Male febbraio 2025 in Europa: secondo i dati diffusi dall’associazione dei costruttori Acea, le immatricolazioni nell’area UE+Efta+UK ammontano a 963.540 unità, il 3,1% in meno sullo stesso mese del 2023. Giù del 17,5% sul livello pre pandemia 2019. Stellantis immatricola 155.970 vetture e cede del 16,2%, con Peugeot giù del 3,6%, Citroën del 15,3%, Fiat -32,6%, Opel/Vauxhall -26,5%, DS -19%, Lancia -72,3%, Maserati -17,6%. In controtendenza Jeep (+1%) e Alfa Romeo (+38,5%). Quota di mercato scesa al 16,2% dal 18,7% dell’anno precedente. Nei primi due mesi del 2025, le vendite del Gruppo sono precipitate del 16,1%, a 310.091 unità.
Leader Volkswagen grazie a 258.510 registrazioni e un +4% legato al marchio omonimo (+7,4%), a Seat (+17,1%), Cupra (+32,3%) e Audi (+1,5%). Giù Skoda (-6%) e pessima Porsche (-33,9%). Bene Renault, a +10,8% e 107.134 targhe. Hyundai-Kia -7,4% e 73.294 immatricolazioni. Idem Toyota (-5,7% e 71.105 targhe), Mercedes-Benz (-5,1%, 46.439). In crescita BMW (+5,6%, 69.519). Tesla -40,1%, mentre la cinese SAIC vola a +26,1%. Insomma, il febbraio orribile di Stellantis (specie Fiat), Porsche e Tesla, la quale però in genere il terzo mese di ogni trimestre sale: in futuro, si vedrà l’effetto della Model Y rifatta. Lancia disastro, sebbene in concomitanza con l’uscita della nuova Y.
In attesa del nuovo CEO Stellantis
Si annuncia sempre più difficile il compito per il nuovo futuro CEO Stellantis: bisogna capire come rialzare i marchi storici evitando sovrapposizioni fra brand. Inoltre, se le ibride sono ricercate in Europa, allora qualcosa del sistema ibrido del Gruppo euroamericano non convince i consumatori. E se le elettriche salgono, le autonomie delle full electric della società un tempo guidata da Tavares non soddisfano: è fattuale, lo dicono i numeri. Si spera in modelli elettrici non carissimi come Citroën ë-C3 e Fiat Grande Panda, anche se in futuro si dovrà fare i conti ancor più di oggi con le full electric cinesi, contro cui i dazi UE possono poco sul lungo periodo.
Guai per Musk
La Casa automobilistica affronta il ritardo nelle consegne della nuova Model Y (con pausa produttiva negli stabilimenti, compreso quello di Berlino), l’impatto negativo dell’immagine di Elon Musk schieratosi con Trump e con la destra europea, la vicinanza all’estrema destra tedesca di Alternative für Deutschland (AfD). Ci sono anche manifestazioni contro Tesla con vandali che prendono di mira negozi, Supercharger e le auto dei clienti.

Auto elettriche su, benzina e diesel a picco
È un semplice rimbalzo statistico pieno quello delle full electric, perché i numeri bisogna leggerli bene: crescita del 26,1% legata al +41,7% del mercato britannico; e primo bimestre con una quota di elettriche nel blocco comunitario del 15,2%, in miglioramento rispetto all’11,5% del pari periodo dell’anno scorso, ma col 64% delle immatricolazioni concentrato in tre mercati, ossia Germania, Belgio e Paesi Bassi. Mike Hawes, amministratore delegato dell’associazione dei produttori e commercianti di automobili del Regno Unito (SMMT): questo risultato è stato ottenuto “grazie ad un costo enorme per i produttori in termini di supporto al mercato”. All’opposto il mercato italiano in cui la quota delle elettriche nel primo bimestre 2025 ha toccato il 5%. Lì dove ci sono più colonnine. Di converso, BEV in spolvero a zero incentivi e con Tesla crollata. In terra tedesca, è il secondo mese positivo per le elettriche: 35.949 (+30,8%), con numeri ottimi per VW.

Mercato auto europeo a febbraio 2025: i big cedono
Italia in flessione del 6%, Germania del 4,6%, Francia del 3,3% e Regno Unito dell’1%. La Spagna ancora in crescita, con un +8,4%. A livello di singole aree, Unione Europea -3,4% ed Efta +0,9%. Calo per le vetture a benzina (-23,6%) e diesel (-28,3%). Le due alimentazioni tradizionali sono di conseguenza scese, nel bimestre, al 38,8%, quasi dieci punti percentuali in meno.
Ibride ok
I dati di febbraio 2025 hanno mostrato che le nuove immatricolazioni UE di auto ibride sono aumentate del 18,7%, guidate da una crescita significativa nei quattro mercati più grandi: Francia (+51,4%), Spagna (+31,5%), Italia (+10,4%) e Germania (+9,8%). Ciò ha portato a 594.059 unità immatricolate nei primi due mesi del 2025, che rappresentano il 35,2% della quota di mercato UE. Le immatricolazioni di auto elettriche ibride plug-in sono diminuite del 5% nel periodo gennaio-febbraio 2025, con un totale di 124.947 unità: riduzioni in mercati chiave come Belgio (-65,3%) e Francia (-49,3%). Di conseguenza, le auto elettriche ibride plug-in rappresentano ora il 7,4% delle immatricolazioni totali di auto nell’UE.
Italia ormai alla deriva automotive
Col mercato italiano che scende, con le elettriche nicchia, ormai l’Italia è alla deriva automotive. Anche considerando la produzione in rosso. D’altronde, gli stipendi per gli italiani scendono dell’8,7% rispetto al 2008. Con una tassazione terrificante e il costo dell’energia stellare (niente gas russo). Nel 2008, a spanne, senza contare l’inflazione, una Fiat Panda 1100 costava 8.900 euro, nel 2023 15.600 euro, ossia circa il 75 % in più. La fame di auto c’era e c’è sempre più forte per via di mezzi pubblici pietosi e carissimi (oltreché pericolosi per varie ragioni note): per questo siamo una nazione che fa boom di usate diesel over 10 anni.