La Cina apre in due l’Unione europea con la guerra delle auto

Ippolito Visconti Autore News Auto
Pechino farà a pezzi Bruxelles e i Paesi Ue con una guerra commerciale sulle auto che non ha precedenti.
eu cina dazi

Il Dragone dell’auto sputa fuoco sul Vecchio Continente. Da una parte una nazione piena di energia e coraggio, dall’altra un’Ue stracolma di tecnocrati bizantini e parolai. Ecco le mosse della Cina.

Dividere l’Europa

L’ex Celeste Impero fa causa al WTO (l’Organizzazione mondiale del commercio) contro l’Ue: denuncia Bruxelles per gli extra dazi definiti illegali sulle importazioni di veicoli elettrici. Mette in freezer i progetti per la costruzione di nuovi fabbriche in Italia e in altre nazioni europee. E divide l’Ue. Contro i dazi c’è la Germania, terrorizzata dalle ritorsioni di Pechino, e dalle tasse sulle auto premium tedesche. Adesso la Francia ci pensa, visto le tasse enormi della Cina sul cognac. La Spagna necessita degli investimenti cinesi e dice no alle tasse anti auto elettriche orientali. L’ex Regno di Mezzo punta a farci litigare fra di noi, facendo leva sulle nostre intrinseche debolezze.

ue cina auto

L’Ue con le mine vaganti interne

Le nazioni contro i dazi faranno di tutto per eliminarli. Con opera di lobbying, affinché almeno si dia l’ok al prezzo minimo di 30.000 euro circa per le elettriche cinesi in Europa. Resterebbe fra gli altri a dire sì ai dazi l’Italia. Paradossale: proprio lo Stato che maggiormente necessita di un Gruppo cinese in abbinamento o in sostituzione di Stellantis, per raggiungere quota un milione di mezzi prodotti nel nostro Paese ogni anno entro il 2030. Si vedrà se il governo Meloni ci ripenserà, alla luce dei drammatici numeri di ottobre 2024 sulle vendite, con riflessi sulla produzione. L’esecutivo di destra avrà modo di riflettere se sia il caso di mettere da parte pregiudizi sulle politiche di Pechino.

Fa sorridere la tesi secondo cui la Cina si rivolge ai tribunali internazionali solo quando le conviene. Lo fanno tutti, anche le nazioni Ue e pure gli organismi sovranazionali. Fra la parola di Pechino che sostiene di non aver aiutato troppo le Case, e la parola degli Stati Ue (che sostengono di non aver aiutato troppo le aziende locali), la partita finisce in parità. Non si vede perché mai si debba credere a una delle due parti in gioco. Inoltre, va individuato anche il metro di misura: che cos’è un aiuto eccessivo? Per esempio, se lo Stato piazza un miliardo di euro di incentivi a favore dei consumatori, dando un assist vincente alle aziende automotive, questo è un sussidio basso, medio o eccessivo? E chi giudica?

  Argomento: