Domani può arrivare il Modulo blu digitale. Ossia la Constatazione amichevole di incidente (Cai), rientrante nella Cid (Convenzione indennizzo diretto). Che oggi è solo cartaceo: quel documento utile quando si fa un sinistro per descriverne la dinamica e individuarne il responsabile. Stangata sugli automobilisti in materia di assicurazioni Rc auto obbligatorie: la polizza che ogni proprietario deve stipulare. Per risarcire i danni agli altri quando li causa in un incidente.
I quattro guai del Modulo blu digitale
Uno. “Eliminando l’obbligo a carico delle compagnie di assicurazione di consegna del Modulo cartaceo, sostituendolo con una applicazione informatica, si potrebbe complicare la sottoscrizione di un accordo tra i conducenti nell’immediatezza di sinistro. A maggior ragione nei casi in cui i sottoscrittori sono persone con scarsa dimestichezza nell’uso delle tecnologie informatiche”. Lo denunciano Assoutenti, Confconsumatori, Movimento Consumatori e Sna (Sindacato nazionale agenti di assicurazione), che hanno presentato le proprie osservazioni all’Ivass.
Due. Evidenti le problematiche legate a facili errori di compilazione su un dispositivo di piccole dimensioni come uno smartphone.
Tre. Anche alcuni aspetti legati alla privacy degli utenti destano preoccupazione, considerando che il modulo può contenere anche dati sensibili sanitari di eventuali feriti.
Quattro. Si sottolinea inoltre come i dati raccolti dalle compagnie di assicurazione non possano poi essere utilizzati per scopi diversi come, a esempio, attività di marketing. Negli Stati Uniti tutti questi dati d’oro vengono fatti pagare parecchio alle società che se ne impossessano: non si capisce perché in Italia tutto debba essere gratis per i colossi finanziari.
Indennizzo diretto da abbattere
Le associazioni hanno suggerito di valutare la possibilità di rimandare l’adozione del Modulo blu digitale vista la volontà del ministero delle Imprese di presentare una riforma Rca entro fine 2024 o primi mesi del 2025, evitando dunque la sovrapposizione normativa. Magari l’indennizzo diretto, che produce solo aumenti, sconquassi e frodi, verrà finalmente fatto fuori. Sarebbe anche ora.
Burocrazia che fa del male ai consumatori
L’Ivass (Istituto di vigilanza sul settore) ha avviato l’iter di revisione del Regolamento Isvap (ex Ivass) 13/2008: c’è la facoltà di denuncia di sinistro Rc auto attraverso applicazioni mobili o web, che di fatto digitalizzano il Modulo blu. Una novità che, secondo consumatori e agenti assicurativi, presenta più rischi che opportunità.
Numeri alti
In Italia si sono registrati nell’ultimo anno 1,8 milioni di sinistri tra veicoli (fonte Ivass): di questi circa l’80% (oltre 1,44 milioni) è stato gestito tramite procedura di Constatazione amichevole. Il Modulo blu è un documento prestampato che serve a denunciare alle compagnie assicurative un sinistro tra veicoli a motore. Un modulo che deve essere compilato con una serie di informazioni quali: luogo e data della collisione; dati anagrafici dei conducenti e dei contraenti delle polizze; dati relativi ai veicoli e alle compagnie; circostanze del sinistro; indicazioni di eventuali feriti e testimoni. Prevede inoltre una sezione grafica utile a disegnare i dettagli dell’incidente. Se il viene firmato da entrambi i conducenti dei veicoli coinvolto nel sinistro, vale come accordo sulla dinamica e consente in teoria la riduzione dei tempi di gestione del sinistro.
È una presunzione
La Cassazione (sentenza 5431/2024) fissa un punto chiave: il Modulo blu, sottoscritto da entrambi i conducenti, determina una presunzione, salvo prova contraria da parte dell’impresa di assicurazione, che il sinistro si sia svolto con le modalità e le conseguenze indicate. Ma per esempio se un verbale di incidente di Forze dell’ordine dice una cosa diversa (attribuendo la colpa a chi nel Modulo blu è vittima), allora prevale quando dicono Polizia o Carabinieri.