Mentre la Cina sta distruggendo l’Europa nel settore auto elettriche, per il flop del Green Deal di Bruxelles, ora l’UE piazza un all in sul piatto del poker automotive mondiale: mega incentivi full electric per i consumatori (annunciati da Scholz). Si valuta di introdurre sussidi paneuropei anti Dragone. Lo ha detto – come riportato dal Financial Times – Teresa Ribera, vicepresidente esecutiva della Commissione europea, durante il World Economic Forum di Davos. Bonus per le macchine di portata continentale. Così che il cliente abbia un forte sconto.
Doppia azione contro la Cina
Gli extra dazi Ue anti auto elettriche Made in China già ci sono. Ora, ecco i bonus possibili. Doppia azione contro il Celeste Impero, imbattibile: controlla la filiera, l’estrazione dei minerali, le batterie. È molto avanti sotto il profilo dell’efficienza degli accumulatori. Straccia l’Occidente che vetture iper tecnologiche, grazie a una guida autonoma molto sofisticata. La stessa Cina con cui l’Ue vuole migliorare i rapporti visto che Trump impone dazi anti Ue. Che caos.
Sveglia in ritardo: e le colonnine?
Il Green Deal col bando termico 2035 e l’auto elettrica imposta dall’alto sono del 2019: a fine gennaio 2025, l’Ue pensa a maxi bonus. Troppo tardi. E comunque resta sul tappeto il dramma delle colonnine: poche, lente, distribuite male. Si pensi al Sud Italia o ad altre zone molto indietro.
Gli aiuti valgono sì o no?
Il dubbio: l’Ue sanziona la Cina con i dazi perché Pechino avrebbe aiutato troppo le Case. Adesso, arrivano i possibili sussidi Ue alla domanda, che indirettamente danno una bella mano all’industria. Allora, vale sì o no aiutare quando si parla di elettrico? Ribera vuole un approccio coordinato: occorre ragionare in un’ottica paneuropea per facilitare misure comuni. No alla competizione tra schemi nazionali, no alla frammentazione tra i Paesi membri.
Guaio elettriche cinesi
Inoltre, l’Ue dovrà studiare un meccanismo per premiare solo l’Occidente. Ma siccome quasi tutte le elettriche contengono batterie o componenti cinesi, sarà un bel guaio escludere il Celeste Impero. Di certo, niente bonus alle elettriche Made in China. Poi ci sono quelle Made by China: BYD in Ungheria, per esempio. Quindi le Tesla fatte in Cina. Infine le elettriche fatte da Case Ue in joint venture con azoende del Dragone. Sempre rispettando le regole del WTO, l’Organizzazione mondiale del commercio, che impone massima libertà nel libero mercato fra liberi competitors.
Proverbio d’attualità
Inutile chiudere la stalla quando i buoi sono scappati, recita il detto. L’Ue ha imposto l’elettrico nel 2019, e ora che la Cina sta stravincendo a mani basse, ecco che Bruxelles interviene. Saranno dolori, specie se l’impiego di denaro pubblico per il full electric dovesse rivelarsi una delusione. Con effetti economici devastanti a livello politico, sociale ed economico.
Cina e India mettono i soldi per la transizione
Teresa Ribera ammette: “Molte delle tecnologie pulite sono finanziate da banche non occidentali”. Chiara l’allusione a Cina e India. Quindi l’Ue parla, mentre gli altri si attivano coi soldi. Clean-tech e eco-tech cui l’Europa ambisce, ma pagato da istituti di credito stranieri. Pertanto serve “creare piattaforme collaborative”, chiosa.