Zero incentivi auto in Italia, perché il decreto non è stato pubblicato in Gazzetta: come conseguenza, mercato crollato (nessuno compra, tutti aspettano i bonus), blocco delle vetture a zero o a bassissime emissioni, e paralisi delle attività di: reti di distribuzione, agenzie di comunicazione, concessionarie di pubblicità, società finanziarie, imprese di autonoleggio. La denuncia arriva dalla filiera (Unrae e Federauto). I bonus annunciati a fine 2023, attesi a gennaio 2024, poi a febbraio, quindi a marzo, infine ad aprile, siamo al 21 maggio e non c’è mezzo euro.
Appello al governo Meloni da parte dell’auto
Le federazioni si rivolgono a governo e ministero delle Imprese. Serve accelerare le procedure di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Dpcm (decreto del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni) relativo alla rimodulazione degli incentivi. Non basta: bisogna pure attivare rapidamente la piattaforma informatica per la prenotazione degli incentivi. Ci sono ritardi accumulati nei quasi sei mesi trascorsi dall’annuncio della rimodulazione degli incentivi: non più giustificabili.
Il 1° febbraio scorso, il nuovo schema incentivante è stato ufficialmente presentato durante il Tavolo Automotive presso il ministero delle Imprese. C’era tutto: dettagli sui contributi unitari inclusi. Non solo: gli incentivi 2024 valgono sino al 31 dicembre. Bisognerà fare in frettissima.
Paura per il futuro
oggi il caso. C’è timore per il domani. “Occorre ripristinare la normale operatività delle imprese che gravitano attorno al settore automotive nel più breve tempo possibile. Auspichiamo che, in futuro le misure a sostegno del settore siano strutturali. E non abbiano orizzonti così riduttivi come nel caso in questione”, concludono Federauto e Unrae.
È la burocrazia che rallenta: apparato amministrativo micidiale con regoline minuscole che come polvere si infila nei meccanismi facendo del male all’organismo. Per bonus col contagocce pensati male e realizzati peggio. Qui la nostra guida unica e definitiva per avere mega sconti.