Le Case auto cinesi si pappano sempre più Europa e mondo

Ippolito Visconti Autore News Auto
Record nei primi sei mesi del 2024: la Cina consolida la sua posizione di maggiore esportatore di veicoli al mondo. Distanzia ulteriormente il Giappone dopo averlo superato.
auto cinese

Record nei primi sei mesi del 2024: la Cina consolida la sua posizione di maggiore esportatore di veicoli al mondo, riporta Automotive News. Distanzia ulteriormente il Giappone dopo averlo superato nel 2023. Infatti, l’export dal Paese del Sol Levante scende dello 0,3% a 2,02 milioni, secondo i dati divulgati questa settimana dalla Japan Automobile Manufacturers Association. Il numero comprende 1,83 milioni di veicoli passeggeri e circa 187.000 veicoli commerciali. Al contrario, le Case automobilistiche in Cina hanno spedito più di 2,79 veicoli all’estero nello stesso periodo, un balzo del 31%, stando alla China Association of Automobile Manufacturers. Le esportazioni includono circa 2,34 milioni di veicoli passeggeri e circa 454.000 veicoli commerciali. 

Il mito della Cina che esporta solo elettriche

Tra le esportazioni di veicoli della Cina nella prima metà dell’anno, i veicoli alimentati a carburante sono aumentati del 36%, avvicinandosi a 2,19 milioni. Il Dragone è pronto a tutto: termico ed elettrico. Crolla il mito web dei cinesi che vendono solo full electric. Anche le esportazioni di veicoli elettrificati sono aumentate del 13%, arrivando a circa 605.000. Qui dentro, anche le ibride plug-in. 

La classifica dei colossi cinesi

1) Chery Automobile Co., 532.000 esportate.

2) SAIC Motor Corp., 439.000.

3) Changan Automobile Co., 285.000. 

4) Geely Automobile Holdings, 242.000.

5) BYD Co., 207.000. 

Così la Cina sbrana l’Europa

I marchi cinesi hanno conquistato l’11% del mercato europeo delle auto elettriche a giugno, ma le importazioni di veicoli dalla Cina devono far fronte alle rigide tariffe dell’Unione europea entrate in vigore a luglio. Vedremo. Intanto, per aggirarle, le Case cinesi si stanno espandendo in Europa per attenuare l’impatto delle tariffe volte a indebolire il loro vantaggio di prezzo rispetto ai produttori tradizionali. Con l’Unione europea che aumenta i dazi sui veicoli elettrici cinesi fino al 48%, la nuova generazione di produttori di vetture ecologiche cinesi invade l’Ue. Barcellona ospiterà presto la Omoda E5, prodotta dalla cinese Chery Automobile, che ha stretto una partnership con la spagnola Ebro-EV Motors. In Polonia, le citycar T03 Leapmotor stanno uscendo da una catena di montaggio in uno stabilimento Stellantis a Tychy, 

BYD ha annunciato i piani per una propria fabbrica in Ungheria, con un’altra all’orizzonte in Turchia. E Zeekr sta valutando i siti di produzione di proprietà della sua casa madre Geely. Chery spera di avviare la produzione nell’ex fabbrica Nissan vicino al porto merci di Barcellona. SAIC, che possiede la MG, il marchio cinese più venduto in Europa, ha affermato che prenderà una decisione sulla produzione europea: è in trattative con il governo spagnolo su dove costruire il suo primo sito di produzione in Europa. Volvo Cars, la casa automobilistica svedese di proprietà di Geely, ha accelerato i piani per costruire il suo nuovo modello EX30 a Ghent, in Belgio, oltre alla sua fabbrica in Cina.

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Italia fuori dai giochi

La EuroGroup, società quotata a Piazza Affari nell’indice Ftse Italia MidCap, possiede otto stabilimenti produttivi in Italia e sei all’estero si impegna a lavorare con la Hixih nell’ambito di una joint venture sotto il proprio controllo: obiettivo, stimolare la crescita nel mercato cinese e aumentare la penetrazione commerciale nel Paese, in particolare con i costruttori cinesi di auto elettriche. L’intesa prevede inoltre la creazione di un nuovo centro di ricerca e sviluppo per tecnologie innovative, nella zona industriale di Hixih Group nello Shandong. Quindi, noi da loro. Non loro da noi. Eravamo e siamo fuori dai giochi.

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