Se 15.000 tagli del Gruppo Volkswagen erano un qualcosa di storico, con 30.000 licenziamenti siamo all’apoteosi: indiscrezioni insistenti indicano quei numeri allucinanti. Qualora così fosse, i sindacati scatenerebbero l’inferno anti mannaia, con scioperi a ripetizione. Stando al gossip automotive, il ceo del Gruppo Oliver Blume reputerebbe che ridurre la forza lavoro tedesca del 10% sia realistico a medio termine: fonte Manager Magazin, rivista economica. Il consiglio di fabbrica della VW ha affermato che il numero di 30.000 “non ha fondamento ed è semplicemente una sciocchezza”. Quel 30.000 ricorre. L’ex ceo del Gruppo VW Herbert Diess ha avvertito nel 2021 che 30.000 posti di lavoro erano a rischio nel contesto del passaggio del settore all’elettrificazione.
Dove andrebbero a operare le forbici
I tagli sarebbero più profondi nelle attività di ricerca e sviluppo della casa automobilistica, dove si perderebbero dai 4.000 ai 6.000 posti di lavoro dei 13.000 dipendenti di R&S in Germania. Il responsabile finanziario del gruppo VW Arno Antlitz pare intenda ridurre gli investimenti nei prossimi cinque anni da 170 miliardi di euro a 160 miliardi di euro, secondo la rivista. VW ha affermato questo mese di aver bisogno di tagliare significativamente i costi del suo marchio omonimo in Germania, citando costi elevati, bassa produttività e forte concorrenza. Punta a eliminare gli accordi di lavoro che garantiscono posti di lavoro fino al 2029 in sei stabilimenti tedeschi, aumentando la prospettiva di chiusure di fabbriche e licenziamenti obbligatori.
Elettriche rifiutate da tutti
La domanda in Europa non si è ripresa dalla pandemia e l’azienda ha perso vendite di 500.000 auto, l’equivalente di circa due stabilimenti, ha detto Antlitz a un dipendente presso la sede centrale della casa automobilistica a Wolfsburg il 4 settembre. Non si attende un’impossibile ripresa delle vendite. In crisi specie il marchio VW: auto elettriche flop. Target: aumentare i margini al 6,5 percento entro il 2026. Scesi al 2,3 percento durante il primo semestre.
Occhio alle parole del cfo del Gruppo Volkswagen, Arno Antlitz: “Mancano le vendite di circa 500mila auto, pari a circa due stabilimenti. Il mercato semplicemente non c’è più”. Lo stesso Antlitz, commentando i conti del primo semestre, con utili in calo, ha aggiunto: la spesa per gli investimenti per il periodo 2025-2029 sarà ridotta a circa 165 miliardi di euro dai 180 miliardi del periodo 2024-2028. Decisioni drastiche senza precedenti negli 87 anni di vita di VW. Perché mancano 15 miliardi di euro: vanno risparmiati. Già. Come? Servono soldi freschi, magari vendendo la fabbrica Audi di Bruxelles ai ricchissimi cinesi di NIO, in mega espansione. È l’adorata transizione elettrica Ue.