L’UE a pezzi sull’auto termica: il Partito Popolare Europeo insiste e dice che il bando delle nuove auto diesel e benzina nel 2035 deve essere cancellato. Con un post sui social network, lo schieramento politico numero uno al Parlamento UE si rivolge alla Commissione UE del leader Ursula von der Leyen, che è anch’essa del PPE. Un caos automotive legato a regole che convincono sempre meno: l’obiettivo di porre fine alle vendite di auto con motore a combustione interna entro il 2035 sembra più irrealistico che mai, sostiene. Il prossimo divieto ai motori a combustione interna dovrebbe essere revocato per riflettere la neutralità tecnologica, attacca in modo perentorio.
Green Deal 2019 flop
Il fatto è che dal 2019 (Green Deal) sono arrivati solo disoccupazione, profit warning, incertezza per i giganti auto, paura per l’indotto. In più, coi prezzi delle vetture nuove alle stelle, anche i listini dell’usato volano. La storia che le flotte aziendali possano sopperire al flop della domanda dell’elettrico non regge: si passerebbe solo dall’obbligo imposto a tutti, all’obbligo di quote di full electric imposte alle aziende per i parchi auto.
Appello accorato pro auto termica
Ancora il PPE: non abbandoniamo l’industria automobilistica. Con tutta la sua forza economica: 13 milioni di posti di lavoro, 255 fabbriche e 15 milioni di veicoli prodotti ogni anno, che rappresentano fino al 7% del PIL UE. È il cuore pulsante della potenza industriale europea. Ma in difficoltà, progressivamente minato da diversi fattori economici e da passi falsi politici dalle conseguenze disastrose, evidenzia. “La situazione è critica; non si tratta solo della perdita di posti di lavoro, ma della sovranità stessa del nostro continente. Noi del PPE non vogliamo stare a guardare e rimaniamo fermi nella nostra convinzione che il futuro della mobilità debba essere plasmato in Europa, non in Cina. Devono essere l’industria, gli ingegneri e i ricercatori a decidere come raggiungere i target”
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Piano d’Azione del 5 marzo 2025: ci siamo
Oggi ci sarà l’incontro fra von der Leyen e i rappresentanti del Dialogo Strategico: poi ecco la presentazione, il 5 marzo, del Piano d’Azione. “Durante la campagna elettorale, il Ppe ha promesso di affrontare la situazione e Ursula von der Leyen si è impegnata a presentare una revisione della legislazione. Data la situazione critica del settore automobilistico, la questione non può essere un tabù. Il divieto dei motori a combustione interna, previsto per il 2035, dovrebbe essere revocato per riflettere la neutralità tecnologica, che storicamente è sempre stata un successo per la mobilità europea. Consentire un mix di tecnologie offre la flessibilità necessaria per raggiungere gli obiettivi climatici senza soffocare l’innovazione o danneggiare l’industria”.
Multe, che accade
In quanto alle multe UE alle Case per 16 miliardi, “c’è una chiara domanda di flessibilità sui target di CO2 – ha detto von der Leyen -. Sapete tutti che il principio chiave è l’equilibrio. Da un lato, abbiamo bisogno di prevedibilità ed equità per coloro che hanno fatto i compiti con successo, il che significa che dobbiamo attenerci agli obiettivi concordati. Dall’altro, dobbiamo ascoltare le voci e le parti interessate che chiedono più pragmatismo in questi tempi difficili e neutralità tecnologica, soprattutto per quanto riguarda gli obiettivi al 2025 e le relative sanzioni in caso di mancato rispetto dei limiti”.
Guida autonoma: quale novità
Per il presidente della Commissione, c’è bisogno di una grande spinta nel software e nell’hardware per la guida autonoma: in arrivo un’alleanza di settore. Le aziende saranno in grado di mettere in comune le risorse. “Svilupperanno software, chip e tecnologia di guida autonoma condivisi e, da parte nostra, perfezioneremo i test e le regole di distribuzione. Aiuteremo anche a lanciare progetti pilota su larga scala per la guida autonoma, perché dobbiamo portare i veicoli autonomi sulle strade europee più velocemente”.
Batterie: guai Cina
Le batterie cinesi sono meno care. Ma le auto elettriche non possono costare di più per gli accumulatori di origine UE. Soluzione, dice il presidente: “Esploreremo il supporto diretto per i produttori di batterie dell’Unione e introdurremo gradualmente requisiti di contenuto europei per le celle delle batterie e i componenti”.