Maserati: le paure dei sindacati

Ci sono iniziative da parte di Maserati a Modena, ma i sindacati chiedono azioni concrete.
maserati mc20 cielo maserati mc20 cielo

Maserati ha un futuro? Per l’amministratore delegato del Tridente e di Alfa Romeo, Santo Ficili, sì, come spiega in una lettera di risposta a Rocco Palombella, segretario dei metalmeccanici della Uil, che si era detto preoccupato di un possibile disimpegno della società del Gruppo Stellantis. Il CEO parla di nuove versioni, motorizzazioni e allestimenti di Grecale, GranTurismo e GranCabrio, poi del reveal dinamico della GT2 Stradale, e del restyling – che sarà presentato nel primo semestre – della supercar MC20, nonché del potenziamento del programma Fuoriserie con l’apertura delle Officine Fuoriserie Maserati”. Il boss della Casa ha affermato che dazi e instabilità dei mercati internazionali hanno aggiunto nuove incertezze alla già difficile transizione dell’industria automobilistica verso l’elettrificazione e le nuove tecnologie. Tuttavia, gli Stati Uniti rimangono un mercato strategico per Maserati, 

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Maserati in difficoltà

Ficili rassicurare a più riprese: “Siamo consapevoli delle difficoltà attraversate, frutto anche di decisioni passate che hanno avuto conseguenze rilevanti. Tuttavia, non siamo rimasti inerti”. Nello stabilimento di viale Ciro Menotti, a Modena, ecco uno spazio dedicato alla personalizzazione delle auto della Casa: nelle nuove Officine Fuoriserie Maserati i desideri dei clienti non hanno limiti e il processo di configurazione si arricchisce con una innovativa linea di verniciatura per creare la Maserati dei propri sogni, spiega il CEO. Si punta sulla attivazione delle Officine Classiche, che presto vedranno una presenza anche in mercati chiave come Giappone e Stati Uniti, al servizio dei 330.000 clienti. Inoltre, ecco progetti sulla base di nuove piattaforme innovative a Cassino, che apriranno a Maserati la possibilità di rafforzarsi nei propri segmenti di riferimento. Più l’inedito progetto Alta Gamma, simbolo dell’eccellenza artigianale italiana, che nascerà proprio a Modena, “destinata a essere il polo del lusso della nostra azienda in collaborazione con i migliori partner”.

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Obiettivi dell’azienda di Modena

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L’azienda intende riconquistare la clientela storica, rafforzare la competitività e riportare il marchio al centro del panorama automobilistico di lusso internazionale, riaffermandone il legame con il territorio e con la Motor Valley. Nel 2025 si celebra il centenario del Tridente, che diventa un’occasione per riaffermare “la nostra visione del futuro: innovare senza mai perdere di vista le nostre radici”, dice Ficili, così da “salvaguardare i posti di lavoro, la competitività industriale e la leadership italiana nel mondo del lusso automobilistico”. Infatti, il team Maserati è al lavoro per valutare come adattarsi alle nuove condizioni di mercato, garantendo al contempo continuità e valore per i propri clienti. “Gli Stati Uniti restano un mercato strategico per Maserati e siamo determinati a mantenere la nostra competitività”.

La risposta di Palombella

Rocco Palombella, segretario generale Uilm: bene quanto affermato dall’ad sulla fase di sviluppo di nuovi progetti e sull’impegno nel voler rafforzare la competitività di Maserati riportando il marchio al centro del panorama automobilistico di lusso internazionale. “Ora ci aspettiamo che quanto affermato si trasformi in realtà concreta scongiurando qualsiasi ipotesi di scorporo. Tutti noi siamo chiamati ad avere la massima responsabilità per salvaguardare un settore strategico come quello dell’automotive e a mettere tutto l’impegno possibile per il rilancio di marchi storici che raccontano una storia di eccellenza tutta italiana, alla quale non rinunceremo mai”.

Allarme Fiom per il Tridente e per Stellantis

Il segretario Fiom, De Palma, è poco fiducioso, perché manca un piano industriale sulla Casa del Tridente. Per competere con marchi come Audi e Bmw, non ci sono auto sul mercato. Il problema è che abbiamo poca innovazione. Stellantis non sta investendo in Maserati. Nel mirino anche il governo Meloni, che aveva annunciato un rilancio del settore. “Addirittura abbiamo letto una dichiarazione del ministro Urso che diceva come finalmente l’automotive in Italia si fosse rimessa sulla giusta strada. Il punto è che la strada è un vicolo cieco, in realtà”. Lo evidenzierebbe – a dire di De Palma – il crollo della produzione italiana di Stellantis nel primo trimestre, con effetti su tutta la filiera della componentistica: “Stanno aumentando gli ammortizzatori sociali e Stellantis ha riaperto le procedure per le uscite volontarie. Si è cominciato con la Campania, ma è evidente che ciò riguarderà anche altri stabilimenti”.

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Quale soluzione? Un piano condiviso da mondo dell’automotive, Stellantis e governo, con delle risorse però. Le risorse che erano state messe dai governi precedenti nel fondo nazionale oggi sono state cancellate. Arrivano nuovi investimenti in Europa, come quelli cinesi, ma non in Italia. “Abbiamo una capacità installata di oltre 1,5 milioni di veicoli, ma quest’anno – sostiene il leader Fiom -, ma rischiamo di produrne meno di 300.000 o 250.000, se si continua così”.

Società di consulenza McKinsey al lavoro per  Maserati e Alfa Romeo

Intanto Stellantis ha incaricato la società di consulenza McKinsey di fornire un report sugli effetti dei dazi recentemente annunciati per Maserati e Alfa Romeo, mentre i due marchi preparano i piani futuri. La notizia ha riacceso le speculazioni sul futuro del Tridente, che nel 2024 ha più che dimezzato la sua produzione, arrivando a sole 11.300 unità, e ha chiuso in rosso con una perdita operativa di 260 milioni di euro (295,83 milioni di dollari). La gamma comprende attualmente la coupé GranTurismo e la sua versione cabriolet GranCabrio, il SUV Grecale e la sportiva MC20, prodotta in volumi ridotti. Non sono previsti lanci di nuovi modelli, dice la Reuters, con Stellantis che sta rivedendo il piano industriale del marchio dopo la sua sospensione lo scorso anno.

Quando nascono i timori per Maserati

Il guaio nasce a luglio 2024, quando l’allora CEO Stellantis Tavares dice: “Chiuderemo i marchi non profittevoli”. Nei media si fanno i nomi di Maserati, Alfa Romeo e Lancia. A seguire, si scatena un polverone per le parole dell’allora direttore finanziario del Gruppo Natalie Knight, durante la presentazione dei risultati finanziari del primo semestre del 2024, in cui il manager accenna alla possibilità di “valutare in futuro quale sia la migliore collocazione per Maserati”. Il tutto in un contesto drammatico con 6.500 vendite in sei mesi 2024 contro 15.300 unità dei sei mesi 2023.

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Arriva perfino una nota Stellantis poche ore dopo a fare chiarezza, in cui si evidenzia che l’azienda è in una fase di transizione verso l’elettrificazione, col programma Folgore BEV, modelli termici e le varianti ibride per la Grecale. La società “non ha intenzione di vendere il marchio del Tridente, così come non ha intenzione di aggregare Maserati ad altri gruppi italiani del lusso”. Si ribadisce l’impegno incondizionato per il brillante futuro di Maserati come unico marchio di lusso dei 14 brand del Gruppo”. Da quell’estate torrida, un susseguirsi di notizie poco rassicuranti.

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