Un’elettrica che costa solo 10 mila euro sarebbe una notizia, laddove venisse realizzata in Europa. Lo è un po’ meno se arriva dalla Cina, malgrado abituarsi sia praticamente impossibile. Forse è riuscita nell’obiettivo la Jiayuan Komi, svelata al Salone di Monaco, andato in scena nelle scorse settimane (dal 4 al 10 settembre).
Su come nella terra dei dragoni riescano a tenere sotto controllo le spese produttive è presto detto: bassi costi produttivi. Lo ha acclarato uno studio, dove si sottolinea come produrne una nel grande Paese asiatico sia meno oneroso del 37 per cento rispetto alla Germania.
L’esemplare di cui vi andremo a parlare ha il coraggio di rivolgersi a una precisa nicchia di pubblico. Che poi coraggio sia la parola giusta resta da stabilirlo. Perché i numeri di mercato testimoniano il forte interesse nei confronti delle city ancora, meglio ancora con propulsore green. Andare incontro alle esigenze del bacino attuale di conducenti è una mossa proficua; perciò, il nostro consiglio è di tenere bene d’occhio l’imminente uscita. Chiaro, non bisogna volare troppo in alto con la fantasia. Le aspettative conviene tenerle basse, altrimenti è forte il rischio di restarne scottatati. Tuttavia, se il buon giorno si vede dal mattino ha i numeri per mettere in difficoltà le best seller della nostra penisola.
Di solito, a cifre del genere ti porti a casa una minicar, mica una macchina nel senso letterale del termine. E poi, con la globalizzazione nel bel mezzo, si sente pure meno il senso di appartenenza al tricolore. Mentre una Fiat Topolino vede la luce in Marocco, il cliente medio ha delle valide ragioni per guardarsi intorno, alla ricerca dell’affare. Nel corso dei prossimi paragrafi andremo a conoscere in maniera approfondita le caratteristiche. Al solito, partiremo dagli esterni, prima di spostarci sull’abitacolo e, infine, sui motori.
Indice Show
Jiayuan Komi: gli esterni
Le dimensioni della Jyuan Komi si prestano benissimo allo scenario urbano:
Modello | Lunghezza | Larghezza | Altezza |
Komi 2024 | 3.000 mm | 1.520 mm | 1.560 mm |
Qualora la vostra priorità sia di riporre in garage una piccolina utile a espletare le commissioni quotidiane, qui andrete a colpo sicuro. A questo punto, vi verrà forse da credere sia una due posti. E, invece, ce ne stanno addirittura quattro, frutto di un utilizzo eccellente degli spazi interni.
A ogni modo, torneremo a parlarne nel prosieguo. Intanto, focalizziamoci sul look, nel complesso piuttosto interessante. Sebbene sia strano a dirsi, certe soluzioni di stile ricordano il macromondo dei SUV, nonché le rinomate kei car del Sol Levante. Il melting pot dipende dall’assenza di radicalismi estremi.
Le forme sono squadrate, addirittura virili, e regna il minimalismo. Prendendo in prestito una nota espressione di matrice britannica, è applicato il principio del “less is more”. Anziché esagerare nei contenuti, qui si lavora di sottrazione. Ciascun elemento è indispensabile, altrimenti viene messo da parte. Ciò poiché andrebbe a ripercuotersi sull’investimento generale e, dunque, sulle tasche del cliente. I fari possiedono una forma tondeggiante, una parte forata contraddistingue la calandra e un raro spunto decorativo fa l’occhiolino agli amanti delle Jeep.
Il grosso del lavoro è stato incentrato sul “lato A”, col posteriore piuttosto tradizionale o basico. A donare un pizzico di mordente ci pensano i passaruota dalle linee ben definite. Pollice alto anche per i cerchi in lega. In definitiva, la Jiayuan Komi non farà gridare al miracolo, ma evita comunque di adagiarsi sugli allori, di vivere di rendita in virtù della natura low cost. A fronte di un esborso contenuto, alla portata di una famiglia comune, è un discreto peperino.
