Apocalisse auto elettrica in Italia ad agosto 2024: solo 2.410 vetture full electric, in calo del 40,6% rispetto ad agosto 2023, con una quota di mercato pari al 3,5% (dal 5,1% di agosto 2023). Crollo pazzesco e senza fine, perché senza ecobonus statali queste macchine care come il fuoco non se le fila nessuno. Tutti le rifiutano. Poche le colonnine, e quindi le vetture a corrente sono scomode, anche perché il prezzo dell’elettricità è stellare. Poi l’usato vale due spiccioli: società di leasing e noleggio a lungo termine disperate con le flotte elettriche dal valore sotto i tacchi.
Problema colonnine
Al 30 agosto il parco circolante elettrico italiano risulta composto da 256.493 auto (fonte Motus-E). Per queste, i 54.164 punti di ricarica sono sufficienti. Ma per il boom futuro eventuale no. Comunque, il mercato auto italiano segna ad agosto una contrazione del 13,7% a quota 69.011 immatricolazioni.
Quali soluzioni
Dopo l’incontro del Tavolo Automotive presso il ministero delle Imprese dello scorso 7 agosto e con la ripresa delle attività istituzionali post pausa estiva, l’Unrare Case estere si espone: serve una “strategia del governo Meloni per accompagnare la transizione energetica del settore. Tra le priorità, è fondamentale che i 240 milioni di fondi residui degli incentivi 2024 vengano resi disponibili ben prima della fine dell’anno, per rifinanziare le dotazioni esaurite della fascia 0-20 g/km di CO2”.
Secondo: bisogna assolutamente recuperare i famigerati soldi. I 250 milioni di euro che il decreto Coesione ha risucchiato in un anomalo vortice. Eppoi se arrivano altri bonus elettrici, bisogna cancellare il tetto di prezzo per le auto della fascia 0-20 g/km. Va capito che queste macchine costano, perché le Case investono.
Terzo: c’è la necessità di riformare il trattamento fiscale delle auto aziendali, rivedendo la detraibilità dell’IVA e la deducibilità dei costi in funzione delle emissioni di CO2, e riducendo il periodo di ammortamento a tre anni. Meno inquini, meno paghi le tasse. Meccanismo premiante. Per rilanciare la competitività delle imprese italiane e accelerare il rinnovo del parco auto circolante, contribuendo così alla sostenibilità ambientale e alla sicurezza stradale.
Elettrico sempre più giù anche all’estero
Comunque, se l’Italia piange, la Germania e altre nazioni non ridono. Elettrico ko ovunque, senza bonus. Si avvera la facile previsione: la bolla elettrica, pompata da lobby e influencer ora abbandonati a se stessi da certe furbe multinazionali nei social. Hanno barato finché han potuto: futuro green, mescolamento di elettriche con ibride plug-in. Ma ora il re è nudo. E ha preso la scossa. Intanto, si attende un autunno terrificante per la disoccupazione da auto elettrica un po’ ovunque, pure nell’indotto. Un caos mai visto causato dall’Unione europea, i cui burocrati meditano sui dazi alle auto elettriche cinesi. Sono scollegati dalla realtà, come tante colonnine.