Prendi l’UE sinistroide che impone l’elettrico, ci aggiungi il governo britannico laburista (centrosinistra) che è sulla stessa linea, ci metti la tedesca BMW che andava a mille all’ora con la geniale inglesina rifatta Mini termica a benzina o diesel, e adesso ecco lo stop alla produzione delle Mini elettriche a Oxford (fonte Auto Express). Perché i consumatori Europa, in modo legittimo, rifiutano vetture costose e scomode, con poche colonnine pubbliche. Addirittura, BMW preferisce importare Mini elettriche dalla Cina pagando dazi UE pesantissimi per full electric Made in China, piuttosto che produrre nel Vecchio Continente. Un bel caos da Bruxelles a Londra. Con ricadute su occupazione, indotto, Prodotto interno lordo, immagine. Insomma, UE come GB: elettriche flop e termiche sempre protagoniste.
Soldi investiti
Per giunta, a Oxford, BMW (Mini) aveva investito 600 milioni di sterline. I piani per la reintroduzione di una Mini elettrica e l’inizio dell’assemblaggio dell’Aceman nel Regno Unito risalgono a settembre 2023. È che le vetture full electric in Europa sono crollate del 5,9% in Europa. Per non prendere troppe multe GB, le Case in Inghilterra e dintorni hanno fatto sconti fortissimi sulle green car. Ma i numeri restano drammatici. “A fronte delle numerose incertezze che gravano sull’industria automobilistica, il BMW Group sta rivalutando i tempi per la ripresa della produzione di MINI elettriche a Oxford”, dice la nota rilasciata ai media.
Dallo stabilimento di Oxford, escono le versioni a benzina e diesel della Mini tre porte e della Cabrio. Mini EV e Aceman vengono importati dalla Cina con dazio del 20,7% per entrare nell’UE. I dipendenti hanno paura. Questa cosa del tutto elettrico terrorizza tutti i lavoratori in Europa, indotto incluso. Con le perdite di lavoro, ci sono drammi sociali e politici: vedi la Germania, per via delle incertezze VW. “Oxford resta un punto di riferimento per la produzione MINI, con modelli molto richiesti sia nel Regno Unito che nel resto del mondo”, dice l’azienda.

Illusione elettriche GB
Nel Regno Unito, record di 381.970 unità immatricolate elettriche nel 20245 con una quota di mercato senza precedenti del 19,6%. È un’illusione. Macchine vendute con mega sconti per evitare ammende. Sono le regole imposte dal ZEV mandate. Ma quante sono state vendite effettive o a società per noleggi o leasing? Quante pre immatricolate da produttori e concessionari? È la politica che impone mandati, quote, obiettivi alle aziende private, al fine di realizzare qualcosa che nessuno dei desidera veramente. Il governo laburista britannico ha recentemente completato una revisione di questa normativa. Tutte le Case danno consigli: il marchio Polestar suggerisce di dimezzare l’IVA sulle auto elettriche per tre anni. E di alzare la soglia di 40.000 sterline oltre la quale scatta una tassa automobilistica più elevata.