La guerra degli incentivi auto

Walter Gobbi
Incentivi auto

Il decreto Energia stanzia 700 milioni di aiuti fra incentivi auto e soldi alle Case. Ma occorre il decreto attuativo interministeriale. E qui casca l’asino. Addirittura quattro ministeri che discutono. Si deve decidere per fine marzo 2022: ce la faranno? Mistero. L’Unrae (Case estere) manifesta “estrema preoccupazione” per il ventilato taglio dei tetti di listino (price cap) delle auto che dovrebbero beneficiare del nuovo ecobonus.

Incentivi auto, per ora è paralisi

Audito alla Camera per la conversione in Legge del Decreto-Legge, 1° marzo 2022, (Decreto Energia), il presidente Unare Michele Crisci ha affermato che l’eventuale taglio dei price cap sarebbe da considerarsi estremamente controproducente. Per la concorrenza: perché escluderebbe un gran numero di player dagli incentivi. E per i consumatori, che avrebbero una minore scelta di prodotto. Nonché per l’Erario, che avrebbe minori incassi IVA a parità di incentivi.

Crisci ha inviato una lettera firmata insieme a Federauto e inviata ai ministri Giorgetti, Franco, Cingolani, Giovannini e al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Garofoli: c’è preoccupazione. Per il drastico taglio del 30% dei tetti di listino per la fascia 0-20 g/km CO2, ridotta da 50 mila euro a 35 mila euro.

L’Unrae all’attacco

Questa misura presenta profili di dubbia legittimità. Potrebbe avere impatti molto negativi sullo sviluppo della mobilità a zero emissioni, e che non porterebbe alcun vantaggio ai consumatori, ma solamente ad alcuni Produttori, dice.

La stragrande maggioranza dei veicoli costruiti all’estero incorporano valore aggiunto italiano, ossia componentistica prodotta da imprese operanti in Italia. La distribuzione e l’assistenza dei suddetti prodotti garantisce l’occupazione di circa 160.000 lavoratori italiani. La richiesta è quella di mantenere la preesistente soglia dei prezzi di listino per la fascia 0-20 g/km CO2.

D’altronde, aggiungiamo una considerazione: chi è ricco può usare quegli incentivi per comprare la seconda e terza e quarta auto. Non è detto che abbassando la soglia, si barra la strada al ricco. In realtà, si fa solo del male al mercato. Anche perché i bonus devono essere per tutti. Un provvedimento anche di cattivo gusto.

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