Maserati alla Ferrari: 10 rischi enormi per il Cavallino

Ippolito Visconti Autore News Auto
Dopo i deludenti risultati del primo semestre di Stellantis, il capo del Gruppo, Carlo Tavares, ha detto: “Abbiamo 15 marchi con Leapmotor. Se non fanno soldi, li chiuderemo”.
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Dopo i deludenti risultati del primo semestre di Stellantis (l’utile operativo rettificato è sceso addirittura del 40% a 8,46 miliardi di euro), il capo del Gruppo, Carlo Tavares, ha detto: “Abbiamo 15 marchi con Leapmotor. Se non fanno soldi, li chiuderemo”. A chi si riferiva? In quel “chiuderemo” poi c’è tutto: anche venderemo. E allora occhi puntati su Maserati. Il Chief Financial Officer di Stellantis Natalie Knight ha affermato: “Potrebbe esserci un momento in futuro in cui esamineremo quale sia la migliore casa per Maserati”. Che è l’unico brand ad avere un proprio rendiconto economico. A questo punto, ogni illazione è lecita. Il mitico marchio modenese italiano potrebbe passare alla Ferrari. Ma ci sono 10 rischi enormi per il Cavallino.

1) Le vendite globali della Casa automobilistica di lusso nel primo semestre si sono più che dimezzate, scendendo sotto i 1.100 veicoli al mese, con conseguente perdita operativa di 82 milioni di euro. Invece, c’era un utile di 121 milioni di euro nei primi sei mesi del 2023. Potrebbe consegnare meno di 12.000 veicoli con un margine negativo attorno al 10%, si presume, visto che era -13% nel primo semestre. Per Ferrari, ci sarebbe da invertire una tendenza negativa, proprio mentre tutto il mercato mondiale è incerto su ogni fronte. Maranello si metterebbe contro due correnti negativi nel fiume da risalire.

2) Maserati non riceverà alcun nessun prodotto prima del 2027. 

3) Per Stellantis, fare soldi col marchio di lusso Maserati è stato faticosissimo. 

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4) Da quando è diventata indipendente, Ferrari ha avuto ancora più successo. Da sola, libera, mondiale, con la Terra ai suoi piedi ovunque, inclusa la ricchissima Cina, compresi i nordamericani coi soldi, gli arabi pieni di petrodollari: i clienti perfetti per un marchio magico.

5) La Ferrari ha controllato la Maserati dal 1997 al 2005, con risultati notevoli. Altra epoca: come se fossero passati mille anni. Altro contesto, quando ancora i cinesi ci scopiazzavano malamente e di elettrico c’erano solo i trenini dei bimbi.

6) Dalla sua quotazione a Wall Street nel 2015, la Ferrari ha inanellato solo successi. E pazienza che in F1 è un flop totale e perenne: le vendite ai privati non ne risentono. Il Cavallino è così forte da essere immune da qualsiasi virus. Nel 2023 margine operativo leader del settore del 27%, con 6 miliardi di euro su vendite di 13.663 auto. Clienti iper selezionati. Meglio. Meno macchine uguale più status symbol, qualcosa di elitario e inimitabile.

7) Ferrari è quotata, ma Exor (la holding finanziaria della famiglia Agnelli-Elkann) e Piero Ferrari hanno in mano un numero sufficiente di voti per portare avanti l’acquisizione della Maserati. Se altri azionisti non concordano, pazienza. Sarebbe tuttavia un peccato rovinare la totale armonia interna in un momento d’oro.

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Gamma da rifare da zero

8) Bisogna fare tabula rasa e ripensare l’intera gamma Maserati. Le vendite della Suv media Grecale sono crollate: d’altronde, molti vedono in questa macchina un’Alfa Tonale. Il prezzo attorno a 100 mila euro non convince. La coupé GranTurismo e la decappottabile GranCabrio, e la supercar in fibra di carbonio MC20 (coupé e roadster) non vanno come nelle attese. La crossover Levante arriverà nel 2027, in ritardo di due anni rispetto a quanto inizialmente previsto. La prossima generazione della grande berlina Quattroporte, elettrica, arriverà nel 2028, con tre anni di ritardo. Maserati è un treno in ritardissimo. Si rischia che i veicoli siano già vecchi al loro approdo, con la Cina pronta a sbranare tutti.

9) Se investi somme fortissime in un modello del Cavallino, con dispendio di energie interne, al 100% avrai successo. Se investi somme fortissime in un modello Maserati, hai una grossa incognita innanzi: la risposta del consumatore. Il ritorno della barcata di denaro non è per nulla sicuro col Tridente.

10) Piano con l’euforia esterna che spinge. Fine 2021: viene annunciato l’arrivo delle Maserati (anche elettrificate) a Mirafiori. Discorsi altisonanti delle autorità, taglio del nastro, sindacati alle stelle. Occhio: il Tridente è un’incognita. Perché mai rischiare di immettere un granellino di sabbia in un meccanismo di sublime perfezione che è Ferrari, simbolo del nostro Paese e del Made in Italy? Magari crei una luxury car Maserati prestazionale, con design splendido e tecnologia raffinata, ma devi fare i conti con l’alchimia ormai persa: lo status symbol che non c’è più. Personalmente, reputiamo che una Maserati ai cinesi possa fare sfracelli, dopo investimenti colossali anche a livello di marketing: immagine da ricostruire. 

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