Durante un’audizione informale davanti alle Commissioni Attività produttive di Camera e Senato, il presidente Stellantis John Elkann critica il Piano d’Azione auto europeo del 5 marzo 2025, che ha deluso. Presentato dalla Commissione UE per rilanciare l’industria dell’auto continentale non stanzia quattrini a sufficienza. Vedasi la promessa di 1,8 miliardi di euro per la produzione di batterie: “È uno sforzo iniziale, ma non sufficiente a colmare il divario con la Cina”, ha affermato l’attuale CEO del Gruppo. Che fra gli obiettivi aveva quello di ricucire i rapporti con la politica, deterioratisi quando Tavares era CEO.
Auto sotto pressione, dice Elkann
“Il settore automobilistico europeo si trova in una fase critica, dovendo far fronte alla crescente pressione esercitata dagli obiettivi normativi in materia di CO2 e alla diminuzione della propria competitività globale. Questo settore è un esempio chiave della mancanza di pianificazione, a cui è stata imposta una rigida politica climatica senza aver creato le condizioni industriali che la favoriscano – ha detto Elkann. Concordando con la disamina di Draghi -. In Stellantis continuiamo a sostenere che l’elettrificazione è lo strumento più efficace per raggiungere la decarbonizzazione. Allo stesso tempo, per centrare gli obiettivi climatici del 2035 è necessario utilizzare l’intera gamma di tecnologie a basse e zero emissioni, sia per i nuovi veicoli sia per la flotta esistente”.
Multe UE, intervento di corto respiro
Le modifiche al regolamento annunciate due settimane fa dalla Commissione Europea vanno nella direzione di posticipare gli oneri (16 miliardi di euro totali) a carico dei costruttori che non riescono a rispettare gli obiettivi nel breve termine. “Si tratta tuttavia di interventi di corto respiro, che non danno la necessaria certezza al mercato – aggiunge il presidente Stellantis -. In Acea (l’Associazione europea dei costruttori di cui facciamo parte) e in Clepa (fornitori automotive europei) auspichiamo di trovare il punto di sintesi capace di conciliare la sostenibilità ambientale con quella economica e sociale”.

Solo elettriche fra 20 anni: occhio a Cina e USA
Elkann evidenzia che il settore fra 20 anni produrrà soprattutto auto elettriche. “Cina e Stati Uniti stanno definendo una politica industriale per l’auto, con normative e risorse orientate a raggiungere i loro interessi nazionali. Noi auspichiamo che ciò possa accadere presto anche in Europa. Perché in questo mestiere definire un quadro chiaro è fondamentale per tutti gli attori: per costruttori, sindacati, fornitori, concessionarie e, soprattutto, clienti”.
Italia: l’impegno di Stellantis
Elkann in merito al Piano per l’Italia di Stellantis, svelato lo scorso dicembre al Mimit, dice che il Gruppo ha preso una serie di impegni nei confronti di tutti gli attori del settore dell’auto. “Questi impegni li stiamo realizzando puntualmente”: 2 miliardi di euro di investimenti per il 2025 e 6 miliardi di acquisti da fornitori italiani. Si punta su piattaforme multi-energia: STLA Small, Medium e Large, con queste ultime due già operative a Melfi e Cassino. Inoltre, ad Atessa è installata una piattaforma dedicata ai veicoli commerciali leggeri. Quali modelli? Due compatti sulla Small dal 2028 per Pomigliano, sette novità per Melfi come la DS N°8, le Alfa Romeo Stelvio e Giulia per Cassino, la 500 ibrida per Mirafiori forse da novembre 2025, poi la futura 500. “Stiamo lavorando al futuro del Tridente che è indissolubilmente legato all’Italia, a Modena e alla Motor Valley”.

Per il 2026, più produzione
L’imprenditore 49enne prevede un aumento della produzione dal 2026, grazie al lancio di 10 nuovi aggiornamenti di modelli, ma “i livelli produttivi dipenderanno dal mercato e da fattori esterni come i dazi”. E ancora: “Noi continuiamo ad investire in Italia, a Torino e nel futuro. Stellantis sta portando avanti quanto si era impegnata a realizzare lo scorso dicembre. Ribadiamo il nostro impegno in Italia e per l’Italia con passione, responsabilità e professionalità, ma soprattutto perché ci crediamo”. D’altronde, era noto che il 2025 sarebbe stato difficile.
E la Gigafactory?
In merito alla fabbrica di batterie per auto elettriche in Molise, “siamo soci di minoranza di ACC, la quale sta valutando la realizzazione della Gigafactory in base al mercato e ai fattori di competitività”. Il costo della batteria rappresenta fino al 45% del costo totale di un veicolo elettrico. Oggi sono attive 263 Gigafactory in tutto il mondo: 214 localizzate in Cina, solo 13 in Europa. Le aziende cinesi hanno il primato del mercato in termini di produzione ma soprattutto di tecnologia: questo il pensiero di colui che venne designato dal nonno Gianni Agnelli come suo successore.
Previsioni errate
“Molti parlavano nel 2004 della Fiat come un’azienda spacciata, fallita o da nazionalizzare. Venti anni fa lottavamo per la sopravvivenza. Oggi siamo fra i primi costruttori al mondo. Di questo straordinario percorso di sviluppo, l’Italia e gli italiani hanno avuto grande merito e a tutto il Paese va la nostra gratitudine. Ci si chiede spesso quali vantaggi ha l’Italia da Stellantis. Se non ci fosse oggi Stellantis, non saremmo qui, perché l’auto italiana sarebbe già scomparsa da tempo, come l’informatica dopo l’Olivetti e la chimica dopo la Montedison”, sostiene l’amministratore delegato della Exor.
Dal 2004 al 2023, siamo a 16,7 milioni di autovetture e veicoli commerciali prodotti in Italia, per un valore complessivo di quasi 700 miliardi di euro, che sale a 1.700 miliardi di euro calcolando gli effetti sulla filiera e le ricadute sui consumi delle famiglie, e un valore aggiunto di 417 miliardi. “Per ogni euro di valore creato da Stellantis, se ne generano 9 nel resto dell’economia. In 20 anni, l’azienda ha pagato direttamente 14 miliardi di imposte all’erario”, ossia 32,2 miliardi col gettito IVA e le imposte versate per conto dei dipendenti. Poi c’è la spesa per investimenti e ricerca e sviluppo che ammonta a 53 miliardi, a fronte di contributi pubblici pari a 1 miliardo: un rapporto fra dare e avere di 50:1.
Brevetti industriali
“Nel 2024, Stellantis è stato il gruppo che ha depositato più brevetti industriali in Italia. Ogni brevetto non è solo un numero, ma un passo avanti nell’innovazione tecnologica del Paese. Questi dati ci dicono che l’Italia e la Fiat, oggi Stellantis, sono cresciute insieme”.

