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Ma davvero Tesla è messa così male nel 2025?

Alla Borsa di Wall Street, il titolo del colosso delle auto elettriche perde: molti annunciano l’inizio della fine.

Tre dati inducono molti media e cosiddetti esperti a dire che Tesla sia messa male. Uno: la Casa USA ha registrato un calo del 45% nelle immatricolazioni a gennaio in Europa, in controtendenza perché il mercato complessivo dei veicoli elettrici nel è cresciuto del 37%. Due: la società ha perso l’8% nella seduta del 25 febbraio, facendo scendere la capitalizzazione di mercato sotto la soglia dei 1.000 miliardi di dollari per la prima volta da novembre 2024. Tre: nel Regno Unito, c’è la campagna di boicottaggio “Non comprate una Swasticar”, dovuta al sostegno di Elon all’estrema destra. 

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Model Y Juniper

Dubbi su tutta questa negatività: si attende la nuova Model Y Juniper

In realtà, a nostro avviso, i consumatori Tesla attendono la nuova Y. Nessuno compra ora, perché chi intende acquistare punterà dritto sul SUV rifatto. Spesso, il primo mese del trimestre del gigante statunitense va male: dipende dalle politiche di consegna del costruttore, variabili. Appena partiranno le normali consegne della nuova Tesla Model Y Juniper, si peseranno meglio i mille fattori. Inclusa la concorrenza della (formidabile) cinese BYD.

I numeri smentiscono la favoletta

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I numeri di Tesla: +14% a dicembre 2024, un -28,4% a novembre, +23,1% a ottobre, +29,8% a settembre, – 43,2% ad agosto, -14,7% a luglio. A gennaio 2024 +86,3%. Dipende da mille fattori. O qualcuno vuole dire che c’è avversione a mesi alterni?

Oh, povera Tesla

Il titolo Tesla a 305 dollari con capitalizzazione a 981 miliardi di dollari è un miracolo. Il valore dell’azienda resta più del doppio rispetto alla somma delle capitalizzazioni di General Motors, Ford, Volkswagen, Toyota, Hyundai e BMW. Il titolo Tesla resta in rialzo del 51% negli ultimi 12 mesi sebbene da inizio 2025 ha perso il 25%. In 15 anni, l’azienda è arrivata da zero sul tetto del mondo automotive. Normale qualche flessione ogni tanto, quando sei lassù a 1.000 miliardi. 

Musk, polarizzante da sempre

In quanto al coinvolgimento di Musk nella politica statunitense, se qualcuno detesta Musk e non compra le sue auto, magari qualcun altro lo apprezza ed è spinto ad acquistare quelle macchine. Per quanto riguarda il comportamento personale polarizzante di Elon, è da sempre così: nessuna novità. Non si può essere simpatici a tutti, non si può piacere a tutti. 

Cosa dissero i media nel 2013 e nel 2018: le due crisi Tesla

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Nel 2009, fu presentata la Model S, la prima berlina elettrica. Poi via ai Supercharger, partendo dalla California. Nel 2013, periodo durissimo: bilancio era molto negativo. Gli stessi media che oggi preconizzano la morte di Tesla, dicevano allora: è finita, auto elettriche di Musk senza futuro. Poi la ripresa. Quindi una seconda flessione nel 2018, col titolo in calo. Altro funerale mediatico da parte di alcuni siti web. Che poi hanno dovuto rimangiarsi tutto. D’altronde qualcuno nei social, in tv e in Internet preconizzava Harris presidente USA e Trump sconfitto nettamente con tanto di statistiche di supporto: s’è visto.

La partita della guida autonoma con Intelligenza Artificiale

La Cina è fortissima con l’auto elettrica. Per questo, Musk punta forte sulla guida autonoma con Intelligenza Artificiale: cerca norme meno severe in USA, e al contempo di sfondare nel Paese del Dragone. Ora, l’azienda respira su un gradino, e presto intende fare un altro balzo insù. Scommettendo a nostro avviso sull’efficienza delle batterie, ma soprattutto sulla vettura robot.

Quante lacrime in Europa

Intanto, l’UE spinge le Case troppo inquinanti a fare pooling, comprando crediti verdi da Tesla per non pagare 16 miliardi di euro di multe. Siccome è il venditore a fare il prezzo, immaginabile un bel miliarduccio che entra in cassa senza sudare. Caspita, è proprio crisi per Musk: macina profitti con le immatricolazioni in ribasso.

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