Dalla Cina con intelligenza. Xpeng, Casa del Dragone in crescita, pronta a beffare i dazi Ue sulle auto elettriche fatte nella nazione della Grande Muraglia ed esportate in Europa. Sarà sufficiente aprire una fabbrica nel Vecchio Continente. Visto che le compagini governative europee fanno una corte spietata ai Gruppi cinesi affinché creino lavoro in loco, sarà facile trovare una sistemazione. È solo questione di tempi, incontri, colloqui. Di certo, Pechino non sta ferma a piangere. Lo ha detto il ceo He Xiaopeng in un’intervista rilasciata a Bloomberg: “Si cerca location”. Così da evitare la barriera di Bruxelles: 21,3% di tasse. È la seconda mossa sullo scacchiere Ue da parte di Xpeng. La prima? Aver siglato di recente un’alleanza col Gruppo Volkswagen, dice Automotive News.
Zero noie e seccature
Xpeng cerca una Paese non complicato, senza burocrazia che strangola, con “bassi rischi legati al lavoro”. Affiancherà al primo impianto produttivo un enorme data center per la raccolta e la gestione delle informazioni: quelle provenienti dai software delle proprie auto. Quindi, cinesi di Guangzhou proiettati verso elettrificazione, digitalizzazione, automazione, connessione e guida autonoma. La stessa filosofia di BYD in Ungheria; Chery, SAIC e Zeekr contro i dazi dal 17 al 38%. Il piano di diventare costruttore globale non sarà influenzato da imposte più elevate, sebbene i profitti nei Paesi europei saranno ridotti dopo l’aumento delle tariffe.
“Vendere un milione di auto alimentate dall’intelligenza artificiale all’anno sarà un prerequisito per le aziende che alla fine emergeranno come vincitrici nei prossimi 10 anni, in cui il conducente umano toccherà forse il volante meno di una volta al giorno in media durante il tragitto giornaliero”, dice Xiaopeng.
Una vittoria per l’Ue? Nella maniera più assoluta no. Si vince con la libera concorrenza, e parlando con le Case cinesi che vogliono aprire fabbriche in Ue. La barriera medievale è un tuffo nel passato.
Ossigeno per Xpeng
Xpeng ha anche lottato con vendite interne tiepide, controversie sulla pianificazione dei prodotti e una guerra dei prezzi prolungata nel mercato cinese. Il prezzo delle sue azioni si è più che dimezzato da gennaio. La casa automobilistica ha consegnato circa 50.000 veicoli nella prima metà dell’anno, solo circa un quinto delle vendite mensili di BYD.
Cina contro tutti
Oltre a Bruxelles, anche Usa e Canada piazzano dazi. Addirittura Washington e Ottawa del 100%. Sotto il profilo economico, politico e anche psicologico, è un pericolosissimo uno contro tutti. Attenzione a stuzzicare l’orgoglio dei cinesi: se sono superiori e se i concorrenti devono alzare muri, non è colpa loro. Ci sarà la reazione tremenda del Dragone, con le sue auto elettriche a basso costo. E coi controdazi su vetture e beni di ogni genere.