Le tre sfide del prossimo CEO Stellantis secondo John Elkann

Ippolito Visconti Autore News Auto
“La selezione del nuovo amministratore delegato è sulla buona strada”, dice il presidente Stellantis John Elkann.
Le tre sfide del prossimo CEO Stellantis secondo John Elkann

Fra le varie criticità che il prossimo CEO Stellantis dovrà affrontare, ci sono tre questioni evidenziate dal presidente del Gruppo John Elkann. I primi due ci sono da anni. Uno: le normative “sempre più divergenti e rigide”. Ma, dice, “la discussione con Bruxelles è aperta riguardo il 2035”, ossia in merito al bando termico. Due: la concorrenza, specie dalla Cina. Comunque, aggiunge, “Quando abbiamo fondato l’azienda nel 2021, non avevamo mercato in Cina. Ora siamo soddisfatti dei risultati di Leapmotor, in patria e all’estero, e ci aspettiamo un’ulteriore crescita nel corso del 2025”. 

Terzo problema

Tre: i dazi degli Stati Uniti anti Canada e Messico. Siccome Stellantis ha fabbriche in Messico, allora le tasse darebbero davvero noia anche al costruttore. “Supportiamo il piano del presidente Trump per incrementare la produzione automobilistica negli Stati Uniti – evidenzia Elkann -. Stiamo avendo conversazioni costruttive e crediamo che vada sciolto il nodo dei 4 milioni di veicoli venduti ogni anno negli Usa senza nessun contenuto americano, ma riteniamo che Canada e Messico debbano restare fuori dai dazi”.

“La selezione del nuovo amministratore delegato è sulla buona strada”, dice il presidente Stellantis John Elkann.

Gennaio 2025 incoraggiante

Dopo il 2024 terribile, Stellantis vuole recuperare quote in Nord America ed Europa. “I risultati del mese di gennaio 2025 ci incoraggiano in questa direzione”, sostiene il direttore finanziario Doug Ostermann. Ma gli effetti dei nuovi modelli si vedranno soprattutto nella seconda metà dell’anno, sottolinea. In Europa, benefici dai nuovi lanci sulle piattaforme Smart car e STLA Medium. In Nord America si punta su Dodge termica, pick-up heavy-duty RAM, nuova Jeep Cherokee anche con powertrain ibrido.

Armonia

“La ricerca condotta dal comitato è interna ed esterna”: il nuovo CEO – spiega Elkann – sarà dotato di “destrezza culturale”: un leader che “capisca di capitali e di tecnologia, e che sappia lavorare in armonia con tutti gli stakeholder”. Armonia che, aggiungiamo noi, non c’era fra l’ex CEO Tavares e i vari soggetti. 

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