Alcune auto che sembrano avere 25 o 30 anni in realtà stanno per raggiungere il traguardo del mezzo secolo. Gli anni Settanta non furono certo il periodo migliore per l’industria automobilistica, tra crisi petrolifere, normative sulle emissioni sempre più stringenti e difficoltà finanziarie. Ma alcuni produttori riuscirono comunque a realizzare auto iconiche, che oggi, a distanza di 50 anni, continuano a ispirare appassionati e collezionisti di tutto il mondo.
Partendo da lei, l’amata 924, frutto di una collaborazione tra Porsche e Volkswagen, arrivò dopo la 914 che aprì la strada a una nuova generazione di auto sportive più accessibili. Nel novembre 1975, nacque la prima della casa di Stoccarda a montare un motore anteriore raffreddato ad acqua. Alimentata da un quattro cilindri VW/Audi 2.0 da 123 CV, la 924 fu inizialmente criticata per le prestazioni modeste, ma il suo prezzo relativamente accessibile la rese uno dei maggiori successi commerciali del marchio.

Con l’introduzione di una versione turbo più potente, la 924 divenne un’auto da veri appassionati e, sebbene non abbia mai raggiunto la fama della 911, rimane una Porsche iconica.
Nei primi anni ’70, Mercedes lavorava al successore della serie W114, già molto apprezzata. Nel 1975 debuttò la nuova gamma W123, che manteneva alcuni elementi della precedente generazione, ma offriva dimensioni maggiori, un design più moderno e una gamma di motori ampliata. Dopo un inizio lento, la W123 conquistò il pubblico, diventando il modello più venduto della casa di Stoccarda fino alla fine della produzione, nel 1986.

Oggi è ancora celebrata per la sua straordinaria affidabilità, con alcuni esemplari che hanno superato un milione di miglia senza subire interventi di restauro significativi.
Se la 924 fu un successo commerciale, la Porsche 911 Turbo fu l’auto che segnò l’inizio dell’era dei motori sovralimentati. Presentata nel 1975, era equipaggiata con un motore boxer da 3.0 litri e 256 CV, una delle prime auto di serie a utilizzare un turbocompressore. Con i suoi passaruota allargati e il caratteristico spoiler “a coda di balena”, era tanto spettacolare quanto pericolosa. Le sue reazioni imprevedibili le valsero il soprannome di “Widow Maker” (fabbrica di vedove). Ciò non impedì alla Turbo di diventare una leggenda delle auto sportive.

Enzo Ferrari fu a lungo riluttante a produrre una sportiva a motore centrale omologata per la strada. Tuttavia, dopo il successo delle Dino, nel 1976 al Salone di Parigi venne presentata la Ferrari 308 GTB. Si trattò della prima berlinetta a motore V8 centrale a sfoggiare ufficialmente il marchio Ferrari. Disegnata da Pininfarina, la 308 GTB era una coupé dal design mozzafiato, con telaio tubolare e un V8 da 2.9 litri capace di 252 CV. Seguita dalla versione GTS con tetto rimovibile nel 1977, la 308 restò in produzione fino al 1985.