Litio: la Serbia vuole accordarsi anche con Stellantis

Ippolito Visconti Autore News Auto
Stellantis dà lavoro in Serbia (vedi Fiat Grande Panda), per via della delocalizzazione, quindi i rapporti fra Tavares e Belgrado sono ottimi: ecco perché il governo del posto cerca un accordo.
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Stellantis dà lavoro in Serbia (vedi Fiat Grande Panda), per via della delocalizzazione, quindi i rapporti fra Tavares e Belgrado sono ottimi: ecco perché il governo del posto cerca un accordo col Gruppo euroamericano sul litio. In parallelo, trattative con Mercedes e VW, dice la Reuters. La Serbia darà ai tre costruttori l’opportunità di acquistare litio per le batterie per auto elettriche poiché la nazione dà priorità alle Case europee rispetto a quelle cinesi, ha affermato il suo presidente Aleksandar Vucic al quotidiano tedesco Handelsblatt “L’Ue ha bisogno del litio e noi vogliamo rafforzare i nostri legami con l’Ue”. Venerdì il cancelliere tedesco Olaf Scholz si recherà sul posto per colloqui con Vucic, con tema chiave le materie prime fondamentali per la catena di approvvigionamento delle batterie e le auto elettriche.

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Tutto ruota attorno a Rio Tinto

La Serbia ha ripristinato la licenza per Rio Tinto per sviluppare la più grande miniera di litio d’Europa in un potenziale impulso all’industria dei veicoli elettrici del continente. Vucic ha dichiarato che la Serbia punta a una produzione annua di litio di 58.000 tonnellate, sufficienti per circa 1,1 milioni di veicoli elettrici, ovvero circa il 17% del mercato europeo. Gli accordi di approvvigionamento dipenderanno dalla maggior parte dell’ulteriore lavorazione del litio e della produzione di batterie che avrà luogo in Serbia.

Progetto della miniera di litio di Jadar: polemiche

Il progetto minerario per l’estrazione di litio a Loznica, nella valle del fiume Jadar, è al centro di forti polemiche. La Corte costituzionale serba ha bocciato il provvedimento di revoca dei permessi estrattivi in quanto “non conforme al dettato della Costituzione”: il governo ha dovuto dare l’ok alla ripresa delle attività. Rio Tinto ha accolto con favore il via libera, garantendo il rispetto di “severi requisiti ambientali”. Alla base, lo sfruttamento della jadarite, un borosilicato di litio e sodio: 2,2 miliardi di euro di investimenti. Per la produzione di 58.000 tonnellate di carbonato di litio raffinato per batterie all’anno. Da sfamare un milione di veicoli elettrici e soddisfare il 90% del fabbisogno europeo. Le possibili conseguenze ambientali? Sostanze chimiche utilizzate per l’estrazione come arsenico e acido solforico potrebbero contaminare falde acquifere e fiumi, inquinando lo Jadar.

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