Ma quali strade intelligenti: non c’è un km quadrato di asfalto liscio con segnali leggibili

Ippolito Visconti Autore News Auto
Si parla tanto di smart road in Italia, però si deve partire dalle basi: l’asfalto.
strade intelligenti

È tutto un gran chiacchierare su tecnologie del futuro in Italia per le smart road, ossia strade intelligenti che dialogano con auto intelligenti. Specie elettriche, con tanti Adas. Così, chi guida sa tutto quello che lo attende nei metri successivi. Tipo incidenti, blocchi, lavori o altro. In modo più dettagliato e sofisticato rispetto a quanto accada oggi. Ma bisogna fare non uno, dieci passi indietro, e partire dalle basi: l’asfalto

Evento speciale cercasi

È un miracolo un km quadrato di asfalto liscio con segnali leggibili nelle nostre città, sfasciate e devastate a livello stradale. Idem su strade provinciali e regionali. Alcuni statali anche. Il problema numero uno, questo va riconosciuto ai Comuni, sono 23 milioni di auto sopra i 10 anni d’età in circolazione: spaccano la strada. Assieme ad altri milioni di veicoli meno anziani. Più furgoni, camion e bus in condizioni pietose. Infatti, quando un automobilista subisce un danno da buca, si sente dire dai Comuni: dovevi andare più piano e guidare con più prudenza. Lo sai che le strade sono orribili e piene di voragini.

Qualcosa si muove

Ecco cosa abbiamo sentito nel corso dell’evento “Durabilità e sostenibilità delle opere di pavimentazione stradale. L’importanza dei controlli”, promosso a Bologna dall’Associazione Strade Italiane e Bitumi – SITEB presso il Palazzo dei Congressi. “Il 2023 ha registrato una decisa ripresa della produzione di asfalto (conglomerato bituminoso), principale indicatore dello stato di manutenzione della nostra rete stradale. A trainare l’industria dei lavori stradali sono stati principalmente gli appalti banditi da ANAS. M gli effetti del PNRR stentano a vedersi sul settore. Mancano ancora all’appello numerosi progetti necessari per bandire gli appalti ed avviare l’esecuzione dei lavori per la realizzazione di diverse opere”.

Infatti, lo scorso anno la produzione di conglomerato bituminoso ha registrato un significativo aumento, raggiungendo quota 35 milioni di tonnellate, +12% rispetto al 2022. Lo sviluppo della produzione è dovuto principalmente agli appalti ANAS che da qualche anno stanno svolgendo un ruolo trainante per l’economia del settore. Anche il primo trimestre 2024 è iniziato in modo incoraggiante per il comparto: aspettative di ulteriore crescita nei prossimi mesi.

Anni drammatici

Dopo anni difficili, contrassegnati dal boom dei costi energetici e delle materie prime che hanno frenato il settore, i dati evidenziano un graduale ritorno ai livelli pre crisi, con una crescita decisa rispetto al 2016, quando le attività di costruzione e manutenzione di strade hanno toccato il fondo con sole 22,3 milioni di tonnellate di asfalto prodotte.

Le strade più a rischio restano quelle più trafficate e le statali di certe Regioni nelle quali non si è ancora intervenuti con modifiche al tracciato e con lavori di manutenzione del manto stradale. L’Associazione registra come diversi Comuni e Province non dispongano di budget adeguati e in Emilia Romagna e in altre Regioni appenniniche sono ancora bloccate numerose strade interessate da movimenti franosi e dall’alluvione dello scorso anno.

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Segnaletica, sono dolori

“La sicurezza stradale in Italia è da decenni uno dei temi più discussi sia in Parlamento che in altre sedi istituzionali e sino ad oggi si è di fatto intervenuti quasi solo sull’inasprimento delle sanzioni e delle pene a carico dei conducenti che violano le norme di comportamento”: lo dice Assosegnaletica. Il nostro sistema viario è da oltre 20 anni in una fase di manutenzione regressiva e in molti casi assente e senza un reale e costante controllo.

In questo contesto una delle dotazioni di sicurezza della strada più trascurata è proprio la segnaletica, che ha raggiunto percentuali di difformità dal Codice della Strada su base nazionale ormai superiori al 60% nella segnaletica verticale (oltre un cartello su due in Italia è di fatto “fuorilegge”) e oltre l’80% della segnaletica orizzontale. Ben al di sotto degli standard minimi imposti dalle normative europee quand’anche assente. 

Per valutare lo stato della segnaletica stradale in Italia, partiamo dalla consistenza della rete stradale urbana e extraurbana che è pari a circa 850.000 chilometri complessivi. I segnali verticali risultano pari a circa 97 milioni. Premesso che un segnale verticale ha una “vita utile” in termini di colorimetria e rifrangenza che varia dai 7 ai 12 anni e sapendo che in Italia si sostituiscono ogni anno circa 2 milioni di segnali verticali, la conseguenza è che il parco segnaletico risulta essere sempre difforme dal Codice per almeno il 60%. La consistenza in metri quadrati della segnaletica orizzontale è di circa 350.000.000 mq. 

Occhio ai sinistri

Una strada sicura e ben manutenuta è una condizione imprescindibile per ridurre il numero degli incidenti stradali che causano in Italia ancora un numero altissimo di morti e feriti e che di fatto impattano in modo impressionante sia sulla spesa pubblica sanitaria sia sulle famiglie delle vittime della strada. Più incidenti significa inoltre premi assicurativi sempre più alti sempre a danno dei bilanci familiari. 

Eccoci alla strada intelligente: la famosa frontiera della “guida autonoma”, il dialogo con il parco segnaletico su strada sarà un vero miraggio con conseguenze e ricadute sul sistema paese oggi neanche immaginabili. Il turismo in Europa a bordo della propria auto nel prossimo decennio prevede sviluppi principalmente nei Paesi che avranno infrastrutture sicure e adeguate al progresso tecnologico oggi richiesto e noi non siamo sicuramente i primi della classe. 

Cartelli da rottamare

Occorre rottamare in 3 anni tutti i segnali verticali “non a norma” partendo il primo anno dalla segnaletica più importante per la sicurezza stradale (pericolo, precedenza, limiti di velocità) A valle della rottamazione si potrebbero inoltre attivare circuiti di riciclo dei materiali ferrosi e di alluminio sull’esempio di quanto avviene oggi con i Consorzi per il riciclo della Plastica e creare nuove fonti di finanziamento per la sicurezza.

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