Le 25 auto più vendute in Europa a ottobre 2024

Ippolito Visconti Autore News Auto
A ottobre 2024, il mercato europeo dell’auto – dopo due mesi negativi – torna su, sebbene di pochissimo.
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Una boccatina d’ossigeno per il mercato europeo dell’auto. Dopo due mesi negativi, torna su, sebbene di pochissimo: a ottobre 2024, secondo i dati diffusi dall’associazione dei costruttori Acea, le immatricolazioni Ue+Efta+Uk sono 1.041.672 unità, lo 0,1% in più rispetto a ottobre 2023. Nei 10 mesi, 10.821.299 targhe, in crescita dello 0,9%. Ma fu un 2023 drammatico, quindi eravamo e siamo messi malissimo. Italia fra i peggiori big, con un orribile -9,1%. Le elettriche guadagnano il 6,9%, le ibride non ricaricabili a +15,8%. In calo le PHEV (-7,2%) e le tradizionali: -10,7% per le benzina e -8% per le diesel. 

I migliori modelli

Dacia Sandero 21.740 -3%

Peugeot 208 20.389 +40%

Volkswagen Tiguan 17.368 +72%

Renault Clio 16.987 +10%

Toyota Yaris Cross 16.542 +7%

Volkswagen Golf 16.455 +34%

Toyota Yaris 15.977 +46%

Kia Sportage 16.677 +8%

Volkswagen T-Roc 14.385 +8%

Skoda Octavia 14.372 +16%

Dacia Duster 14.235 +44%

Opel Corsa 13.905 +1%

Peugeot 2008 11.920 -20%

Renault Captur 11.918 -3%

Hyundai Tucson 11.807 -9%

BMW X1 11.722 +54%

Toyota C-HR 11.180 +21%

Ford Puma 11.104 -21%

Toyota Corolla 10.770 -7%

Volkswagen Polo 10.658 -23%

Skoda Enyaq 9.977 +44%

Ford Kuga 9.654 -8%

Citroën C3 9.653 -34%

Nissan Qashqai 9.620 -9%

Peugeot 3008 9.238 +16%

Stellantis profondo rosso

Il Gruppo Stellantis a ottobre 2024 in Europa crolla del 16,7% su ottobre 2023 con 150.346 targhe. In dettaglio, malissimo Citroën (-31,3%), Fiat (-45,4%), Lancia (-79,3%), Alfa Romeo (-17,8%), DS (-12,1%) e Opel (-13,8%). Jeep (-4,9%). Mentre Peugeot va a +11,6%. Volkswagen meglio con un +12,6%, 293.327 immatricolazioni. Renault a 102.737, in calo dello 0,4% per il -1,2% della Dacia.

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Cosa chiedono i costruttori

Sentiamo l’Acea: “Gli ultimi dati annuali sui volumi di mercato delle auto elettriche a batteria (-4,9%) e delle ibride plug-in (-7,9%) sottolineano l’urgente e critica necessità di aumentare i nostri sforzi per supportare la transizione verso veicoli a zero emissioni. Abbiamo bisogno di azioni concrete che superino la mancanza di adozione da parte dei consumatori e risolvano i problemi che impediscono a loro di unirsi a noi in questa transizione: prezzi elevati dell’energia, mancanza di incentivi, un’inadeguata infrastruttura di stazioni di ricarica e reti elettriche insufficienti”. 

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Indagine che spiega tante cose

I dati di S&P Global rivelano una sostanziale revisione al ribasso delle previsioni sulla quota di mercato BEV per il 2025, dal 27% nella prima metà dell’anno al 21% di oggi. Questa ricalibrazione segnala un importante passo indietro nella conformità per gli obiettivi di emissione di CO2 dell’Ue per il 2025, dice l’Acea Case auto europee. Che cita Martin Kupka, ministro dei Trasporti ceco: “Senza un piano d’azione industriale automobilistico mirato, rischiamo di rimanere indietro rispetto a Stati Uniti e Cina. La verifica della realtà mostra che l’Ue deve disporre di un sistema più flessibile per i produttori di automobili per raggiungere gli ambiziosi obiettivi di riduzione di CO2. Dovremmo garantire che il settore utilizzi i profitti per investire in nuove soluzioni invece di pagare sanzioni”.

Richieste andate a vuoto

L’Associazione europea dei costruttori di automobili ha costantemente esortato i responsabili politici Ue ad affrontare i costi elevati di conformità associati agli obiettivi del 2025, causati in larga misura da fattori al di fuori del controllo dei produttori. Come la mancanza di un’infrastruttura di ricarica diffusa e di stimoli al mercato dei veicoli elettrici. Una revisione solida, completa e immediata dell’approccio attuale è essenziale, dato che la traiettoria attuale diverge nettamente dalle proiezioni precedenti.

Auto elettrica Ue divorata da quattro guai

Uno, prezzi dell’energia: in costante aumento. Senza il gas di Putin, le cose peggioreranno. Per scelta nostra: siamo noi che diamo le cosiddette sanzioni al leader russo.

Due, mancanza di incentivi: risorse quasi inesistenti.

Tre. Infrastruttura di ricarica: mediocre, lenta. E senza adeguata produzione di energia.

Quattro. Rete elettrica inadeguata: siamo molto indietro.

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