La nuova Lancia Ypsilon è oggetto di critiche. Il prezzo di 39.999 euro per la versione Cassina Limited Edition sembra eccessivo per una considerevole parte dei fan, i quali speravano in un approccio meno premium. Tuttavia, va detto che fin dall’inizio il CEO, Luca Napolitano, ha espresso ambizioni premium. Nonostante ciò, adottando lo stesso nome, molti speravano di assistere a una “magia” sotto forma di minori costi di produzione e, di conseguenza, prezzi di listino inferiori.
Dalla Pandina alla Lancia Ypsilon mini il passo è breve
La cifra da corrispondere è ritenuta troppo elevata, almeno nel caso di una city car, categoria che, sebbene ancora presente, si è evoluta sotto altre credenziali. Mentre in passato dominava la legge del low-cost, la creazione di Stellantis ha cambiato le dinamiche del mercato. In nome del profitto e dei dividendi da distribuire agli azionisti, Carlos Tavares ha impartito precise istruzioni che devono essere seguite. Tuttavia, va difesa la vettura riconoscendo l’eccellente cura nei dettagli. Inoltre, con l’avvento dell’elettrico, certe condizioni sono fuori portata, a meno di non riflettere sui bilanci aziendali.
Coloro che non possono permettersi di acquistare la nuova Lancia Ypsilon possono optare per l’acquisto della generazione attuale, che sembra rimarrà nei concessionari per tutta la prima metà del 2024 e forse anche qualche settimana in più, prima di essere ritirata, dopo un decennio di onorata carriera.
Purtroppo, la piccola italiana non avrà una diretta erede, nemmeno secondo l’interpretazione curiosa pubblicata dall’utente RightKnider su Autopareri. Fondamentalmente, si tratta di una versione della storica Lancia Ypsilon con dettagli del MY24. Il calice introdotto sul frontale, i fari e il colore sono presi in prestito dalla nuova arrivata, così come la scritta “Lancia” sul portellone e i fanali posteriori.
L’autore aveva l’intento di creare una “mini Ypsilon”, come egli stesso spiega. Il riferimento, piuttosto ovvio, è alla Pandina, l’attuale best seller nei nostri confini dopo l’aggiornamento. Il prossimo capitolo verrà scritto a Kragujevac, in Serbia, con un veicolo a trazione 100% elettrica. Tuttavia, fino al 2026 il veicolo attuale continuerà ad essere prodotto presso l’impianto di Pomigliano d’Arco.
A proposito di quest’ultimo, i sindacati reclamano con forza l’annuncio di un nuovo modello popolare, al quale dare il benvenuto. Finora né Tavares né nessun altro portavoce della società hanno fornito indicazioni in merito. L’amministratore delegato ha parlato in generale di un’auto sostitutiva, senza entrare nei dettagli. Lo strappo col Governo è stato ricucito grazie al generoso pacchetto di ecoincentivi stanziato nel 2024.