al 24% di quota. Sono le società delle Case che comprano (captive). Tra le alimentazioni, in febbraio il motore a benzina cede 4,6 punti, al 26,3%. Il diesel -5,1 punti e si ferma nel mese al 9,7% di share, GPL al 9,9%. Le vetture ibride salgono al 44,6% di share nel mese, con un 12,5% per le “full” hybrid e 32,1% per le “mild” hybrid. 

Futuro da incubo

Pessime le prospettive per i prossimi mesi: il 79% dei concessionari interpellati dal Centro Studi Promotor, nel quadro della sua consueta indagine congiunturale mensile sul mercato dell’auto in Italia, ha dichiarato che in febbraio la raccolta di ordini è stata bassa. L’84% dei concessionari giudica bassa anche l’affluenza di visitatori negli showroom. Pesano l’incertezza per la transizione energetica e i prezzi che vengono giudicati decisamente elevati.

Tanta fatica per così poco

L’industria auto UE è a rischio, prosegue il Centro Studi Promotor. La completa elettrificazione del parco circolante di vetture non potrà avvenire prima del 2055: questa la previsione. Risultato: una riduzione a livello mondiale del 3,3% delle emissioni di anidride carbonica (CO2), che è soltanto uno dei gas serra a cui si imputa la responsabilità del mutamento climatico in atto. Mentre poco si fa per ridurre l’impatto di molti altri gas serra: vapore acqueo, ozono, metano, alocarburi, protossido di azoto.

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