Il Pentagono inserisce nella lista nera le cinesi Tencent Holdings (azienda leader nei settori dei giochi, dei social media come WeChat e dei software), e CATL (numero uno delle batterie auto elettriche), suscitando le rimostranze di Pechino. Il primo è un gigante del software, l’altro il principale produttore di batterie mondiale. Il Dipartimento della Difesa Usa aveva sostiene infatti che la Cina si ostini a fondere la tecnologia commerciale automotive con la tecnologia militare. Insomma, ci sarebbe scarsa trasparenza. Il Celeste Impero protesta parlando di repressione ingiustificata da parte di Washington, in quanto i due colossi non sarebbero legati all’esercito cinese.
Obiettivo Usa
Con questa mossa, gli States intendono evitare che la Cina sfrutti – per scopi militari – l’intelligenza artificiale avanzata, l’informatica quantistica, la biotecnologia e i circuiti integrati. Non vogliono che il segmento auto sia una sorta di laboratorio del Dragone per fare test, così da avere poi sviluppi di natura militare. In passato, alcuni gruppi hanno presentato denunce dopo essere comparsi in quella black list.
Coinvolto un gigante dell’auto
Ricordiamo che CATL produce oltre un terzo delle batterie per auto elettriche vendute in tutto il mondo (comprese quelle destinate a equipaggiare veicoli Mercedes-Benz, BMW, Volkswagen, Toyota, Honda e Hyundai). In concorrenza con la cinese BYD che – fra l’altro – sforna anche auto. Contemporary Amperex Technology Co. Limited ha collaborato con Tesla e Ford per concedere in licenza la sua tecnologia di produzione delle batterie alle fabbriche negli Stati Uniti, definendo l’inclusione nella lista un errore. Il rinnovo della black list è un segnale: gli Usa intendono contrastare l’ascesa della Cina come superpotenza militare. Il Pentagono non potrà stipulare contratti con le aziende presenti nell’elenco da giugno 2026. Dal 2027, no ad acquisti di beni o servizi da questi gruppi. Il dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ha descritto l’elenco come un modo per contrastare quella che definisce la strategia di fusione militare-civile del Dragone. Il quale modernizza l’esercito con tecnologie avanzate provenienti da aziende cinesi, università e programmi di ricerca sotto le vesti di società a scopo civile. Idem da produttori del settore auto.
Tencent si difende
Sentiamo Tencent: “Non siamo una compagnia militare né un fornitore. A differenza delle sanzioni o dei controlli sulle esportazioni, questa lista non ha alcun impatto sulle nostre attività”. Guo Jiakun, portavoce del ministero degli Esteri, evidenzia che “la Cina è sempre fermamente contraria alla repressione ingiustificata delle imprese cinesi e agli ostacoli allo sviluppo di qualità”, invitando gli Stati Uniti a correggere immediatamente le loro cattive pratiche, minacciando “misure necessarie per proteggere i diritti delle aziende cinesi”.
Altre società
La lista include anche il produttore di chip Changxin Memory Technologies, Quectel Wireless, il produttore di droni Autel Robotics e il colosso delle spedizioni marittime Cosco. Sta tutto scritto in un documento pubblicato dal Pentagono, che aggiorna la lista a cadenza annuale: è arrivato a inserirvi i nomi di 134 aziende. Il Pentagono è tenuto ad aggiornare la propria blacklist per via della Defence Authorisation Act. Quali conseguenze legali per le aziende in questione? Nessuna. Ma un danno alla loro reputazione globale. Xiaomi aveva fatto causa in passato al governo Usa: motivo, la sua inclusione nella lista nera del Pentagono nel 2021. Da cui è stata poi rimossa.