Leapmotor, ormai parte integrante della galassia Stellantis, non nasconde le sue ambizioni di conquista del mercato europeo. E per farlo, ha pensato bene di instaurare una collaborazione con Maserati. Ad affermarlo è il fondatore e amministratore delegato della casa cinese, Zhu Jiangming, in una conversazione con Car News China, dalla quale si evince che il team di Ricerca e Sviluppo del telaio di Leapmotor sta lavorando coi tecnici del marchio italiano con un obiettivo ben preciso: perfezionare i modelli del brand cinese. Il lavoro in questione è già iniziato presso il sito di prova di Balocco e quello di Yancheng del China Automotive Center, all’interno del territorio cinese.
Gli intoppi non sembrano frenare i piani di Leapmotor
Lo stesso Jiangming ha anche provveduto ad aggiornare i giornalisti per quanto concerne la futura strategia dell’azienda, in particolare fornendo maggiori dettagli sulle nuove auto messe in cantiere per il mercato europeo. Piani che sono stati rallentati per il momento dalle ricadute della querelle commerciale tra Unione Europea e Cina, collegata all’apposizione di tariffe aggiuntive a danno delle auto elettriche prodotte all’interno del territorio del gigante asiatico.
Com’è noto, nel corso dell’anno passato Stellantis ha acquistato una quota del 20% nella società e ha fondato Leapmotor International, di cui detiene il 51%. Una collaborazione che era stata salutata con grande entusiasmo dal gruppo italofrancese, che vi aveva ravvisato l’opportunità di iniziare a competere in un segmento considerato decisivo sul vecchio continente, quello dei modelli a basso prezzo.
Un piano sul quale si è però registrato un intoppo di non poco conto. Per poter riversare i propri prodotti sul mercato europeo, all’inizio di quest’anno Leapmotor ha iniziato a produrli in uno stabilimento Stellantis in Polonia. Se, ad oggi, conta su circa 200 punti vendita lungo il vecchio continente, entro la fine del 2025 intende portarli a 500. Un piano il quale, però, è stato messo in stand-by dall’imposizione del governo di Pechino, che ha ordinato alle proprie aziende di non investire nei Paesi che hanno votato a favore dei dazi. E la Polonia, come l’Italia, è uno di essi.
Una novità all’anno, questa l’ambiziosa roadmap di Leapmotor
In attesa che le cose tra UE e Cina si ristabiliscano, coi funzionari delle controparti all’opera per trovare un accordo, magari su un prezzo minimo di vendita per le auto provenienti da Pechino e dintorni, Leapmotor sta comunque cercando di precisare la propria strategia commerciale.
Al momento, i modelli che ha messo in vendita sono il SUV C10 e la piccola T03. Entrambi sono offerti in 13 Paesi dell’eurozona, ovvero Italia, Regno Unito, Francia, Germania, Spagna, Paesi Bassi, Belgio, Grecia, Lussemburgo, Malta, Romania, Portogallo e Svizzera.
Nel corso dell’ultimo Salone di Parigi tenutosi da poco, la casa cinese ha anche provveduto alla presentazione di un nuovo modello, il SUV compatto B10, che ha naturalmente destato curiosità. Nelle sue intenzioni, però, c’è il lancio di una novità all’anno. Inoltre, la sua strategia di globalizzazione prevede anche il lancio di una gamma nei segmenti dei veicoli più piccoli. Una mossa resa necessaria dal fatto che gli stessi rappresentano tra il 60 e il 70% delle vendite nella regione.
Il motivo per cui i modelli di Leapmotor sono così convenienti
Una parte molto interessante dell’intervista concessa da Zhu Jiangming a Car News China è poi quella in cui il numero uno di Leapmotor ha provveduto a spiegare i prezzi concorrenziali dei suoi prodotti. Che è in fondo molto semplice: ogni fase, dalla ricerca allo sviluppo, sino alla fabbricazione, è condotta all’interno dell’azienda, evitando costose esternalizzazioni. Il denaro in meno consegnato ai fornitori può quindi essere reimpiegato in attività tese ad ottimizzare l’intero processo.
Queste le parole con cui ha spiegato il modus operandi di Leapmotor: “Che si tratti di un modello di fascia alta o di fascia bassa, il profitto lordo è lo stesso, con l’obiettivo di consentire agli utenti di acquistare un prodotto meglio equipaggiato e di migliore qualità a un prezzo ragionevole”. Una ricetta che, però, l’Unione Europea sembra apprezzare poco, tanto da erigere un nuovo muro commerciale.