La Cina accelera sui veicoli a nuova energia (NEV): auto elettrica (BEV) e termica ibrida plug-in (PHEV). Quindi sia full electric sia benzina, perché le ricaricabili hanno un propulsore tradizionale. Strategia intelligente, mentre la tecnocrazia Ue è nel panico. Prima s’è consegnata al Dragone col Green Deal, poi non riesce neppure a creare la Commissione: sinistra verde traballante, Germania in fiamme con la crisi VW e dell’automotive tedesco. L’ex Celeste Impero osserva di lontano e sogghigna, innanzi a cotanta scelleratezza del Vecchio Continente. In tutto questo, l’auto elettrica, gioiello di tecnologia, è la vittima numero uno in Europa: avrebbe dovuto essere spinta da incentivi, ecosistema di colonnine tipo Tesla Supercharger, protezione degli occupati.
Le fake news della Cina che fa solo auto elettriche, e della crescita unicamente delle BEV, vengono messe in circolo dalle lobby green in Europa, da dare in pasto a influencer social compiacenti e di parte. In realtà, il sacro motore termico a benzina c’è eccome, diventa sempre più protagonista: il propulsore a combustione è alla base dell’automotive orientale. Vedasi il colosso BYD, che con sapienza inonda il globo terracqueo, sia di BEV sia di PHEV. Attenti alle bufale sui numeri delle full electric che farebbero boom nel mondo grazie ai cinesi: di proposito, i furbetti mettono nel calderone le auto termiche ibride plug-in.
Obiettivo automotive Cina: crescere senza limiti
La Cina è il primo Paese al mondo a raggiungere il traguardo di 10 milioni di unità di NEV in un anno. Inoltre, nei primi 10 mesi, le esportazioni di veicoli a nuova energia dalla nazione della Grande Muraglia hanno superato un milione di unità, in aumento del 6,3 percento anno su anno. I tecnocrati sinistroidi Ue potrebbero sempre piazzare altri dazi, extra extra dazi sulle elettriche, e tasse sulle ibride plug-in Made in China, all’insegna del terrore anti concorrenziale.
Binomio China Cars e China Ships
Il secondo set di dati riguarda le operazioni dei treni merci Cina-Europa. Il 15 novembre, il numero totale di corse dei treni merci Cina-Europa ha raggiunto il traguardo di 100.000, che hanno consegnato collettivamente oltre 11 milioni di unità per un valore totale superiore a 420 miliardi di dollari. Nel frattempo, i treni effettuano sette viaggi di andata e sei viaggi di ritorno ogni settimana, segnalando che le operazioni sono essenzialmente bilanciate in flussi bidirezionali (fonte Global Times). Il binomio China Cars e China Ships fornisce una lente vivida per ingrandire gli sforzi di riforma e apertura del Paese.
Tesla in Cina: a beneficio dell’economia domestica
Lo sviluppo del produttore di veicoli elettrici statunitense Tesla in Cina funge da emblema: dimostra i risultati fruttuosi della globalizzazione economica. Dragone in scia, imitando i più bravi. Ecco perché ha superato l’Europa. Che aveva un immenso vantaggio concorrenziale nel motore termico: tutto quanto alle ortiche, per un suicidio ideologico senza precedenti. Proprio nel Regno di Mezzo, a ottobre 2024, le unità della Gigafactory di Shanghai di Musk hanno toccato quota tre milioni. Di questi, un milione esportato nei mercati dell’Europa e dell’Asia-Pacifico. Tutto a beneficio dei cinesi: il tasso di localizzazione dei componenti presso la Shanghai Gigafactory ha superato il 95 percento. L’azienda statunitense ha firmato contratti con oltre 400 fornitori locali di primo livello in Cina, di cui oltre 60 fornitori sono stati integrati nella catena di fornitura globale di Tesla.
Le tedesche in Cina
Oltre a Tesla, un buon numero di case automobilistiche straniere, come Mercedes-Benz, Volkswagen e BMW, hanno intensificato gli investimenti nel mercato cinese, il che ha evidenziato che la Cina, con una catena industriale a pieno titolo, un meccanismo di funzionamento del mercato efficiente e un ecosistema sano per la concorrenza industriale. Tuttavia occhio: Pechino potrebbe piazzare dazi sulle tedesche, dando una spallata tremenda alle barcollanti germaniche.
Sempre più su
A luglio 2024, il Partito Comunista Cinese ha tenuto la Terza Sessione Plenaria del suo 20° Comitato Centrale e ha adottato un piano completo per un ulteriore approfondimento delle riforme a tutto campo per far progredire la modernizzazione cinese. Durante la riunione sono state introdotte più di 300 importanti misure di riforma, che saranno pienamente implementate entro cinque anni.