La cinese BYD beffa i dazi europei: costruirà auto elettriche in Turchia investendo un miliardo di dollari

Ippolito Visconti Autore News Auto
L’Unione europea ha stabilito extra dazi per le auto elettriche fatte in Cina ed esportate nel Vecchio Continente, ma il Dragone è diabolico: BYD costruirà vetture full electric in Turchia.
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L’Unione europea ha stabilito extra dazi per le auto elettriche fatte in Cina ed esportate nel Vecchio Continente, ma il Dragone è diabolico: BYD costruirà full electric in Turchia. E da qui invierà macchine per invadere il Vecchio Continente. Come riporta Automotive News, il colosso orientale investirà un miliardo di dollari. Così, farà vetture da Istanbul e dintorni, Ungheria, Thailandia e Brasile, e ciao ciao dazi Ue. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan dovrebbe annunciare l’accordo durante una cerimonia nella provincia di Manisa, dove sarà costruito l’impianto. BYD e presidenza turca non confermano né smentiscono. Il nuovo impianto consentirà al gigante cinese un accesso più facile all’Unione europea, con la quale la Turchia ha un accordo di unione doganale. Ricordiamo che l’Ue ha aumentato le tariffe sulle importazioni di veicoli elettrici cinesi, colpendo BYD con un’ulteriore tassa del 17,4% in aggiunta al tasso esistente del 10%.

BYD fa cose turche

C’è anche un mercato interno da servire, con i veicoli elettrici che lo scorso anno hanno rappresentato il 7,5% delle vendite di auto in Turchia, un Paese con una popolazione di quasi 90 milioni di abitanti. Quindi doppio colpo: per i compratori interni ed esterni. Addio invece a quel presunto progetto del governo turco di piazzare una tariffa aggiuntiva del 40% su tutti i veicoli provenienti dalla Cina. Questa decisione fa seguito ai colloqui tra Erdogan e il presidente cinese Xi Jinping giovedì durante un incontro dell’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai ad Astana, in Kazakistan. 

Il produttore con sede a Shenzhen ha affermato che porterà in Europa i suoi veicoli elettrici a basso prezzo nei prossimi anni, inclusa la berlina Seagull che i dirigenti si aspettano di vendere per meno di 20.000 euro. Sta costruendo il suo primo stabilimento europeo in Ungheria, che intende aprire prima del 2026. Ha già un sito nel sud-est asiatico in Thailandia. E ha rilevato un’ex fabbrica Ford Motor in Brasile. Si muove per il Messico. Fa sia elettriche sia ibride plug-in. Se l’Ue toglie il bando termico 2035, BYD è pronta con le sue ricaricabili. 

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Partita a scacchi sui dazi: Ue vs Cina

Le vendite di BYD sono balzate al record di 982.747 veicoli nel secondo trimestre, con un aumento di oltre il 40% rispetto a un anno fa. Sebbene in Europa siano basse, stanno crescendo rapidamente e l’azienda sta attuando un’importante spinta di marketing nella regione, prendendo il posto di Volkswagen come sponsor principale del torneo di calcio del Campionato Europeo. Secondo Dataforce, ha venduto 12.944 auto in Europa rispetto alle 2.120 dello stesso periodo del 2023. Si assiste a una partita a scacchi fra un giocatore debole, lento e disorientato come l’Ue, sempre in difesa, e un giocatore veloce, pieno di fantasia e creatività, come la Cina. La quale ha sempre la contromossa vincente dopo il disastro del bando termico 2035 introdotto dall’Europa.

Dalla Thailandia con furore

La strategia di espansione internazionale di BYD passa per la Thailandia, per la precisione a Rayong, un’area industriale a sud-est di Bangkok: qui, la cinese ha realizzato il sito in tempi record, in 16 mesi, grazie a un investimento di 490 milioni di dollari. Capacità produttiva annuale di 150 mila veicoli: assemblaggio sia di auto sia di componenti. Sia elettrico sia ibrido plug-in, dando lavoro a 10 mila persone fra diretti e indotto. BYD ha imparato dalle giapponesi Toyota e Honda, che in Thailandia hanno hub preziosi. Ora, il Paese attrae investimenti per 1,5 miliardi di dollari da parte dei cinesi. In parallelo, Bangkok ha messo nel piatto incentivi pro elettrico. Da qui, si invade l’area Asean (associazione dei Paesi del sud-est asiatico): Thailandia, Indonesia e Malesia, con 600 milioni di abitanti ed elevati tassi di crescita.

BYD ha anche acquisito una quota del 20% nel rivenditore tailandese Rever Automotive. Ora ci sono 115 punti vendita BYD in Thailandia, ha detto Liu Xueliang, direttore generale della divisione vendite auto Asia-Pacifico del produttore di NEV (auto a nuova energia). In futuro, le due società espanderanno le loro aree di cooperazione dalle autovetture ai segmenti di mercato compresi i veicoli commerciali. I modelli attualmente prodotti nello stabilimento thailandese di BYD includono il Dolphin e il Seal completamente elettrici, nonché l’Atto 3, noto in Cina come Yuan Plus, attualmente venduti da Rever in Thailandia. L’azienda prevede inoltre di produrre lì modelli di veicoli elettrici ibridi plug-in (PHEV), incluso il Sea Lion 6, noto come Song Plus DM-i in Cina. Rever è guidata da un membro della famiglia proprietaria del noto gruppo tailandese Siam Motors, fondato nel 1952 e iniziato importando e vendendo veicoli Nissan.

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Intanto BYD lancia la Dolphin 2025

Il costruttore ha proposto in Cina (ma possibile l’esportazione da noi) l’elettrica compatta Dolphin 2025, apportando aggiornamenti che includono una maggiore autonomia mantenendo i prezzi invariati. Da 99.800 yuan, ossia 12.670 euro. In passato, del modello “vecchio” ne sono stati venduti 700 mila da agosto 2021: è il primo modello della e-Platform 3.0 di BYD e il primo della sua gamma Ocean. Misura 4.125 mm di lunghezza, 1.770 mm di larghezza e 1.570 mm di altezza, e ha un passo di 2.700 mm. Alimentata da una batteria a lama con una capacità di 44.928 kWh basata sulla chimica del litio ferro fosfato, vanta un’autonomia CLTC di 420 chilometri. Motore elettrico che produce 70 kW di potenza di picco e 180 Nm di coppia di picco, in grado di accelerare il veicolo da 0 a 50 chilometri orari in 3,9 secondi. Straordinaria la capacità di BYD di adeguarsi alle condizioni del mercato.

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