In vista delle elezioni Usa, Casa Bianca in pressing su Stellantis: rispetti gli impegni sugli investimenti, rispetti i patti con il sindacato United Auto Workers nel 2023 per le comunità colpite dalle chiusure degli stabilimenti negli States. Qual era l’intesa? Riaprire ed espandere la produzione nelle comunità devastate dalle precedenti chiusure degli stabilimenti, ha affermato la portavoce presidenziale Karine Jean-Pierre.
Soldi da tirare fuori: 19 miliardi di dollari
Stellantis ha accettato nel 2023, nell’ambito del contratto UAW, di investire 1,5 miliardi di dollari per riaprire il suo stabilimento di assemblaggio chiuso di Belvidere, Illinois. Poi il patto era questo: costruire veicoli entro il 2027, come parte di 19 miliardi di dollari di piani di investimento complessivi. Ad agosto Stellantis ha riconosciuto di aver ritardato alcuni investimenti a causa delle condizioni economiche, ma ha affermato di “mantenere fermamente il suo impegno”. Il presidente Joe Biden si è recato in Illinois a novembre 2023 per promuovere l’accordo.
Situazione bollente per Stellantis
Il Gruppo euro-americano ha intentato numerose cause legali contro l’UAW e le unità locali, affermando che il sindacato ha violato il suo contratto minacciando di scioperare per i ritardi dell’azienda negli investimenti pianificati. Jean-Pierre non ha risposto direttamente a una domanda su un rapporto secondo cui Stellantis prevede di spostare parte della produzione di pick-up Ram in Messico. Così, l’ad Tavares è in mezzo a mille fuochi: Casa Bianca, sindacato Usa, sindacato italiano, governo italiano (che mirava a un milione di veicoli prodotti nel nostro Paese l’anno entro il 2030). Viceversa, pare non abbia problemi in Francia. Mille fuochi meno uno. Sembra ieri quando – con Marchionne (che diceva “Mai coi francesi”) – Stellantis faceva sfracelli grazie a Jeep (Chrysler) in terra yankee: una gallina dalle uova d’oro che è stata misteriosamente strangolata.