L’UE perde 500 miliardi di euro di IVA delle auto: ecco come

Ippolito Visconti Autore News Auto
Col Green Deal 2019, vendite crollate e incassi IVA a picco nell’Unione Europea.
Col Green Deal 2019, vendite crollate e incassi IVA a picco nell’Unione Europea.

Mentre i governi cercano disperatamente soluzioni per incassare denaro fresco, emerge un dato drammatico: l’Unione Europea ha perso 500 miliardi di euro di IVA delle auto in cinque anni. Lo ha appena detto Luca de Meo, capo Renault. Tutto nasce col Green Deal 2019, il bando termico 2035, le macchine a benzina e diesel più care, le elettriche costosissime. Il fatto è che siamo ancora molto indietro come immatricolazioni. “Fattori come le normative, l’inflazione e il costo dell’energia influenzano i prezzi. Noi costruttori abbiamo dovuto aumentarli per far fronte a queste sfide, ma siamo consapevoli che ciò può ridurre i volumi di vendita. L’Europa è l’unico mercato mondiale non ancora tornato ai livelli pre Covid”, sostiene il CEO italiano. Ossia la metà del Piano Marshall europeo post coronavirus. “Sarà fondamentale trovare un equilibrio tra prezzi accessibili e sostenibilità economica”.

I numeri dell’auto UE

Nel 2024, ci si ferma a 12.963.614 unità immatricolate: addirittura -18% sul 2019. La Commissione Europea ha avviato il 30 gennaio 2025 un “Dialogo strategico sul futuro dell’industria automotive europea”. Così da definire e attuare misure concrete per rafforzare la competitività del settore e affrontare le sfide della transizione ecologica. Problema: a marzo 2025 l’UE cerca soluzioni per il flop del Green Deal da essa stessa creato nel 2019. Quel mezzo miliardo di euro bruciato ora servirebbe come ossigeno per occupazione, pensioni, riforme sociali, strade, scuole e tanto altro.

Psicodramma auto termica in Germania

A pagare è soprattutto la Germania, patria del Green UE: economia a rotoli. Futuro VW da decifrare, disoccupazione con effetto domino fra i fornitori. Per l’Ispi (Istituto per gli studi di politica Internazionale), “la produzione industriale tedesca, che rimane la più alta d’Europa, non si è più ripresa dalla pandemia: -12% tra il 2019 e il 2024 e una traiettoria che non accenna ad invertirsi”. Le Case auto tedesche hanno poi enormi difficoltà a vendere in Cina, assieme al fatto che questa invade l’UE. La seconda spallata è arrivata in seguito al rapido e forte aumento del costo dell’energia provocato dall’invasione russa dell’Ucraina, con il no tedesco (e quindi dell’UE) al gas di Mosca per severamente punire Putin e distruggere la sua economia. Le cose non sono andate proprio come Bruxelles immaginava.

Col Green Deal 2019, vendite crollate e incassi IVA a picco nell’Unione Europea.

Tutti vogliono l’auto termica: questo il dato di fatto

Non c’è stata nessuna transizione elettrica né in UE né in Germania, leader indiscussa della (dis)Unione Europea. La Cina ci ha fatto a pezzi, come prevedibile, con auto elettriche mille volte più evolute sotto il profilo tecnologico. I tristi dazi UE sulle orientali a batteria Made in China non basteranno. Il Dragone controlla la filiera elettrica e prende una decisione in un quarto d’ora di riunione degli alti funzionari del Partito Comunista, a differenza delle esasperanti lentezze burocratiche UE. Gli europei desiderano auto pratiche, comode, facili da usare: le termiche. Almeno finché i prezzi delle elettriche saranno stellari, con autonomie poi tutte da vedere, e finché le colonnine saranno poche con costo degli elettroni da paura.

Batterie, Celeste Impero stradominante

La Cina ha la leadership indiscussa di Contemporary Amperex Technology Co., Limited  (CATL), prossima a una quotazione mostruosa a Hong Kong. Previsione Ispi: “Con tredici gigafactory tra Cina ed Europa, per una capacità produttiva attuale di 593 GWh”, il mostro cinese “potrebbe raggiungere quasi 1 TWh entro il 2030 (tra cui quella in Spagna in joint venture con Stellantis)”. Con sei centri di R&S (20.000 tra ingegneri e ricercatori per un know-how in costante rivoluzione sulla chimica delle batterie) e spese in conto di capitale da gennaio a settembre 2024 di 2,4 miliardi di dollari, CATL è una super potenza globale. Siamo al 55% del mercato globale nel 2024. Poi c’è la cinese BYD che vende le elettriche con proprie batterie.

Guida autonoma, Regno di Mezzo irresistibile

Sul fronte elettrico, UE ko. Con perdita di IVA di 500 miliardi, perché le termiche (care) si vendono meno. E in fatto di guida autonoma? Andiamo malissimo. Tesla scatenata. Cina assatanata: da BYD il sistema ADAS “God’s Eye” per Seagull e la Dolphin. Aiuto al guidatore non così caro. In parallelo, Xiaomi propone NOA e Hyper Autonomous Driving (HAD) con microprocessori NVIDIA Orin-x per una potenza di calcolo di 508 TOPS.

Richieste dell’Acea all’UE

Da parte sua, la lobby dei costruttori auto UE Acea mette in luce quanto riportato nel rapporto di Mario Draghi: il settore automobilistico è un esempio chiave della mancanza di pianificazione, applicazione di una politica climatica senza una politica industriale. Il settore automobilistico europeo sta attualmente affrontando una tempesta perfetta di feroce competizione globale per risorse, finanziamenti, investimenti e clienti critici. Aggravata da un mercato dei veicoli elettrici tutt’altro che maturo. “Per garantire la competitività del nostro settore, abbiamo bisogno di un’azione decisa per trasformare il rapporto Draghi in azione attraverso decisioni e riforme reali. L’Europa dovrebbe essere il polo produttivo di prima scelta per i veicoli a zero emissioni, ma abbiamo bisogno di un cambiamento di mentalità e di una radicale revisione del modo in cui incentiviamo e regoliamo il nostro settore per farlo accadere, in fretta”.

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