Secondo Reuters, testata da sempre molto affidabile che cita fonti di settore informate, la casa automobilistica cinese Leapmotor potrebbe espandere la produzione della sua B10, il terzo modello destinato all’Europa. Luogo prescelto per questa penetrazione ancora più centrale, anzi, nel cuore dell’Europa che soffre l’ingresso delle elettriche cinesi nel proprio mercato, la Germania.
Per la precisione, l’obiettivo di Leapmotor, uno dei marchi con una importante partecipazione societaria di Stellantis, sarebbe lo stabilimento del gruppo industriale di Eisenach. La produzione del marchio cinese avverrebbe, dunque, accanto alle linee Opel già prodotte in Germania.
Questa decisione potrebbe essere legata alle richieste del governo cinese, che preferirebbe evitare investimenti importanti in Paesi che hanno mostrato aperto sostegno alle recenti tassazioni europee sui veicoli elettrici cinesi, la regolamentazione che giornalisticamente è nota come dazi ed entrati in vigore a ottobre.
La Germania, che si è opposta a questi dazi, rappresenterebbe quindi una scelta strategica per Leapmotor. Il marchio cinese considerabile uno degli “interni” a Stellantis, aveva già iniziato la produzione del modello T03 in Polonia, utilizzando componenti cinesi, ma non è chiaro se anche la T03 potrebbe essere trasferita. Attualmente, la C10 è prodotta interamente in Cina, ma ci sono piani per spostarla in Europa, con la sede ancora da definire.
Questa produzione in Germania di sicuro comporterebbe costi di manodopera più elevati rispetto alla Polonia, complicando la strategia del marchio di combinare l’alta tecnologia dei suoi prodotti con prezzi annunciati come davvero competitivi.
Stellantis, che ha recentemente acquisito il 21% di Leapmotor, supporta l’espansione europea della società attraverso una joint venture con Leapmotor, con l’obiettivo di raggiungere 350 punti vendita. Contestualmente a queste scelta d’espansione, la casa cinese prevede di lanciare un nuovo modello ogni anno fino al 2027 e di arrivare in Medio Oriente, Africa, Asia-Pacifico e Sud America entro la fine del 2024.