Dazi USA
“Noi ci stiamo preparando a un mondo in cui le regole cambieranno. Le decisioni dell’amministrazione Trump sui dazi avranno un impatto su ciò che produciamo in Italia e in Europa e vendiamo negli Stati Uniti. Il Brasile ha definito una politica di sviluppo del mercato interno con tecnologie proprie, come l’etanolo, e un’industria forte a esse legata. Forse il mondo si sta orientando a essere più come il Brasile che come l’Europa”.
Ma quale guerra
“Cina e USA hanno un’importante industria bellica e un’importante industria auto. Non è una scelta tra una e l’altra, i due Paesi ci dimostrano che si possono avere entrambe le industrie forti. Noi riteniamo che il futuro dell’industria dell’auto non sia l’industria bellica, ma sia legato a quello che l’Europa decide in termini di politica industriale, risorse ed energia”.
Quanto costa fare un’auto in Italia e in Spagna
Jean Philippe Imparato, capo di Stellantis Europe, è intervenuto durante l’audizione di Elkann: “Fare una macchina in Spagna mi costa 516 euro, farla in Italia mi costa 1.414 euro. Questo a causa del costo dell’energia”. Sentiamo Elkann: “I produttori automobilistici europei stanno affrontando uno svantaggio strutturale rispetto ai loro concorrenti cinesi, pari al 40% del costo manifatturiero complessivo. In particolare, i prezzi dell’energia di paesi produttori di auto europei risultano 5 volte più alti di quelli cinesi. Bisogna inoltre rammentare che per quanto riguarda una Gigafactory, il consumo di energia necessario è 10 volte superiore a quello di uno stabilimento produttivo di autovetture. Per questa ragione l’Europa dovrebbe far scendere i prezzi dell’energia a valori competitivi globali e di mantenerli a livelli costanti e prevedibili”.
Durissima reazione della Lega
In una nota, la Lega commenta le parole di John Elkann: “Sono l’ennesima, vergognosa presa in giro: il suo Gruppo è cresciuto grazie ai soldi degli italiani, italiani che poi ha licenziato per investire e assumere all’estero. E con la geniale idea del tutto elettrico da loro sostenuta, stanno contribuendo a distruggere il settore dell’auto, in Italia e in Europa. Il signor Elkann dovrebbe scusarsi coi lavoratori, e restituire i miliardi incassati dal nostro Paese”. Anche il Fatto Quotidiano lo attacca: “Lo scudo col ‘blasone’ del passato, zero sul futuro: Elkann si sente Re Sole in Parlamento”.
Calenda contro Elkann e Urso
Idem Carlo Calenda (Azione): “Lei ha mai commesso un errore? Il suo titolo sta messo malissimo, le vendite pure. Dalla sua ricostruzione gloriosa manca un pezzo di responsabilità, non ce n’è una. Lei non ha responsabilità? Quest’anno siamo arrivati al minimo della produzione. Non avete rispettato nemmeno un impegno tra quelli che avevate preso. Il ministro Urso è l’unico che crede ai numeri che date. Perché questa storia che produrrete un milione di auto l’ho sentita da lui nel 2023 e nel 2024. Nel frattempo è crollato tutto”.
Critico Michele De Palma, segretario generale Fiom-Cgil: “Non sono emerse novità. Il presidente di Stellantis, se davvero vuole rilanciare il suo Gruppo nel nostro Paese, smetta di delegare e si assuma in prima persona la responsabilità di amministratore delegato. La mancanza di investimenti sulla ricerca, sviluppo e l’assenza di prospettiva produttiva industriale, ci dice che i numeri del 2025 saranno peggiori di quelli di un 2024 già drammatico”. Il segretario del Pd, Elly Schlein: “Salutiamo positivamente questo confronto. Stellantis deve mantenere i suoi impegni, ma serve un intervento forte anche da parte del governo italiano. Condividiamo la preoccupazione dei sindacati per il crollo della produzione e per l’incertezza sul futuro dei lavoratori”.