L’auto termica cinese ci invade a gennaio 2025: Unione Europea nel panico

Ippolito Visconti Autore News Auto
Le immatricolazioni europee dei marchi automobilistici cinesi salgono alle stelle a gennaio, mentre le vendite Tesla crollano.
Le immatricolazioni europee dei marchi automobilistici cinesi salgono alle stelle a gennaio, mentre le vendite Tesla crollano.

Dragone assatanato con le sue auto elettriche e termiche a benzina ibride a benzina: 37.000 unità vendute a gennaio 2025 in Europa, a +52% su gennaio 2024. Panico Unione europea che col suo Green Deal 2019 non sa più che misure prendere contro la Cina, e quali parole (transizione, decarbonizzazione, verde ecc.) usare per contrastare il Celeste Impero. Si resta in attesa di idee concrete per le prossime settimane: occorre fare in fretta senza lasciarsi sopraffare dallo sgomento verde a Bruxelles e dintorni.

Quota cinese in aumento: UE spaventata

Il mercato automobilistico europeo ha registrato un calo durante il primo mese del 2025. Questo secondo i dati di JATO Dynamics per 28 mercati europei, che hanno rilevato che a gennaio 2025 sono state immatricolate 993.068 vetture, un calo dell’1,9% rispetto allo stesso mese del 2024. Sebbene il mercato automobilistico europeo complessivo abbia registrato un calo, i marchi automobilistici cinesi hanno continuato a guadagnare terreno. La quota di mercato dei marchi cinesi è cresciuta dal 2,4% al 3,7% nello stesso periodo.

Le immatricolazioni europee dei marchi automobilistici cinesi salgono alle stelle a gennaio, mentre le vendite Tesla crollano.

Se fossero un Gruppo auto unico

Sebbene i marchi automobilistici cinesi non dominino il mercato automobilistico europeo, il loro volume combinato a gennaio li avrebbe collocati al 12° posto in termini di classifiche dei marchi per il mese. Ciò li avrebbe posti davanti a marchi affermati come Ford che ha immatricolato 35.790 unità. Il segmento che ha guidato la crescita maggiore per i marchi cinesi è stato quello dei modelli ibridi. L’imposizione di tariffe sui BEV cinesi da parte della Commissione Europea ha spinto alcuni produttori di automobili cinesi a concentrare i propri sforzi su altri propulsori, compresi gli ibridi, per superarli. Di conseguenza, quasi 7.500 ibridi immatricolati in Europa a gennaio provenivano da marchi cinesi, rappresentando il 6,1% del mercato totale. Anche i modelli ibridi plug-in (PHEV) realizzati dai marchi cinesi hanno registrato una crescita anno su anno, con 4.035 unità immatricolate a gennaio, rispetto alle 1.276 dello stesso mese del 2024.

Tesla ko

La Casa di Musk a -45% e 9.913 targhe sebbene le immatricolazioni di elettriche siano salite del 38% a 166.000 unità: i consumatori attendono la nuova Model Y. Di tutto questo, i cinesi hanno profittato con intelligenza.

Le immatricolazioni europee dei marchi automobilistici cinesi salgono alle stelle a gennaio, mentre le vendite Tesla crollano.

Dazi inutili e anzi dannosi

La Cina si muove così a nostro avviso. Uno: meno vendite e meno profitti per le elettriche, perché ci sono i dazi UE sulle elettriche Made in China. Due: fare elettriche Made by China in UE, come BYD in Ungheria. Tre: scommettere sul termico ibrido a benzina, che gli europei adorano. Oggi i dazi frenano l’ascesa elettrica del Dragone, che però sfonderà ancor più in futuro. Ora i gruppi di potere green in UE dormono notti molto agitate.

Cina da paura, l’UE green trema

Dopo i proclami UE green del 2019, ora si diffondono i timori. In tutto il 2024 la Cina ha venduto 12,87 milioni di NEV, auto a nuova energia: elettriche e ibride plug-in, dice l’Ispi, Istituto di studi internazionali. Una crescita del 35,5% su base annua, soprattutto grazie a un maggiore apporto del segmento ibrido. Di questi 12,87 milioni, 11,59 sono stati consegnati all’ingrosso sul mercato domestico, mentre 1,28 sono stati esportati (+6,7% rispetto al 2023). BYD ha venduto 4,27 milioni di NEV (+41,3%), insidiando Tesla nel segmento full electric. Ha consegnato 417.000 unità all’estero (+71,9%): anche grazie alle filiali in Thailandia, Indonesia, Uzbekistan, Pakistan, Brasile, Ungheria e Turchia. 

Contrapposizione terribile

Tutto in UE è lentissimo, mentre nel Paese della Grande Muraglia si va a mille all’ora con decisioni immediate della politica. A beneficio dell’elettronica di consumo e dei battery pack. A oggi Pechino controlla il 79% della produzione di celle agli ioni di litio e tra il 60-95% di una serie di materiali critici come litio ferro fosfato, solfato di nichel, cobalto e grafite. Contemporary Amperex Technology (CATL), prossima tra l’altro a una maxi-quotazione a Hong Kong, è leader nel settore degli accumulatori (seguita da BYD): 13 gigafactory tra Cina ed Europa, per una capacità produttiva attuale di 593 GWh e che potrebbe raggiungere quasi 1 TWh entro il 2030. Con spese in conto capitale da gennaio a settembre 2024 di circa 2,4 miliardi dollari.

Il guaio nasce nella stessa Cina

Le Case UE non vendono più bene in Cina, iniziano a soffrire i cinesi in Europa a livello di elettrico e di termico: vedi Xiaomi, Xpeng, NIO e Li Auto. Poi, ci saranno i dazi USA anti UE, a lasciare i politici di Bruxelles spiazzati.  

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