La von der Leyen fa una sorpresa sull’e-fuel: l’Italia dei biocarburanti piange

Ippolito Visconti Autore News Auto
Dopo trattative estenuanti, Ursula von der Leyen ce l’ha fatta: il Parlamento europeo, in seduta plenaria, l’ha rieletta come presidente della Commissione Ue.
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Dopo trattative estenuanti, Ursula von der Leyen ce l’ha fatta: il Parlamento europeo, in seduta plenaria, l’ha rieletta come presidente della Commissione Ue. Prima del voto a scrutinio segreto, la politica tedesca ha parlato davanti alla platea del Green Deal e del pacchetto di misure per la decarbonizzazione Fit for 55 che include il bando termico 2035 (divieto di vendere macchine a benzina o diesel). Ecco il cambio di direzione: non solo elettriche, anche gli auto a e-fuel. Cioè combustibili sintetici, ottenibili a partire da acqua e CO2 atmosferica tramite elettrosintesi. 

Serve pragmatismo

Per la von der Leyen, servono “pragmatismo, neutralità tecnologica e innovazione. Il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050 richiederà un’ampia gamma di tecnologie innovative, in settori che vanno dalla mobilità all’energia”. Come raggiungere l’obiettivo di neutralità climatica per le auto nel 2035? “Sarà necessario un approccio tecnologicamente neutrale, nel quale i carburanti sintetici possono svolgere un ruolo attraverso una modifica mirata del regolamento nell’ambito della revisione prevista”. Che sarà nel 2026.

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Italia in lacrime

Quindi, nessuna retromarcia, nessun dietrofront. Ma una virata. Chi esce con le ossa rotte è l’Italia. In un discorso alla Camera di marzo 2023, il premier Giorgia Meloni aveva detto: “La sfida dell’Italia è stabilire una diversificazione tecnologica. Per non devastare il nostro sistema produttivo. Per lavorare su avanguardie che noi in questa nazione abbiamo. L’elettrico non è la panacea di tutti i mali. La sfida sui biocarburanti l’Italia se la può tranquillamente intestare. Il rischio è di passare dalla dipendenza dal gas russo, alla dipendenza dall’elettrico cinese: non mi sembra una cosa intelligente. Credo che l’Europa debba lavorare sulla sovranità delle proprie tecnologie”. Vedi il bioetanolo e il biodiesel: da noi il secondo si può trovare anche nei distributori ENI in versione HVO (Hydrotreated Vegetable Oil). È prodotto tramite un processo chimico, la transesterificazione.

Quindi, la Germania voleva gli e-fuel: ha vinto, come sempre in Europa. L’Italia voleva i biocarburanti: ha perso, come sempre in Europa. L’industria automotive tedesca, dominante sui carburanti sintetici, ha stravinto. Per Porsche, fortissima nel campo e-fuel, un trionfo.

Questo è il primo avvertimento della Germania all’Ue: e-fuel. Se i tedeschi vedranno che le auto elettriche non si vendono, arriverà la seconda ondata da Berlino: dopo gli e-fuel, stop al bando termico 2035. In Ue, comandano i teutonici. Viceversa, con la Cina sono in enorme difficoltà, anche per mancanza di abitudine: non sanno bene come comportarsi quando uno è più forte.

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