Mercato auto Europa, brusco taglio alle stime: anche il 2022 sarà un anno negativo

M Magarini
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Il mercato auto Europa è destinato a chiudere l’anno con un ulteriore calo delle vendite. Stando, infatti, alle previsioni effettuate dai propri analisti, l’Acea paventa una infelice chiusura del 2022. Se in apertura dell’anno si profilava un lieve crescita, ora viene prospettata una forte contrazione dei volumi commerciali. In tale occasione l’industria delle quattro ruote dell’Unione Europea dovrebbe subire una flessione dell’1 per cento, con 9,6 milioni di vetture, quasi un milione in meno rispetto allo scenario illustrato nel febbraio scorso, quando la stessa associazione aveva parlato di un incremento del 7,9 per cento a 10,5 milioni.

Mercato auto Europa, previsioni riviste: nel 2022 non ci sarà nessuna ripresa

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La correzione delle stime è la prova lampante di una domanda in crisi, le cui fattezze risultano ancora più considerevoli se messe a paragone con i valori ante Covid. Il mercato auto Europa corre il rischio di perdere oltre un quarto dei volumi in rapporto al 2019, per l’esattezza il 26 per cento (mentre a febbraio ci si immaginava un calo di circa il 20 per cento).

Del resto, nel consuntivo dei primi otto mesi del 2022 le immatricolazioni hanno avuto una flessione di quasi il 12 per cento. E all’orizzonte si stanno per addensare nubi ancora più fosche. Finora – evidenzia l’Acea – il mercato auto Europa è stato limitato esclusivamente dal lato dell’offerta. Ciò poiché la persistente carenza di componenti ha finito per penalizzare le attività produttive. Eppure, nell’arco dei prossimi mesi pure i tassi di inflazione e i timori di recessione potrebbero aggravare la situazione, colpendo la domanda.

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Sulla base dei suddetti presupposti, l’associazione va avanti a rimarcare quanto il mercato paghi vari fattori negativi, tra cui una congiuntura economica alquanto sfavorevole. Ad avere un pesante impatto ci pensa poi il conflitto bellico scoppiato in Ucraina, con le relative conseguenze sulla fiducia di famiglie e imprese e, pertanto, sulla propensione agli acquisti. Ad agire da deterrente ci pensa poi un aspetto aggiuntivo, ossia l’incertezza correlate al futuro stesso dell’auto, con la transizione elettrica che andrà un impatto non solo sulle Case produttrici.

 

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