L’andamento del mercato delle auto elettriche in Europa è sempre più preoccupante. Non solo le vendite non crescono, ma stanno leggermente diminuendo rispetto allo scorso anno in termini di quota di mercato. Nel corso della prima metà del 2024 hanno infatti rappresentato il 12,4% del venduto, con una crescita leggermente superiore all’1%. Il mercato nel suo complesso, però, lo ha fatto ad un ritmo quattro volte superiore. In pratica, quindi, gli EV stanno perdendo quote.
E a rendere ancora più preoccupante la tendenza sono proprio le previsioni che erano state formulate dall’Unione Europea. Secondo la quale, nel corso del 2025 le auto elettriche avrebbero dovuto rappresentare in Europa il 27% del mercato. In pratica il doppio rispetto al dato reale, il quale oscilla in una forbice compresa tra il 12 e il 13%. Un errore di calcolo destinato a causare notevoli squilibri al suo interno.
A crescere sono le auto ibride, ma non è un bene per l’ambiente
La transizione forzata verso le auto elettriche, condotta senza il consenso degli acquirenti, sta in effetti causando risultati che possono essere considerati dannosi per l’ambiente. I maggiori beneficiari di quanto sta accadendo, infatti, sono i veicoli ibridi. Una categoria in cui vanno a rientrare sia quelli non plug-in, che dispongono di un piccolo motore elettrico il quale assiste il motore a benzina in situazioni specifiche, sia quelli plug-in.
Questi ultimi sono particolarmente controversi, in quanto, se è vero che hanno consumi ed emissioni molto bassi nella fase in cui la batteria è carica, vengono spesso lasciati senza ricarica da parte dei proprietari, che preferiscono utilizzarli fruendo del motore a benzina.
La conseguenza di questo comportamento è molto negativa, in termini ambientali. In pratica, questi veicoli vanno a consumare anche di più dei loro equivalenti non ibridi, in quanto sono costretti a viaggiare con la zavorra rappresentata dalla presenza aggiuntiva di una batteria oltre al motore elettrico. Com’è facile capire, dal punto di vista di efficienza ed emissioni rappresenta un notevole passo all’indietro.
L’ibrido doveva essere una fase di transizione
Bruxelles ha visto nelle auto ibride una tecnologia di transizione verso le elettriche pure. Una sorta di ponte in grado di far transitare dolcemente gli acquirenti verso l’era dell’elettrificazione, senza eccessivi sbalzi. Si è trattato, però, di un errore. A renderlo tale il fatto che ora i consumatori continuano ad orientarsi sulle auto ibride, senza fare il definitivo passaggio a quelle elettriche. Anche perché queste ultime continuano a viaggiare su costi inaccessibili alle classi popolari.
Parallelamente, anche i costruttori hanno optato per le ibride. Spinti dai timori per le multe che si prospettano sin dal 2025 in caso di sforamento dei limiti in termini di emissioni indicati in sede UE. Basti ricordare in tal senso come le case dovranno pagare in media 2mila euro per ogni auto a combustione venduta il prossimo anno, per capire il motivo di questa scelta. Al momento, nessun produttore ritiene che le auto elettriche pure diventeranno una realtà di volume sul mercato, perlomeno fino alla fine del decennio.
In questo quadro, si sono poi andati a inserire i dazi sulle auto elettriche prodotte in Cina decisi dalla Commissione Europea. Per ovviare alla situazione creata, i produttori cinesi hanno invaso il mercato delle auto ibride, triplicando le esportazioni di questi modelli, tanto da rappresentare quasi il 20% del mercato. Il motivo di questa scelta è da individuare nel fatto che le auto ibride non sono sottoposte ai dazi riguardanti quelle elettriche.
La politica sbagliata di Bruxelles sta intasando il mercato di ibridi
Il combinato disposto tra i fattori ricordati, si è tramutato in un dato ben preciso: il mercato delle auto ibride, plug-in e non, è letteralmente intasato, in questo momento. E gli ibridi plug-in si traducono in una serie di distorsioni del tutto evidenti. Non solo sono errati tecnologicamente, rivelandosi più costosi da produrre e riparare, ma pagano anche un’assicurazione più elevata. Inoltre sono realmente efficienti solo se il loro proprietario li ricarica quotidianamente, cosa che non accade molto spesso.
Una serie di scelte errate che hanno messo Bruxelles sul banco degli imputati. Non solo le case, ma anche alcuni governi e l’opinione pubblica mettono in discussione non tanto l’auto elettrica, quanto la roadmap per arrivarci. Se inizia a farsi largo qualche segnale di ravvedimento, come quello relativo alle multe previste per il 2025, occorre capire ora se non sarà il caso di riconsiderare la questione in maniera profonda. Perché a rimetterci, in questo quadro, non saranno solo le case, ma anche l’ambiente.