In UE più armi e meno auto? I prezzi delle vetture potrebbero salire

Ippolito Visconti Autore News Auto
La Commissione UE varerà indicazioni che saranno la base per un piano strategico: possibile la riconversione industriale delle aziende automotive dismesse.
La Commissione UE varerà indicazioni che saranno la base per un piano strategico: possibile la riconversione industriale delle aziende automotive dismesse in comparti dei settori armi.

Unione Europea scatenata: il presidente della Commissione UE Ursula von der Leyen presenta il piano Rearm Europe da 800 miliardi di euro perché “la sicurezza è minacciata”. Gli Stati Uniti hanno infatti sospeso tutti gli attuali aiuti militari all’Ucraina. Che necessita di armi per la guerra anti Russia. Cosa c’entra l’auto? L’UE varerà indicazioni che saranno la base per un piano: possibile la riconversione industriale delle aziende automotive dismesse in comparti dei settori armi e aerospazio. Se ne parlerà al Consiglio Europeo straordinario del 6 marzo 2025, da cui von der Leyen si attende pieno sostegno. Ma, se la proposta di auto sul mercato non aumenterà, e se i dazi UE anti Cina resteranno, a nostro avviso il rischio è che i prezzi delle macchine salgano. Con ripercussioni anche sui prezzi dell’usato. Insomma, si accelera la spirale terribile in corso dal Green Deal 2019. Nel 2024 il prezzo medio di una vettura si è attestato in Italia a 30.096 euro: +43% rispetto al periodo pre pandemia (21.000 euro nel 2019).

Soldi per le armi sì, per le auto boh

Si conferma l’idea di sospendere il patto di stabilità per la sola spesa pubblica compiuta nel settore di sicurezza e difesa. I governi magari potranno sforare per fare armi. Al momento, per le auto, c’è solo l’allungamento eventuale dei tempi per la CO2 in fatto di multe. Come si arriva a 800 miliardi? “Se in media aumentiamo la spesa per la difesa dell’1,5 per cento del Prodotto interno lordo allora genereremo 650 miliardi di euro solo nei prossimi quattro anni”, dice von der Leyen. Cui si si aggiungono altri 150 miliardi di euro che la Commissione Europea intende rendere disponibili con un nuovo strumento europeo di prestiti.

Per essere chiari e lineari, se l’UE piazza una montagna di denaro sulle armi pro Ucraina, quei soldi non vanno all’auto, ma c’è pure il pericolo che risorse siano sottratti a lavoro, sanità, pensioni, innovazione, strade, scuole e altro.

L’esempio della Rheinmetall

Prendiamo la Rheinmetall: la società tedesca ha annunciato che le fabbriche di Berlino e Neuss, dedicate alla produzione di componenti per l’industria automobilistica, verranno trasferite alla divisione Armi e Munizioni. L’industria segue il fiume di denaro. L’azienda beneficia della crescente domanda di armamenti a livello nazionale e internazionale: utile operativo nel settore delle armi e munizioni raddoppiato a 339 milioni di euro nei primi nove mesi del 2024. La divisione automobilistica ha registrato un calo del 3,8%, con profitti pari a 74 milioni di euro. Si cerca – com’è lecito che sia – di incassare più quattrini. E siccome con l’auto elettrica il mercato langue, assieme al Green Deal che tende a eliminare l’auto termica, ecco la soluzione: armi. Anche la Knds Deutschland ha annunciato l’acquisizione di uno stabilimento industriale ferroviario a Görlitz, di proprietà di Alstom, per riadattarlo alla produzione di veicoli blindati.

Cosa dice Giorgetti su auto e armi

Sentiamo il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti: “Si parla moltissimo della riconversione dell’automotive al sistema della difesa, non si può ignorare che la spesa per la difesa e gli investimenti della difesa hanno anche una ricaduta in termini di crescita economica. È l’elemento da cui devo partire, per quanto riguarda gli interessi del mio ministero”.

Fondo Automotive decurtato in Italia: quattrini impiegati altrove

D’altronde, a ottobre 2024, il governo italiano ha tagliato 4,5 miliardi dai fondi per l’automotive. E li ha spostati sulla Difesa. La legge Bilancio 2025 aveva le tabelle di accompagnamento: a disposizione 1,2 miliardi per una sforbiciata totale che arriva all’80%. I soldi sono finiti allo sviluppo nel settore aeronautico, alla tecnologia per la difesa aerea nazionale, alle unità navali Fremm e al settore marittimo. Sono 11,3 miliardi su un orizzonte temporale più lungo, che arriva al 2039. In passato, il Fondo automotive aveva 8,3 miliardi di finanziamento provenienti dal governo Draghi. Per i finanziamenti degli incentivi all’acquisto di auto a basse emissioni e le agevolazioni alla filiera produttiva. Il taglio al fondo dell’automotive vale 2,2 miliardi nel 2025 e 2,4 dal 2026 al 2030. Senza bonus, le auto costano tantissimo, c’è poco da fare. Il mercato ne risente, con ricadute sull’usato, i cui prezzi volano.

La Commissione UE varerà indicazioni che saranno la base per un piano strategico: possibile la riconversione industriale delle aziende automotive dismesse in comparti dei settori armi.

Servono tanti soldi per l’auto

Da parte sua, l’Acea (lobby costruttori auto europei) ricorda come i produttori di veicoli e i fornitori automobilistici europei abbiano investito centinaia di miliardi di euro e si siano impegnati a fare della mobilità a zero emissioni un modello di business di successo. L’urgenza di agire c’è: il mercato dei veicoli a zero emissioni non sta decollando abbastanza velocemente. La transizione può funzionare solo se abbinata ad azioni immediate e ambiziose per potenziare le infrastrutture, richiedere incentivi e misure per ridurre i costi di produzione. Insomma, servono risorse da investire. Soldi. 

C’è preoccupazione

Ola Källenius, presidente Acea e CEO di Mercedes-Benz: “Questo Dialogo Strategico arriva esattamente al momento giusto. Apprezziamo l’attenzione rivolta all’accelerazione dell’implementazione della guida autonoma e le misure di riduzione delle emissioni di CO2 proposte per il 2025 per autovetture e furgoni. Ma vorrei essere chiaro sulla nostra preoccupazione principale: come tracciare la rotta verso il 2035 con la flessibilità e il pragmatismo necessari per far funzionare questa transizione? Questa è la domanda fondamentale che vorremmo affrontare con il Presidente della Commissione durante il prossimo incontro”. 

Prestiti ai produttori per l’auto

L’Acea chiede all’UE anche di garantire l’accesso ai finanziamenti per la catena di fornitura automobilistica, così da consentire la competitività globale nelle tecnologie automobilistiche critiche.

Piano Marshall per chi: per le armi o per l’auto?

Da mesi si parla di Piano Marshall UE per l’auto: miliardi di euro per rilanciare l’industria automotive contro l’invasione cinese. Ora però entra in gioco la guerra. Magari quel Piano Marshall UE verrà applicato all’industria bellica.

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