Gli interni
Il discorso appena fatto vale pure in riferimento all’abitacolo. Che è capiente a sufficienza da accogliere fino a quattro persone. Il divanetto posteriore sembra capace di accogliere due bambini o una nonnina. Ai sedili è stato attribuito un rivestimento di discreta fattura, in una tonalità di bianco chic. E i materiali risultano essere accettabili, purché contestualizzati a dovere. Il comfort non è niente male, a maggior ragione nelle tratte casa-lavoro. Per i lunghi viaggi forse verrebbero a galla i disagi o, perlomeno, è la nostra impressione, condivisa da diversi utenti in rete.
Un test sul campo consentirebbe di esprimere un giudizio accurato, sennò è inevitabile affidarsi alle apparenze. Passiamo al conducente, dove c’è da segnalare una strumentazione al 100 per cento digitale. Da urban car dell’attuale epoca è così ottenuto il cockpit rivolto al guidatore. I contenuti multimediali sono fruibili mediante uno schermo a parte con 7 pollici di diagonale. Attivabile con un semplice tocco sul pulsante di avvio, il sistema di infotainment dà l’accesso a radio, lettore musicale, lettore video (compatibile con la qualità MP4), galleria immagini e connettività Bluetooth.
Nelle manovre accorre in aiuto la telecamera, al fine di sotto controllo cosa succede nelle strette vicinanze. Il volante con comandi contribuisce a un’esperienza di guida soddisfacente. L’accensione senza chiave sfrutta una tecnologia ormai di ampio ricorso, mentre il cruise control, altrimenti noto con il nome di tempomat, permette la regolazione automatica dell’andatura. Esso non deve essere confuse con la più evoluta tipologia adattiva, di tipico impiego nelle auto di classe superiore. Una piccola consolle centrale prevede pure il selettore di guida, uno degli spunti degni di nota e le ragioni sono evidenti. Non è presente nessun tunnel centrale, con il pavimento completamente piatto.
Motori e prezzi
Gli acquirenti della Jianyuan Komi hanno due motori elettrici a disposizione:
- da 27 CV e 90 Nm di coppia motrice massima;
- da 41 CV e 110 Nm.
Altrettante le opzioni di batteria, da 17,8 kWh e 30 kWh. L’autonomia del motore da 41 CV con accumulatore da 17,8 kWh è di 161 km. L’unità da 41 CV abbinato alla batteria da 30 kWh si traduce in una percorrenza fino a 322 km, secondo la scheda tecnica rilasciata dal produttore. Come standard si fa riferimento allo standard NEDC (New European Driving Cycle), che, introdotto per la prima volta nel 1992, è meno affidabile e stringente nelle condizioni del WLTP. In quanto alla velocità massima, entrambe le versioni generano 100 km/h. Ecco, quindi, la principale differenza tra lei e un comune quadriciclo leggero, nel periodo più florido di sempre.
Al successo sorprendente della Citroen Ami, il gruppo Stellantis ha fatto seguire due ulteriori carichi da novante, la Opel Rocks-e e la Topolino. A dispetto dei quadricicli, utilizzabili dai 14 anni previo conseguimento della patente AM (dai 16 anni in caso di trasporto passeggeri), la Jiayuan Komi prevede la patente B. Non è un fulmine ma nemmeno poi tanto lento il processo di ricarica, eseguibile in circa 7 ore. Peccato che alla presentazione siano stato omesse la tipologia e la potenza del rifornimento. Pronta a raggiungere il Vecchio Continente, la Jiayuan dovrebbe essere disponibile a circa 10 mila euro.
La lista delle concorrenti è lunga, rappresentata da modelli cinesi a basso prezzo. Qualche nome? La Wuling Mini EV, la Wuling Nano EV, la Chery EQ, la KiWi EV, ammesso e non concesso che escano (o siano già uscite) in Europa. Altrimenti, esistono le minicar.